IL B. AMATO RONCONI, LAICO FRANCESCANO E IL B. LUDOVICO DA CASORIA, FRATE MINORE ... SANTI !

Osservatore Romano
17 aprile 2014


Papa Francesco ha ricevuto martedì il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Francesco ha autorizzato il dicastero a promulgare i decreti riguardanti due prossimi nuovi santi e due nuovi venerabili. Saranno presto canonizzati due italiani:

Il beato Ludovico da Casoria (al secolo: Arcangelo Palmentieri), sacerdote professo dell'ordine dei Frati Minori e fondatore della Congregazione delle suore Francescane Elisabettine dette Bigie, nato a Casoria l'11 marzo 1814 e morto a Napoli il 30 marzo 1885.

Il beato Amato Ronconi, del terz'ordine di San Francesco, fondatore dell'Ospizio dei Poveri Pellegrini della città di Saludecio ora Casa di Riposo / Opera Pia Beato Amato Ronconi, nato a Saludecio nel 1226 circa e morto a Rimini nel 1292 circa.

Due nuovi santi e due nuovi venera­bili per la Chiesa. L’autorizzazione alla pubblicazione dei relativi decreti è stata data da papa Francesco al prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Amato. Per entrambi i nuo­vi santi, che sono italiani, è stato riconosciuto il miracolo attribuito alla loro intercessione.

Si tratta del beato Ludovico da Casoria (al se­colo Arcangelo Palmentieri), che fu sacer­dote dell’Ordine dei Frati Minori e fondato­re della Congregazione della Suore France­scane Elisabettine, note anche con il nome di «Bigie».
 

Nato a Casoria l’11 marzo 1814, di­venne sacerdote nel 1837 e si impegnò nel­l’insegnamento della filosofia e della mate­matica. Nel 1854 cominciò a dedicarsi su sug­gerimento del sacerdote genovese padre Nic­colò Olivieri, al riscatto dei bambini negri venduti come schiavi. Ben presto aumenta­rono e - con l’aiuto di suor Anna Lapini, fon­datrice delle Stimmatine - nacque per le bim­be il collegio delle 'Morette'. Seguirono al­tri istituti destinati a bimbi in difficoltà. Fondò i cosiddetti Frati Bigi e le suore Elisa­bettine. Il Vaticano gli affidò la missione di Scellal, in Sudan, che però durò poco. Morì a Napoli nel 1885 ed è beato dal 1993.

vedi sito: "Santi e beati" - Autore: Antonio Borrelli 

Il se­condo santo è Amato Ronconi, del Terz’Or­dine francescano, fondatore dell’Ospizio dei poveri pellegrini della citta di Saludecio, ora nota come casa di riposo-opera pia beato A­mato Ronconi, nato a Saludecio nel 1226 e morto a Rimini nel 1292 circa. Deciso a vi­vere secondo il Vangelo, Amato Ronconi, fi­glio di una ricca famiglia, si dedicò in un pri­mo tempo all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini costruendo per loro un ospizio sul Monte Orciale. Donate poi tutte le sue so­stanze ai poveri si ritirò ad una vita di rigo­rosissima penitenza.

vedi sito: "Santi e beati" - Autore: Antonio Borrelli
Enrico Lenzi, Avvenire 17 aprile 2014 

IL FRATE MINORE LUDOVICO DA CASORIA,
UNA VITA DEDICATA AL RISCATTO DEI PICCOLI
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Da docente di filosofia e matematica a difensore dei bambini venduti come schiavi. Il prossimo santo Ludovico da Casoria ha dedicato la propria vita per i più giovani. Ebbe anche attenzione per gli anziani, per i quali istituì una infermeria in un edificio a Scudillo di Capodimonte in Napoli. Nel 1854 inizia il suo impegno per i bambini schiavi, con l’accoglienza di due piccoli. Ottenute le necessarie approvazioni dai suoi superiori e sotto il beneplacito reale, nel 1856 aveva riunito, nel convento La Palma allo Scudillo, già nove bimbi negri, indirizzandoli agli studi, alcuni di essi furono poi battezzati solennemente dal cardinale arcivescovo di Napoli. Nel 1857 ottenne che il re Ferdinando II riscattasse 12 bambini, che andò personalmente a prendere ad Alessandria in Egitto. Nel 1860 erano diventati 64. Per gestire e sostenere i vari Istituti che in seguito sorsero per gli orfani, sordomuti, rachitici, sofferenti e poveri in genere, fondò due Congregazioni, i Terziari Francescani Regolari detti frati Bigi (dal colore del saio) per gli uomini e la Congregazione delle Elisabettine per le donne. Morì a Napoli il 30 marzo 1885. Il suo corpo è sepolto presso l’Ospizio Marino di via Posillipo, 24 . È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993.

"NAPOLI, TERRA DI MARE, DI SOLE, DI LUCE E TANTA GRAZIA DIVINA".  
Dal sito "OFM - Frati Minori dell'Umbria" : Papa Francesco ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, martedì 15 aprile 2014, ha promulgato il decreto inerente a un miracolo attribuito al frate francescano beato Ludovico da Casoria (1814-1885).
Quando la beata Maria Cristina di Savoia - proclamata beata lo scorso 14 gennaio - a 23 anni morì il 31 gennaio 1836, il giovane Arcangelo Palmentieri - di soli due anni più giovane di lui - era diventato frate francescano da soli due anni con il nome di Ludovico da Casoria.
Fra Ludovico da Casoria per 20 anni insegnò matematica e filosofia a Napoli e occupandosi della farmacia del convento che trasferì con sé a Capodimonte. Nel 1854 iniziò a operare per il riscatto dei bimbi africani dalla schiavitù, accogliendo i primi due, salvati da un prete genovese, Niccolò Olivieri. Ben presto aumentarono e - con l'aiuto di suor Anna Lapini, fondatrice delle Stimmatine - nacque per le bimbe il collegio delle "Morette". Fondò i cosiddetti Frati Bigi e le Suore Elisabettine. Morto a Napoli nel 1885 è stato beatificato il 18 aprile 1993 dal beato (prossimo alla canonizzazione: fra pochi giorni, il 27 aprile) Giovanni Paolo II. Con la canonizzazione del beato Ludovico da Casoria, suddito della beata Maria Cristina di Savoia, si conferma quanto lo stesso cardinal Angelo Amato ebba a dire in occasione della beatificazione della Reginella Santa: «Napoli, terra di mare, di sole, di luce e di tanta grazia divina».


SAN LUDOVICO DA CASORIA
FONDATORE DELLE SUORE FRANCESCANE ELISABETTINE
DEL TERZ'ORDINE FRANCESCANO REGOLARE


Nel 1866 1e prime Suore indossarono l'abito religioso. Il carisma specifico dell'Istituto viene espresso dal Fondatore nel Testamento ed in una lettera scritta nel 1865 dal "Nilo" alle Suore Elisabettine.
Nel Testamento dice: L'anima mia si liquefaceva di amore per Gesù Cristo, ed ardeva dentro di me un grandissimo fuoco di amore per i poverelli di Gesù Cristo. I Sacerdoti malati furono i primi miei amori, poi i poveri africani, per i quali avrei voluto esporre la mia vita per la loro salvezza; i muti, i ciechi, i vecchi e gli orfanelli sono stati gli amori del mio cuore, della mia fantasia e della mia povertà.
Nella lettera dal Nilo si esprime: Il Santo Padre di questo Istituto è S. Francesco d'Assisi e la Santa Madre è S. Elisabetta d'Ungheria... La povertà altissima del Serafico Padre e la carità regina della Serafica Madre, sono le norme generali dell'Istituto delle Suore Elisabettine.
Da questo carisma scaturiscono le specifiche qualità dell'Istituto, le quali sono indicate negli Statuti scritti dal Beato Padre Ludovico, dove all'art. 3 si legge: Le opere in cui specialmente si esercitano le figlie del Terz'Ordine nell'Istituto delle Suore Francescane Elisabettine sono: l'educazione delle giovanette nella religione cattolica, nelle attività domestiche e nelle lettere, singolarmente poi, l'educazione e l'istruzione delle fanciulle povere, delle orfane, delle morette, delle sordomute, delle fanciulle cieche, l'assistenza agli infermi negli Ospedali, e in altre opere di questa natura.