Testimonianze: Mao Valpiana (Movimento Nonviolento) ricorda l'obiettore di coscienza Franz Jaegerstaetter (2007)

Sara' pure una coincidenza, ma Franz Jaegerstaetter e' nato nel 1907 (cent'anni fa), proprio l'anno in cui Gandhi "inventava" il suo primo Satyagraha in Sudafrica, cioe' un movimento basato sulla forza della verita', destinato a coniare la nonviolenza moderna.
Sara' pure una coincidenza ma Franz e il satyagraha sono nati insieme... A volte conviene crederci alle coincidenze... Ora sappiamo dalla Chiesa che Franz Jaegerstaetter fu un perfetto cristiano.

Ci piacerebbe che anche gli stati riconoscessero che fu un perfetto cittadino. Tutti coloro che per convinzione, interesse, paura, convenienza, seguirono o non si opposero al nazismo, e furono la quasi totalita' degli europei, avevano torto. I pochissimi, come Franz Jaegerstaetter, che non collaborarono al degrado civile, culturale, morale, dell'Europa nazista, avevano dunque ragione. Pago' con la vita il suo essere perfetto cristiano e perfetto cittadino, ma e' solo grazie a persone come lui che la Chiesa e l'Europa oggi possono ancora parlare ai giovani ed essere ascoltate.


"Imparino i vivi dal destino dei morti" sta scritto sul monumento al centro del campo di Mauthausen, uno dei luoghi di sterminio piu' feroci del nazismo. E' una frase di speranza, che guarda ai vivi, al domani, mentre tutto intorno trasuda di sangue e di morte, la' dove venivano allineati nudi, spogliati di tutto - anche del nome - i nuovi prigionieri arrivati allo Schutzhaftlager, il "campo di internamento protettivo".
Mauthausen dal 1939 al '45 ha visto passare piu' di 195.000 prigionieri, per farli lavorare nelle cave di pietra o nell'industria bellica pesante.
Oltre 105.000 sono morti, ammazzati o deceduti per i patimenti delle condizioni di vita, la fame, il freddo. A Mauthausen si moriva nelle camere a gas, camuffate da docce, per impiccagione, con il colpo alla nuca, e poi si finiva nei forni crematori.
Furono sterminati in questo modo prima i detenuti comuni, poi i comunisti e i socialisti tedeschi, fu quindi la volta dei polacchi e degli ebrei, degli spagnoli repubblicani che furono deportati anche con i bambini, e poi artisti, intellettuali, sacerdoti, prigionieri di guerra dall'Unione Sovietica, prigionieri politici dalla Francia, dal Belgio, dall'Olanda, dall'Italia.
Infine furono 22.000 i disertori e obiettori di coscienza condannati a morte dai tribunali militari nazisti dal 1940 al '45. Oltre 15.000 di queste condanne furono eseguite e moltissimi giovani renitenti furono sterminati proprio a Mauthausen.

Nel 1997 per iniziativa del Beoc (Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza), con il patrocinio del Consiglio d'Europa e il consenso del governo austriaco, partecipai con una delegazione di obiettori di coscienza provenienti dai paesi di tutta Europa, all'inaugurazione di una targa, che porta il simbolo del fucile spezzato, dedicata ai giovani tedeschi che durante il nazismo rifiutarono di entrare nella Wehrmacht di Hitler. C'e' scritto: "Per la resistenza nonviolenta nella Wehrmacht Contro la guerra e i suoi crimini Per gli obiettori di coscienza e i disertori In memoria delle migliaia di vittime della giustizia militare nazista".

Oggi quella targa, posta a fianco di quella del popolo ebraico, degli zingari, degli omosessuali, dei prigionieri politici, testimonia che gli obiettori di coscienza furono tra le vittime principali del nazismo, scientificamente sterminati perche' costituivano un reale pericolo destabilizzante per il regime. E furono annientati senza nemmeno il diritto alla qualifica di obiettori o disertori, archiviati solo come numeri negli elenchi degli asociali o dei delinquenti comuni.
Riconoscerli come obiettori sarebbe stato gia' di per se' un elemento sovversivo. E' lo stesso motivo per cui a Franz Jaegerstaetter, prima di essere decapitato, venne comunicata la perdita della dignita' militare e gli vennero disconosciuti i diritti civili. Probabilmente il giudice militare non si e' nemmeno reso conto del paradosso di questa decisione: la perdita della dignita' militare ai nostri occhi significa l'acquisizione della dignita' civile, e il disconoscimento dei diritti civile, oggi lo comprendiamo come il riconoscimento del dovere religioso. 

La targa affissa ufficialmente sul muro del pianto di Mauthausen e' importante anche come contributo per far accettare all'Austria e alla Germania la loro storia. La popolazione civile conosceva bene la realta' dei campi di concentramento, ma all'epoca fingeva di non vedere e oggi ha rimosso questa convivenza. Pressoche' ogni famiglia in Europa e' stata toccata, seppur con diverso peso, da questa guerra. E' forse anche per questo che la proposta di riabilitazione dei disertori e degli obiettori (ai sopravvissuti o alle vedove e' stata finalmente riconosciuta la pensione) ha fatto molta fatica ad essere accettata in Germania. Ci sono voluti piu' di 60 anni per far emergere la verita' storica.

Anche in Italia durante il regime fascista ci fu chi si oppose con la nonviolenza ed attuo' l'obiezione di coscienza, incurante delle conseguenze. Lo sviluppo di un'iniziativa coerente ed efficace contro la guerra, e dunque ispirata alla nonviolenza, e' stato l'impegno prioritario di Aldo Capitini (il filosofo fondatore del Movimento Nonviolento) fin dal periodo antifascista e resistenziale.

"Certo io ero sconfitto - annota nel suo ultimo scritto -  "attraverso due terzi di secolo - ma soprattutto perche' la mia attivita' non era stata capace di costituire gruppi' di nonviolenti. Con persuasione nonviolenta c'erano stati, oltre me, amici fin dal momento pisano del 1931-'32 e perfino tra i partigiani ci furono alcuni che non tolsero mai la sicura al loro fucile. Ma eravamo sparsi, e nulla sapemmo organizzare che fosse visibilmente coerente, efficiente e conseguente ad idee di nonviolenza".

Nel dopoguerra questo tema ritorna con forza in tutti i suoi scritti e nelle iniziative. In un articolo sul "Nuovo Corriere", del luglio 1948 (lo si puo' trovare in Italia nonviolenta, sotto il titolo "Opposizione alla guerra") scrive:
"In Italia accanto al vecchio pacifismo, si e' sviluppato un nuovo pacifismo. Gia' in antitesi al fascismo si ebbero nuclei nonviolenti, ed alcuni furono imprigionati od esuli per rifiuto del servizio militare".
Chi si opponeva al nazifascismo con l'obiezione di coscienza, senza armi, era forse considerato un pericolo maggiore perche' minava il concetto di base su cui si reggeva il regime: la violenza. Questa ideologia totalitaria voleva annientare tutto cio' che era in antitesi e diverso dal punto di vista della "razza", della religione, della filosofia di vita o dell'opinione politica. I campi di concentramento che sono visitati ogni anno da moltissimi giovani, sono una testimonianza di un dramma della storia recente dell'Europa e dell'umanita'

Dopo questi milioni di morti, dopo tanto orrore, i popoli europei hanno accettato di unire i loro destini. Anche se imperfetto, il grande cantiere politico della costruzione europea mostra che e' possibile creare una zona di pace grazie alla cooperazione e alla solidarieta' reciproca fra i popoli. Noi dobbiamo rendere omaggio ai 25.000 obiettori di coscienza, disertori e renitenti, che sono stati uccisi dal regime nazista perche' rifiutarono di partecipare all'avventura guerrafondaia e all'Olocausto. Il valore della testimonianza di questi obiettori di coscienza sotto il nazismo e' universale.

Da allora la storia ci ha riservato altre guerre, alcune piu' circoscritte ma non meno orribili. Il fenomeno della decolonizzazione ha conosciuto la guerra d'Algeria combattuta dalla Francia, durante la quale milioni di giovani francesi hanno disertato. Trentacinque anni fa molti soldati americani rifiutarono di bombardare con il napalm i contadini vietnamiti.
Piu' recentemente 200.000 cittadini dell'ex-jugoslavia si sono rifugiati in Europa occidentale per non partecipare alla guerra di pulizia etnica condotta nei loro paesi.
E ancora, ricordiamo quei soldati russi che hanno rifiutato di bombardare la citta' di Grozny e di combattere la guerra contro i ceceni. 
Anche i refusnik israeliani che rifiutano di compiere azioni illegali nei campi palestinesi, attuano una obiezione, come gli anonimi soldati americani che non vogliono tornare in Iraq dopo aver visto cosa
significa quella guerra, come pure quei soldati birmani che si sono rifiutati di sparare sugli inermi monaci buddisti che manifestavano pregando per la democrazia e la liberta'.

La coscienza umana, dunque, e' l'ultimo baluardo contro la tirannia. Quando qualche giovane mi chiede cosa sia l'obiezione di coscienza, racconto sempre questa storia: 

"Una sera dí inverno del 1891, a Mosca, il conte Leone Tolstoj vide una guardia municipale che trattava brutalmente un mendicante. Egli interpello' il funzionario chiedendogli: "Hai mai letto il Vangelo?". Al che il poliziotto rispose: "E tu, non conosci il nostro regolamento?".  

Tutto il problema dell'obiezione di coscienza e' contenuto, in piccolo,  in questo dialogo.

Quando la regola sociale non coincide con la regola morale, si  creano le condizioni dell'obiezione di coscienza. Il contenuto fondamentale dell'obiezione di coscienza e' il rifiuto di una legge, o di un ordine costituito, quando questi vogliono nascondere o far accettare situazioni di violenza, di ingiustizia o di oppressione.

L'obiezione di coscienza al servizio militare (strumento che rende possibile la guerra, il piu' grande crimine contro l'umanita') ha fatto recentemente molti progressi grazie anche al suo riconoscimento come diritto umano fondamentale da parte delle Nazioni Unite e del Parlamento Europeo. Molti di noi sognano un'Europa dove non esista piu' lo spirito di conquista militare; vogliamo un'Europa che faccia delle prevenzione dei conflitti il punto forte della sua politica estera.
Che la forza del pensiero e della testimonianza di personalita' come Gandhi, Martin Luther King e Franz Jaegerstaetter guidi i nostri passi verso una societa' piu' nonviolenta e piu' fraterna.

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 269 del 10 novembre 2007