3^ dom. di Quaresima (Gv. 4, 5-42)
Via via che la donna samaritana lascia la sua diffidenza, le appare il mistero di Gesù. Non è uno qualsiasi, e per di più uno straniero e nemico, che chiede da bere; ma lui stesso si rivela il Pozzo di acqua viva, che è lo Spirito.
Gesù e la samaritana, incisione di Gustave Dorè |
La vita, il dolore umano, tutto è rapportato alla
misura. Se manca il contrappeso dell’eternità, ogni sofferenza, ogni sacrificio
appare assurdo sproporzionato. Sarebbe un grande guadagno, non solo per la
Chiesa ma anche per la società, riscoprire il senso dell’eternità. Aiuterebbe a
ritrovare l’equilibrio, a relativizzare le cose, a non cadere nella
disperazione di fronte alle ingiustizie e al dolore che ci sono nel mondo, pur
lottando contro di esse.
Bisogna stare attenti, però, a non cercare
l’esperienza dell’infinito nella droga o in altre cose, dove alla fine, c’è
solo delusione e morte. “Chi beve quest’acqua avrà ancora sete” dice Gesù alla
samaritana. Bisogna cercare l’infinito in alto, non in basso; al di sopra della
ragione non al di sotto di essa, nelle ebbrezze irrazionali.
E’ chiaro che non basta sapere che esiste
l’eternità, bisogna anche sapere come si fa a raggiungerla.
Adelaide Rossi, ofs