FRATERNITA' dell'O.F.S. SANT'ANTONIO
“Approfitto volentieri di questa occasione per
annunciare che ho deciso di indire uno speciale Anno della Fede, che avrà
inizio l’11 ottobre 2012 – 50° anniversario dell’apertura del Concilio
Ecumenico Vaticano II – e si concluderà il 24 novembre 2013, Solennità di
Cristo Re dell’universo”.
(Benedetto XVI alla recita dell’Angelus, 16
ottobre 2011)
Capita
ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per
le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno,
continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere
comune che non alla consistenza stessa di questa fede, così data per
scontata. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma
spesso viene perfino negato. Mentre nel passato
era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente
accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa
ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della
società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte
persone. Ovviamente noi cristiani non possiamo accettare che il sale
diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt 5,13-16). Anche
l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la
samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad
attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr Gv 4,14).
Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51).
Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51).
L’insegnamento di Gesù, infatti, risuona ancora ai nostri giorni con la stessa forza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la via eterna” (Gv. 6,27). L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo stesso anche per noi oggi: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” (Gv 6,28). Conosciamo la risposta di Gesù: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” (Gv 6,29). Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza.
Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Dice il Papa:
«Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli
comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è
l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo
orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Fondata sull’incontro con
Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità
e in tutto il suo splendore. Anche ai nostri giorni la fede è un dono
da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore
«conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere
cristiani». Per questo, tra le numerose iniziative che la Chiesa
proporrà ai fedeli durante questo periodo, grande spazio sarà dedicato
alla riscoperta dei documenti fondamentali del Concilio Vaticano II e
all’approfondimento del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Il
principale avvenimento ecclesiale all’inizio dell’Anno della fede sarà
la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata
da Papa Benedetto XVI nel mese di ottobre 2012 e dedicata a La nuova
evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana.
Nell’Anno
della fede occorrerà incoraggiare i pellegrinaggi dei fedeli alla Sede
di Pietro, per professarvi la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo,
unendosi con colui che oggi è chiamato a confermare nella fede i suoi
fratelli (cfr Lc 22, 32). Sarà importante favorire anche i pellegrinaggi
in Terra Santa, luogo che per primo ha visto la presenza di Gesù, il
Salvatore, e di Maria, sua madre.
Nel corso di quest’Anno sarà utile invitare i fedeli a rivolgersi con particolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e irraggia le principali verità della fede». È dunque da incoraggiare ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a seguirne la fede e le virtù. A tale scopo risulterà quanto mai conveniente effettuare pellegrinaggi, celebrazioni e incontri presso i maggiori Santuari.
Per
tutti i credenti, l’Anno della fede offrirà un’occasione propizia per
approfondire la conoscenza dei principali Documenti del Concilio
Vaticano II e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Così
pure risulta importante conoscere la testimonianza dei Santi e dei
Beati che sono gli autentici testimoni della fede. Il cui esempio
(soprattutto di quelli del proprio territorio o pertinenti alla propria
spiritualità professata), dovrà essere incoraggiata utilizzando anche i
moderni mezzi di comunicazione sociale.
Sarà
utile approfondire argomenti di carattere apologetico. Ogni fedele
potrà così meglio rispondere alle domande che si pongono nei diversi
ambiti culturali, in rapporto ora alle sfide delle sette, ora ai
problemi connessi con il secolarismo e il relativismo, ora agli
«interrogativi che provengono da una mutata mentalità che,
particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello
delle conquiste scientifiche e tecnologiche», così come ad altre
specifiche difficoltà.
L’Anno
della fede «sarà un’occasione propizia per intensificare la
celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare
nell’Eucaristia». Nell’Eucarestia, mistero della fede e sorgente della
nuova evangelizzazione, la fede della Chiesa viene proclamata, celebrata
e fortificata. Tutti i fedeli sono invitati a prendervi parte
consapevolmente, attivamente e fruttuosamente, per essere autentici
testimoni del Signore.
L’Anno
della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e
rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Riscoprire i
contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e
riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni
credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno.
Non
a caso, nei primi secoli i cristiani erano tenuti ad imparare a memoria
il Credo. Questo serviva loro come preghiera quotidiana per non
dimenticare l’impegno assunto con il Battesimo. Con parole dense di
significato, lo ricorda sant’Agostino quando, in un’Omelia sulla
redditio symboli, la consegna del Credo, dice: “Il simbolo del santo
mistero che avete ricevuto tutti insieme e che oggi avete reso uno per
uno, sono le parole su cui è costruita con saldezza la fede della madre
Chiesa sopra il fondamento stabile che è Cristo Signore … Voi dunque lo
avete ricevuto e reso, ma nella mente e nel cuore lo dovete tenere
sempre presente, lo dovete ripetere nei vostri letti, ripensarlo nelle
piazze e non scordarlo durante i pasti: e anche quando dormite con il
corpo, dovete vegliare in esso con il cuore”.
Per
fede i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del
Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al dono
più grande dell’amore con il perdono dei propri persecutori. Per fede
uomini e donne di tutti i tempi hanno consacrato la loro vita a Cristo,
lasciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la
povertà e la castità, segni concreti dell’attesa del Signore che non
tarda a venire.
Per
fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favore della giustizia
per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la
liberazione dall’oppressione e un anno di grazia per tutti (cfr Lc
4,18-19)
Per
fede, aggiungiamo noi, S. Francesco e dopo di lui una schiera
innumerevole di santi francescani hanno abbandonato tutto per seguire
Cristo povero e crocifisso.
Per
fede noi francescani secolari ci impegniamo con la professione a
raggiungere la perfezione della carità nel nostro stato di vita.
Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata
“beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia, di impegno e di
conversione.
Ed egli disse loro: "Perché avete paura, o gente di poca
fede?" Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran
bonaccia. Mt. 8:26