per-Corso di formazione su Squilla Francescana

Mese per mese - nelle pagine di Squilla 2008-2009, si è giunti - passo-passo - a fare un per/Corso di formazione  (clicca qui) , trattare della conversione di Francesco e del formarsi della prima comunità di frati. Lo abbiamo compiuto in sincronia (e speriamo sintonia) con l’inizio dell’VIII Centenario della proto-regola, Capitolo delle stuoie e incontro della Famiglia francescana con Papa Benedetto XVI, rinverdendo quello che Francesco ebbe con Innocenzo III.
Dopo aver visto lo sgorgare del carisma che sarà poi del I e III ordine, si è dato poi voce a Santa Chiara e nel numero di  settembre alle sue figlie, le clarisse. A chiusura dell'anno, su Squilla On line riproponiamo questo "cammeo" su Santa Chiara di Cesare Catarinozzi. 
 

L’UMILTA’ DI SANTA CHIARA 


Santa Chiara d’Assisi cercò di coltivare nella sua vita la virtù dell’umiltà. Tre anni dopo la sua conversione voleva rifiutare l’incarico di badessa di S. Damiano, preferendo obbedire che comandare e accettò solo per le pressioni di San Francesco. Ma non respinse alcuna incombenza servile: era lei infatti a versare l’acqua sulle mani delle sorelle e a servirle a tavola mentre mangiavano.
Quando era costretta a impartire qualche ordine, lo faceva malvolentieri. Lavava personalmente i sedili delle inferme. Molto spesso lavava i piedi delle servigiali, che tornavano da fuori, e, lavatili, li baciava. Una volta stava lavando i piedi di una servigiale e, mentre stava per baciarli, quella, non volendo infliggerle un’umiliazione così grande, ritrasse il piede e senza volerlo colpì in viso S. Chiara. Ma ella riprese umilmente il piede della servigiale e vi impresse, sotto la pianta, un bacio.
                                                       
di Cesare Catarinozzi con passi tratti da “La leggenda di Santa Chiara