"Le
comunità cristiane non devono mai riunirsi se non per ascoltare la predicazione
della Parola di Dio... Là dove la
Parola di Dio non è predicata, sarebbe meglio non cantare, né
leggere, né riunirsi"
Con queste frasi brevi e incisive Martin Lutero esprimeva la base e il senso del culto evangelico. La predicazione della Parola di Dio è, infatti, il suo centro e la sua base. V'è spazio per il canto e per la preghiera, il riferimento alla Bibbia determina tuttavia anche i contenuti degli inni cantati e delle preghiere pronunciate. Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o tempi particolari.
Anche la funzione del predicatore che preside l'assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto per questioni di principio ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede.
Con queste frasi brevi e incisive Martin Lutero esprimeva la base e il senso del culto evangelico. La predicazione della Parola di Dio è, infatti, il suo centro e la sua base. V'è spazio per il canto e per la preghiera, il riferimento alla Bibbia determina tuttavia anche i contenuti degli inni cantati e delle preghiere pronunciate. Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o tempi particolari.
Anche la funzione del predicatore che preside l'assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto per questioni di principio ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede.
La
struttura del culto, basata sull'alternarsi delle letture bibliche, del canto e
delle preghiere può essere suddivisa in seguenti sezioni:
- l'apertura
- la confessione del peccato
- la lettura della Bibbia
- la predicazione
- la confessione di fede
- la preghiera d'intercessione
- la chiusura con la benedizione finale.
La Cena del Signore è celebrata solo in alcune occasioni. In linea di
principio è la comunità stessa che decide la frequenza della sua celebrazione
che può variare da quattro volte all'anno fino alla frequenza mensile.
Nell'ordine del culto la Cena
del Signore s'inserisce tra la confessione di fede e la l'intercessione.
Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.
Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena del Signore. Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell'Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.
Le sue principali parti sono:
- il racconto della sua istituzione dal Nuovo Testamento
- preghiera di ringraziamento (dal verbo greco eucharisteo deriva il nome "eucaristia" usato nelle chiese cattoliche e ortodosse)
- invocazione dello Spirito santo
- la frazione del pane e la benedizione del calice del vino
- la distribuzione del pane e del vino alle persone partecipanti.
Anche in questo caso qualunque persona chiamata dalla comunità può presiedere la celebrazione della Cena del Signore. Tale prassi è legata alla visione biblica dei sacramenti che sono due: la Cena del Signore appunto e il battesimo. Questi segni non hanno altra funzione che rappresentare le promesse del Signore davanti ai nostri occhi e anche di esserne pegno, devono essere considerati come delle "appendici dell'Evangelo", intese a confermare e rappresentare il suo contenuto, subordinate dunque alla Parola letta e meditata nella Bibbia, annunciata e spiegata nella predicazione.
Nonostante diverse
accentuazioni dottrinali rispetto alle chiese cattoliche e ortodosse il culto
evangelico nella sua struttura corrisponde all'antica prassi delle prime
comunità cristiane, le cui tracce sono tuttora visibili nelle liturgie di tutte
le chiese. Ad esempio nella messa cattolica che si divide in liturgia della
parola e liturgia eucaristica si possono individuare gli stessi elementi del
culto evangelico.
A parte le complesse differenze nell'interpretazione dell'eucaristia, la discordanza fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.
Valdesi e Metodisti
così si presentano ...
A parte le complesse differenze nell'interpretazione dell'eucaristia, la discordanza fondamentale è che nel culto evangelico non può mancare la predicazione, mentre nella messa cattolica non può mancare la parte eucaristica, intesa come centro della liturgia.
Valdesi e Metodisti
così si presentano ...
Metodisti
e Valdesi sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese
evangeliche o protestanti. I valdesi
sono presenti in Italia sin dal Medioevo, solo a metà del XIX secolo hanno
ottenuto un editto di tolleranza, solo da quel momento hanno potuto esprimere
la loro fede senza incorrere in repressioni, diffondendosi in l'Italia con
un'opera di proselitismo e in Sud America (zona del Rio de la Plata)
con l'emigrazione.
I
metodisti, chiesa sorta in Inghilterra nel XVIII secolo, sono presenti in
Italia dalla metà dell'Ottocento. Nel dopoguerra le due chiese hanno
intensificato la collaborazione, giungendo nel 1979 ad un Patto di Integrazione
che le unisce in un'unica comunità confessionale di cui è espressione il sinodo
annuale.
Le
chiese valdesi e metodiste lavorano in stretta collaborazione con altre chiese
evangeliche in Italia nel quadro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
Mantengono relazioni molto strette con le chiese protestanti nel mondo
partecipando al Consiglio
ecumenico delle Chiese (CEC).
La
chiesa valdese ha in comune con tutte le confessioni cristiane le confessioni
di fede dei concili ecumenici del primi secoli della Chiesa: il Credo, il
Simbolo Niceno Costantinopolitano. Dopo la Riforma, e la divisione che ne é risultata nella
cristianità, le chiese evangeliche hanno sottoscritto però delle nuove
confessioni di fede che definiscono il loro modo di intendere il cristianesimo.
Anche la chiesa valdese ha fatto questo in un momento particolarmente tragico
della sua storia, nel 1655, quando era in corso una crociata delle truppe
francesi e sabaude nelle valli del Piemonte.
a cura di Cesare Catarinozzi
a cura di Cesare Catarinozzi