Incontro con il Pastore metodista Eric Noffke

Seguendo una tradizione ormai consolidata, come ha sottolineato il ministro Guido Fiorani, la fraternità francescana di S. Antonio in Roma ha dato vita, a conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ad un incontro ecumenico. L’ospite di turno è stato il pastore metodista Eric Noffke.
Marco Stocchi ha introdotto l’incontro, alla luce del testo di “Voi sarete testimoni di tutto ciò”, ricordando come il tema della preghiera per l’unità dei cristiani del 2010 si colleghi al ricordo della Conferenza missionaria internazionale di Edimburgo del 1910, che viene riconosciuta come l’inizio ufficiale del movimento ecumenico moderno. A quella conferenza presero parte diversi rami del protestantesimo e dell’anglicanesimo, cui si unì anche un ortodosso. Sono passati cento anni e la necessità dell’ecumenismo è più viva che mai, per testimoniare insieme l’evangelo Marco Stocchi ha anche ricordato l’enciclica “Ut unum sint” di Giovanni Paolo II.
Il pastore Eric Noffke ha spiegato come il metodismo sia nato in Inghilterra nel 1700: il nome metodismo, dato al movimento fondato da John Wesley, (nella foto), suo fratello Charles e Whitefield, fu dovuto proprio al “metodo” con cui essi e i suoi seguaci studiavano la Parola di Dio: incontri di preghiera, incontri di studio biblico. Un movimento di risveglio, dove c’è sempre più l’attenzione per una ricerca personale, di un incontro personale con Dio.
John Wesley una sera, leggendo la lettera ai Romani, passò da una percezione razionale della giustificazione per fede ad una percezione più intensa, ha sentito scaldarsi il cuore e trasformarsi la sua esistenza. Questo diverrà l’elemento centrale del metodismo: la ricerca della parola di Dio, che cambia l’esistenza.
Con la rivoluzione industriale e l’afflusso della popolazione nelle città si creano quartieri-dormitorio, con le peggiori piaghe: alcolismo, violenza domestica, famiglie distrutte… i pastori metodisti, ancora legati alla Chiesa Anglicana, in questa situazione predicano per le strade e per le piazze e chiamano la gente alla conversione, con i risultati notevoli, inoltre costruiscono scuole, ospedali ecc.
Oggi l’anno di lavoro del Partito Laburista in Inghilterra si celebra in una chiesa metodista, perché i primi sindacati inglesi (Trade Unions) nascono appunto da queste predicazioni. I quadri delle Chiese Anglicane erano allora costituiti da aristocrazia e alta borghesia, che vedevano con molto disprezzo il lavoro tra questa “gentaglia”. Così il metodismo si staccò gradualmente dall’anglicanesimo. Cominciano a predicare anche persone, che non sono pastori della Chiesa, tra cui anche alcune donne, prima attestazione del pastorato femminile.
Sorse il nodo della predestinazione, Johns e Charles Wesley credevano nella salvezza offerta a tutti, che l’uomo è libero di accettare o rifiutare. Ma esiste anche una Chiesa metodista di ispirazione calvinista. Il metodismo fu introdotto poi negli Stati Uniti e fu il grande protagonista del risveglio americano.
Il dibattito è stato molto vivace ed articolato, in particolare sul tema della predestinazione di origine calvinista. Maria Rosaria Cavuoti ha osservato come nel vangelo abbiamo la visione allegorica della fine del mondo, quando saremo giudicati sulla carità. Terribile la concezione di un Dio giudice? No, perché come ha rilevato Maria Rosaria, Dio bussa alla porta e l’uomo è libero di aprire o meno.
La Chiesa Metodista in Italia è strettamente legata a quella Valdese: insieme contano circa 30.000 membri e si riuniscono annualmente nel Sinodo.
Al termine dell’incontro si è pregato intensamente insieme, chiedendo al Signore il dono dell’unità.
Cesare Catarinozzi, ofs