OGNI GIORNO SI UMILIA ….


L’Eucaristia è  il presepe in cui adorare davvero il Verbo.
 
“Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.” (Tommaso da Celano )

C’è qualcosa che lega in maniera indissolubile la celebrazione del Natale di Cristo e la straordinaria venerazione che San Francesco nutriva nei confronti dell’Eucarestia.
Durante la ricostruzione della nascita di Gesù a Betlemme, che egli desiderò ardentemente  riproporre nella notte di Greccio, Francesco  fa celebrare l’euc-arestia cui lui stesso partecipa come diacono:  La tradizione del “presepio” esisteva probabilmente già prima di Francesco d’Assisi, ma egli la amò più di altri e, sul suo esempio, tanti a ragione trovarono, da allora, in essa, un’ espressione dell’amore di Dio e dell’uomo, nell’espresione sensibile della realtà dell’Incarnazione del Bambino Gesù. 



A Greccio Francesco volle vedere sensibilmente un bambino, il Bambino Gesù, poiché sapeva che la fede non è idea, immaginazione, sogno,  ma evento realizzato da Dio, nella pienezza dei tempi. Ma, soprattutto, Francesco credette e seppe che lo stesso Gesù, nato in terra 1200 prima, era realmente presente nell’eucarestia.

Così descrive la scena Tommaso da Celano:

“Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme... Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria.”
 

Lontano dalla tendenza "romantica" in cui oggi è avvolto, il Natale trova la sua memoria viva e vera nell'Eucaresta perchè questo sacramento è il presepe in cui si può adorare davvero il Verbo Incarnato. Già nel documento Ecclesia de Eucharistia (n. 55), si sottolinea che Questa,  non solo rimanda alla Passione e alla Resurrezione, ma “si pone al tempo stesso in continuità con l'Incarnazione”: Maria concepì nell'Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del corpo e del sangue, anticipando in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il corpo e il sangue del Signore”. 

Scrive Santo Francesco nelle Ammonizioni: [144] “Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull'altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero”. 

Bellissimo il commento  di P. Raniero Cantalamessa  predicatore della casa pontificia: “C’è una profonda analogia tra il buon ladrone e colui che si accosta con fede all’Eucaristia. Il buon ladrone sulla croce vide un uomo, per giunta condannato a morte, e credette che era Dio, riconoscendogli il potere di ricordarsi di lui nel suo Regno”. “Il Cristiano è chiamato a fare un atto di fede, da un certo punto di vista, ancora più difficile”: “Sulla croce si celava la divinità, qui però si cela pure l’umanità”. In tale maniera , nell’Eucarestia, vuole farci intendere San Francesco, il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: "Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo". L’eucarestia appare dunque una prosecuzione dell’Incarnazione di Cristo, come Incarnazione che continua nel tempo.

Di qui il tono di incontenibile gioia con cui egli ne parla: Eucarestia = Gesù di Nazareth: anche nell’Eucarestia come nel presepe di Betlemme egli ci invita a vedere e amare la Persona del Figlio di Dio.

Antonio Fasolo ofs