Testimoni: Arnaldo Canepa


ARNALDO CANEPA
CATECHISTA FRANCESCANO
Sarà l’esperienza della conversione e la scelta di divenire terziario francescano (nella fraternità Maria Immacolata di via Veneto)c he spingerà Canepa, insieme ad altri confratelli, a recarsi nelle disagiate periferie romane per dedicarsi ai ragazzi.
Nella parrocchia di Quadraro e Centocelle Arnaldo aveva scoperto la sua vocazione: sarà catechista per 40 anni, fino alla morte. Con lui nasce il COR, Centro Oratori Romani.


IL PROBLEMA : L’APOSTASIA DELLE MASSE

E’ il 15 aprile 1946 quando queste parole che sembrano pronunciate nell’attuale fase di emergenza educativa, come la chiama la C.E.I., vengono pubblicate sul primo numero del bollettino del C.O.R. (Centro Oratori Romani), associazione da poco fondata da Arnaldo Canepa, laico, terziario francescano della Fraternità dell’Immacolata Concezione in via Veneto.
Canepa nasce a Roma in via degli Spagnoli (dietro piazza del Popolo) il 24 settembre 1882, da una famiglia abbastanza agiata, proprietaria fra l’altro di un noto ristorante in via Vittorio Emanuele Orlando. Dopo un’iniziale educazione religiosa presso i padri Scolopi di Alatri, abbandona presto ogni pratica religiosa vivendo nell’indifferenza e nello spirito anticlericale che caratterizzava gli anni successivi all’invasione piemontese di Roma, pare pure con frequentazioni socialiste e massoniche. Egli stesso definì in seguito quel periodo “ senza sapore “ e “ stupido ”.

VOCAZIONE

Un po’ misogino a fronte di alcune fallite avventure sentimentali, era di carattere comunque sensibile, colto e parlava correttamente il francese e l’inglese, appresi da autodidatta.
La sua conversione resta avvolta in un fitto mistero. Un giorno di maggio del 1921, passeggiando per via del Tritone, per caso o per curiosità si afaccia nella piccola chiesetta di Santa Maria Odigitria, durante una predica in onore della Madonna e ne esce sconvolto.
Fin dal 1922 inizia a frequentare assiduamente i frati cappuccini della chiesa dell’Immacolata Concezione di Via Veneto, associandosi al locale Terz’Ordine Francescano, nei cui registri comincia da allora a comparire il suo nome. Professo il 23 dicembre 1923, rivestirà vari incarichi tra cui quello di Ministro.

L’APOSTOLATO

Insieme ad alcuni confratelli Terziari e della Conferenza di San Vincenzo parte in missione nel periferico e disagiato quartiere romano del Quadraro, dove in collaborazione con il Parroco della Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, comincia a dar vita ad un circolo giovanile e poi ad un oratorio vero e proprio. Sorgono strutture di fortuna, poi sempre più stabili con aule per il catechismo, campi da gioco ed un piccolo teatro.

L’EUCARESTIA AL CENTRO

Il fulcro educativo dell’attività pastorale di Canepa fu sempre la Santa Messa Domenicale con i bambini ed i ragazzi, poi la catechesi inframmezzata magari da una breve colazione con brioche, giochi ed attività ricreative. Dopo la Seconda guerra mondiale cominciò a maturare il progetto di costituire un’istituzione che promuovesse l’oratorio nelle parrocchie romane, idea che si concretizzò dapprima in un’opera denominata “Sinite Parvulos“, poi Federazione Oratori Romani, quindi definitivamente Centro Oratori Romani (C.O.R.).
Canepa segue personalmente, finchè può, tutti gli oratori associati, muovendosi sempre a piedi o con mezzi pubblici, malgrado disponga di adeguate risorse finanziarie, che preferisce mettere a disposizione delle sue opere. Così dal centro all’ estrema periferia fa ogni giorno la spola mettendo in pratica la convinzione che “la Chiesa o è missione oppure non è Chiesa “.
Nel 1956 gli oratori a Roma sono 55, i catechisti 560, i ragazzi partecipanti quasi diciottomila (considerando che a quel tempo v’erano solo un centinaio di parrocchie contro le 360 attuali).

MORIRE DA POVERO

Negli ultimi anni della sua vita, vedendo ormai svanire le sue forze, si ritirò presso la Clinica Santa Maria della Fiducia, all’Appio Tuscolano, dove morì il 2 novembre 1966 in seguito ad una trombosi cerebrale che lo aveva colto nella solennità di Ognissanti. Lo trovarono le suore della Clinica stessa, steso per terra: il modo più povero e solo di morire. Aveva 85 anni, di cui 45 dedicati all’apostolato negli oratori. Sepolto al Verano, la salma venne traslata il 23 novembre 1989 all’interno della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro, dove egli aveva iniziato la sua missione. I resti mortali di Canepa sono oggi custoditi in un sacello di granito rosso posto sulla sinistra della navata centrale. La ricognizione della salma effettuata dalle autorità ecclesiastiche in occasione della traslazione testimonia che il suo corpo è integro e non si è decomposto. Il 6 dicembre 1992, Sua Santità Giovanni Paolo II, visitando la parrocchia vi sostò in preghiera e ne benedisse la tomba. Il 26 maggio 1993 fu pubblicato l’editto relativo all’inizio della causa di Canonizzazione del Servo di Dio , Catechista della diocesi di Roma, Terziario Francescano.

* Antonio Fasolo, Ofs



“Chi lavorasse per fini naturali nell’Oratorio non troverebbe altro che inciampi e delusioni. La spiegazione di molti che non perseverano, dei contrasti interni, della tiepidezza nell’azione, derivano tutti dall’assenza di questo primo pilastro che è la coscienza di lavorare per amore di Dio e al servizio di Dio”.

“Cari catechisti… non dite mai “non ho tempo”. La mancanza di tempo è piuttosto l’espressione della mancanza di convinzione: non si è pienamente persuasi della grande importanza della nostra missione che non è di insegnare delle risposte a memoria,  ma di fare cristiani .


“Non si deve confondere la povertà  con la miseria:  la miseria è la mancanza del necessario. Gesù non l’ha mai consigliata.
Ha invece sempre insegnato di amare la povertà,  che consiste nel disprezzo del lusso  e di tutte le cose similari”. 


E’ fuor di dubbio che, ai nostri giorni, il problema più urgente è quello di rimediare al male tremendo che affligge la nostra società: quello di intere masse prive di ogni formazione e istruzione religiosa... La famiglia e la scuola... troppo spesso oggi vengono meno al loro compito... Non rimane che la parrocchia...“. 
“I fanciulli… Dobbiamo imparare a stimarli di più. Non dico di amarli! Perché amarli, più o meno, bisogna amarli tutti. Ma anche stimarli”. 


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Arnaldo Canepa. Vita e metodo di un catechista laico dell'oratorio
di Castro Piero, Spada Duilio, Missori Paolo - ed. Paoline


Per saperne di più su internet: vai al sito SANTI E BEATI
oppure alle pagine dedicate dal sito del COR al loro fondatore, ricco anche di foto e power point