la grave e incombente
crisi alimentare mondiale:
crisi alimentare mondiale:
ancora una volta,
sono i popoli più poveri
a risentire
delle scelte economiche
dei ricchi della terra
Pane al pane
Vino al vino
Come già avevano osservato i nostri Padri francescani - cfr Todeschini, Ricchezza francescana - le ricchezze
tesaurizzate (usura, lusso ingiustificato, proprietà inutilizzate) e quelle
rese improduttive dall’inerzia di chi le riceve (i miserabili) impediscono lo
sviluppo e il benessere sociale, promuovendo invece la povertà.
G. Stella, nel suo “L’Orda, quando gli albanesi eravamo noi”,
fa acutamente osservare come i nostri emigranti non si siano mai tirati
indietro di fronte ad un lavoro imposto e spesso molto duro, fino a 14 ore al
giorno in condizioni di grave disagio psicologico.
Nella passata
generazione, quella dei nostri padri, durante la semina ed il raccolto i nostri
contadini lavoravano - più liberamente dei primi in quanto soggetti al
contratto di mezzadria, quindi non imposto - dall’alba al tramonto, affinché la
terra donasse il maggior frutto.
E’ proverbiale l’operosità dei Benedettini e,
in generale quella degli Ordini religiosi. In questi ultimi casi, si tratta di
un lavoro sempre più libero, perché affrontato gioiosamente da chi cerca
attraverso il lavoro la propria santificazione.
Anche Gesù afferma di “fare la
volontà di Colui che mi ha mandato e di portare a compimento la Sua opera” (Gv.4,34) e per
questa opera ha sopportato la morte in croce. Pure noi, se amiamo davvero i
nostri fratelli, non possiamo tirarci indietro neanche di fronte al duro
lavoro, sempre nella fiducia di giovare realmente al benessere del nostro
prossimo.
Se avremo donato con
gioia il nostro lavoro, questo sacrificio, benedetto dal Signore, non mancherà
di produrre i suoi frutti, donando ricchezza e prosperità al nostro prossimo,
come anche noi abbiamo ricevuto ricchezza e prosperità dalla precedente
generazione che ci ha gratificato con il suo lavoro.
Viceversa, la continua
richiesta di benessere e ricchezza, se non può essere soddisfatta
nell’immediato dalle condizioni ambientali, produce
miseria e povertà, come sta ora succedendo al nostro Paese dove contrattazione
collettiva e interessi personali si sommano per far crescere la povertà.
* Carlo Gambino