OSTENSIONE 2015: INDAGINE SULLA SINDONE di Antonio Fasolo


Se la realtà supera la finzione. Siamo ormai abituati a seguire i metodi d’indagine delle nostre forze di polizia e possiamo facilmente immaginare cosa succederebbe se esse potessero intervenire sulla scena del crimine più conosciuta del mondo, là fra le strade polverose e torride della Gerusalemme antica, dove tutti i reperti fossero stati rinvenuti e consegnati in laboratorio per le analisi.

Quello più curioso sarebbe certo un lenzuolo funebre di lino prezioso, tessuto con una tecnica di rara perfezione e solitamente destinato ad un uso meno profano. Le vesti del Sommo Sacerdote, i tendaggi ed il velo del Tempio, rigorosamente manufatti allo stesso modo . Ma il lenzuolo è inzuppato di sangue e mostra , ad una certa distanza , la sagoma definita d’un uomo torturato e ucciso in maniera impressionante. L’equipe che la analizzasse getterebbe pure luce su uno dei più inquietanti delitti degli ultimi 2000 anni.

Tra fantasia e realtà, la sindone rappresenta senz’altro uno degli oggetti più indagati al mondo per il quale siano state utilizzate le migliori tecniche scientifiche (sia pure con qualche celebre infortunio – vedi datazione al radiocarbonio) finora conosciute.

E se la storia della sua scoperta è talmente complessa da non potersi riassumere in così poche righe, va sicuramente detto che questo reperto sembra essere proprio la prova definitiva della resurrezione di Cristo, che solo uomini del nostro tempo, razionali e scientifici, potevano indagare ed apprezzare al meglio delle sue potenzialità.

Le coincidenze sono tali e tante che, sommate alle acquisizioni scientifiche, diventa statisticamente sicuro che quell'uomo avvolto nella Sindone sia Gesù di Nazareth.

Il calcolo è anche stato fatto, basandosi su «cento affermazioni derivanti dai risultati più importanti delle ricerche eseguite». Le equazioni che defini­scono il modello probabilistico si trovano in uno studio pubblicato anche su Internet (http://www.shroud.it/) ma i risultati, in sintesi, sono riportati da Giulio Fanti ed Emanuela Marinelli nel libro “La Sindone rinnovata. Misteri e certezze”.

Le probabilità che la Sindone sia autenticamente il lenzuolo che avvolse il corpo morto di Gesù sono del 100 per cento con un'incertezza del 10-83, «che significa un numero compreso fra 99 seguito da ottantuno 9 dopo la virgola e 100 per cento». In pratica la certezza assoluta raggiungibile umanamente.

Ora veniamo alla vera notizia che la Sindone fornisce. Le analisi scientifiche condotte con strumenti che solo oggi possediamo sono pervenute a quattro certezze:
1) la medicina legale afferma che quel lenzuolo ha sicuramente avvolto un corpo morto di un uomo crocifisso (lo dimostra il tipo di sangue fuoriuscito e la rigidezza cadaverica). Del resto, il famoso chirurgo parigino Pierre Barbet, l'inglese David Wtllis e tanti altri, sono giunti alla conclusione, studiando la ferita al fianco di Gesù, che la lancia aveva trapassato il cuore.
2) L'équipe di scienziati americani dello STURP (progetto di ricerca e investigazione sulla Sindone di Torino) che nel 1978 poté analizzare dettagliatamente, con strumenti raffinatissimi, la Sindone è giunta alla conclusione che questo corpo morto non è stato dentro al lenzuolo più di quaranta ore perché non vi si riscontra alcun segno di putrefazione.
3) Inoltre dai loro studi si apprende che i contorni delle macchie di sangue rivelano che non vi fu alcun movimento fra il corpo e il lenzuolo. Questo mancato strappo dei coaguli ematici rivela che il corpo non si spostò, né fu spostato (cade quindi l'antico sospetto di una sottrazione del cadavere). Ma soprattutto porta alla constatazione scientifica di una sorta di smaterializzazione improvvisa del corpo dentro al lenzuolo.
4) Insieme a questo fenomeno è avvenuto l'inspiegabile sprigionamento di un' energia sconosciuta dal corpo stesso che ha cosi impresso - con modalità sconosciute ­ l'immagine del lenzuolo, come se lo avesse attraversato (Arnaud-Aaron Upinsky nota che «la Sindone porta la prova di un fatto metafisico»).
Queste quattro notizie, considerate insieme, sono spiegabili solo nel caso in cui il corpo morto di questo trentenne ebreo, crocifisso dai romani, che ha sui calcagni e in faccia tracce di terra di Gerusalemme, d'improvviso, circa 36 ore dopo la morte, avesse sprigionato un' energia sconosciuta, attraversando il lenzuolo che lo avvolgeva da parte a parte, senza alcun movimento fisico fra il corpo e il tessuto, con il lenzuolo che poi si affloscia su se stesso. È una descrizione che può essere sintetizzata solo da una parola: resurrezione.

Attenzione, non stiamo parlando di una resurrezione come rianimazione di un cadavere, analoga - diciamo - aquella di Lazzaro, riferita dai Vangeli, perché in questo caso vi sarebbero stati segni di sfregamento delle macchie di sangue sul tessuto, di alterazione dei coaguli e probabilmente di putrefazione, inoltre non vi sarebbe stata la formazione dell' immagine.

La Sindone documenta la resurrezione di un corpo (dopo un giorno e mezzo dalla morte) che è lo stesso corpo, ma con caratteristiche «fisiche» diverse da prima, perché adesso quello stesso individuo fisico non appare più sottoposto ai limiti spazio-temporali, tanto che passa attraverso il lenzuolo. Sono esattamente le caratteristiche che ­ secondo la descrizione evangelica - aveva il corpo risorto di Gesù, che infatti mostrava i buchi provocati dai chiodi: un corpo che si poteva toccare, il corpo vivente di un uomo che si mette a mangiare del pesce con i suoi amici, ma - dicono i testimoni oculari nei Vangeli - anche un corpo che adesso entra nella stanza a porte sbarrate, come attraversando i muri, e che ha il potere di apparire o scomparire all'improvviso.

“Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». (Gv. 20,25 )

Quindi ancora una volta la Sindone contiene una prova fisica di una notizia inaudita scritta nei Vangeli. E certamente non può essere una prova fabbricata ad arte perché quelle caratteristiche si sono potute scoprire sulla Sindone solo alla fine del XX secolo, grazie ai moderni mezzi tecnici, e non si possono produrre neanche oggi, quindi nessun uomo medievale che avesse fabbricato tale manufatto (non si sa come) avrebbe mai potuto produrle. Per questo c'è chi ha visto nella Sindone un messaggio rivolto specialmente all'uomo del nostro tempo. Che, diversamente dal passato, può decifrare questi dati sconvolgenti, ma che - come l'uomo medievale - non può produrli. Anche per noi, oggi, è impossibile far resuscitare un morto. E ancor più è impossibile attribuire a quel corpo quei poteri sovrannaturali. La Sindone contiene dunque due notizie enormi:

  • c'è l'immagine, misteriosa e inspiegabile, di un uomo crocifisso che non può essere stata fatta da mano umana, ma solo da una fonte di energia ignota irradiata da quel corpo;
  • soprattutto c'è la prova scientifica che nella storia è esistito un caso di resurrezione ed è stata la resurrezione di un uomo crocifisso il cui corpo è tornato a vivere, circa trentacinque ore dopo la morte, con poteri nuovi che superano le leggi naturali.

Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono:  

«Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell`uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra». (Mt 12.38).
Antonio Fasolo ofs