"FRATE ELIA DA CORTONA, TRA REALTA' E MITO": il convegno organizzato dalla diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, con
il Patrocinio del Comune di Cortona e in collaborazione con la
Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, il
Centro interuniversitario di Studi francescani e la Società
internazionale di Studi francescani e le Famiglie francescane di
Cortona, ha offerto un importante momento di riflessione e studio sulla
figura di frate Elia da Cortona.
PROGRAMMA
PROGRAMMA
Numerosi gli interventi delle due
giornate: Jacques Dalarun, Maria Pia Alberzoni, don Felice Accrocca e
insieme a Paolo Capitani, Michele Pellegrini, Fulvio
Cervini e Giulia Barone hanno proposto uno studio sul primo ministro
generale (1232-39) succeduto a Francesco dopo la sua morte e
canonizzazione.
Frate Elia fu un personaggio discusso e divisorio da un lato, ma anche testimone di Francesco e sostegno per la stessa Chiara dopo la morte di quest’ultimo dall’altro. Fu probabilmente lo stesso Elia a diffondere la fama di Chiara e delle damianiti in Boemia arrivando al cuore di Agnese e fu probabilmente grazie ai frati inviati lì che le due donne poterono sostenersi e darsi consigli per perseverare sulla stessa via di Madonna Povertà invocata da Francesco e da Chiara, che ottenne, vale la pena di ricordare, il documento del Privilegio della povertà da Gregorio IX. La stima di Chiara nei confronti di Elia e la collaborazione e l’amicizia spirituale tra i due per la diffusione del carisma della comunità di San Damiano è testimoniata anche da queste parole della seconda lettera che Chiara scrive ad Agnese di Praga, documento datato tra il 1234 e il 1238: “Riguardo a questo, perché tu possa percorrere più sicura la strada dei divini mandati, attieniti ai consigli del venerabile Padre Nostro frate Elia, ministro generale, ed anteponili ai consigli di qualsiasi altri e ritienili più preziosi per te di qualsiasi dono” (FF 2877).
Elia fu compagno e testimone di Francesco prima e di Chiara in seguito e ministro generale dell'ordine dal 1232 al 1239, ricoprendo l’importante ruolo di promozione della realizzazione della basilica di San Francesco ad Assisi dopo la morte di Francesco. Frate laico e politico, si trovò a dover affrontare situazioni politiche di forte rilevanza tanto che il suo appoggio a Federico II gli valse la scomunica, resa pubblica ed effettiva nel 1240, e l’allontanamento dall’ordine. Solo negli ultimi tempi si riconcilierà col papato proprio a Cortona, città che l’accolse e da cui ricevette un appezzamento di terreno su cui costruire una domus: vi costruirà invece la chiesa dedicata a San Francesco in cui farà custodire alcune reliquie dell’amico santo assisiate, chiesa che oggi conserva anche le spoglie di Elia.
Il convegno di Cortona è stato senza dubbio un appuntamento per riparlare della figura di frate Elia approfondendo tanti aspetti: dal suo legame con Francesco al sostegno a Chiara e alle altre Sorores; dall’architettura all’alchimia; dalla scomunica alla riconciliazione.
Numerosi gli spunti di riflessione e di studio proposti. Tra i tanti ci piace ricordare l’importanza delle relazioni fraterne tra fratres e con Francesco; la semplicità dei rapporti umani che passava anche attraverso relazioni concrete di amicizia e spirituali, affettive e di preghiera. Recuperare l’aspetto affettivo delle relazioni è stato uno degli auspici lanciati a conclusione del convegno proprio perché i frati “si sono messi nelle mani di Francesco, affidati alle sue mani” come ha sottolineato Jacques Dalarun per rimarcare l’importanza della concretezza delle relazioni e della fiducia che era alla base degli ‘uomini di fede’. La stessa fiducia dimostrata da Chiara la notte della domenica delle Palme quando si è consacrata al Signore davanti all’altare della Porziuncola, affidandosi alle mani di Francesco che le ha tagliato i capelli con la tonsura in segno di consacrazione, anche se non ne aveva l’autorità. Si è fidata e affidata al Signore attraverso le mani del suo fratello, Francesco.
A dimostrazione di come sia lontana la logica umana da quella divina, di quanto l’azione dello Spirito operi anche attraverso vie inusuali agli occhi del mondo e di come riesca a trasformare tutto in grazia. Impercettibili agli occhi e al cuore dell’uomo il tormento di un’anima e il suo percorso di conversione, evidenti invece agli occhi di Dio che ne prova misericordia.
Frate Elia fu un personaggio discusso e divisorio da un lato, ma anche testimone di Francesco e sostegno per la stessa Chiara dopo la morte di quest’ultimo dall’altro. Fu probabilmente lo stesso Elia a diffondere la fama di Chiara e delle damianiti in Boemia arrivando al cuore di Agnese e fu probabilmente grazie ai frati inviati lì che le due donne poterono sostenersi e darsi consigli per perseverare sulla stessa via di Madonna Povertà invocata da Francesco e da Chiara, che ottenne, vale la pena di ricordare, il documento del Privilegio della povertà da Gregorio IX. La stima di Chiara nei confronti di Elia e la collaborazione e l’amicizia spirituale tra i due per la diffusione del carisma della comunità di San Damiano è testimoniata anche da queste parole della seconda lettera che Chiara scrive ad Agnese di Praga, documento datato tra il 1234 e il 1238: “Riguardo a questo, perché tu possa percorrere più sicura la strada dei divini mandati, attieniti ai consigli del venerabile Padre Nostro frate Elia, ministro generale, ed anteponili ai consigli di qualsiasi altri e ritienili più preziosi per te di qualsiasi dono” (FF 2877).
Elia fu compagno e testimone di Francesco prima e di Chiara in seguito e ministro generale dell'ordine dal 1232 al 1239, ricoprendo l’importante ruolo di promozione della realizzazione della basilica di San Francesco ad Assisi dopo la morte di Francesco. Frate laico e politico, si trovò a dover affrontare situazioni politiche di forte rilevanza tanto che il suo appoggio a Federico II gli valse la scomunica, resa pubblica ed effettiva nel 1240, e l’allontanamento dall’ordine. Solo negli ultimi tempi si riconcilierà col papato proprio a Cortona, città che l’accolse e da cui ricevette un appezzamento di terreno su cui costruire una domus: vi costruirà invece la chiesa dedicata a San Francesco in cui farà custodire alcune reliquie dell’amico santo assisiate, chiesa che oggi conserva anche le spoglie di Elia.
Il convegno di Cortona è stato senza dubbio un appuntamento per riparlare della figura di frate Elia approfondendo tanti aspetti: dal suo legame con Francesco al sostegno a Chiara e alle altre Sorores; dall’architettura all’alchimia; dalla scomunica alla riconciliazione.
Numerosi gli spunti di riflessione e di studio proposti. Tra i tanti ci piace ricordare l’importanza delle relazioni fraterne tra fratres e con Francesco; la semplicità dei rapporti umani che passava anche attraverso relazioni concrete di amicizia e spirituali, affettive e di preghiera. Recuperare l’aspetto affettivo delle relazioni è stato uno degli auspici lanciati a conclusione del convegno proprio perché i frati “si sono messi nelle mani di Francesco, affidati alle sue mani” come ha sottolineato Jacques Dalarun per rimarcare l’importanza della concretezza delle relazioni e della fiducia che era alla base degli ‘uomini di fede’. La stessa fiducia dimostrata da Chiara la notte della domenica delle Palme quando si è consacrata al Signore davanti all’altare della Porziuncola, affidandosi alle mani di Francesco che le ha tagliato i capelli con la tonsura in segno di consacrazione, anche se non ne aveva l’autorità. Si è fidata e affidata al Signore attraverso le mani del suo fratello, Francesco.
A dimostrazione di come sia lontana la logica umana da quella divina, di quanto l’azione dello Spirito operi anche attraverso vie inusuali agli occhi del mondo e di come riesca a trasformare tutto in grazia. Impercettibili agli occhi e al cuore dell’uomo il tormento di un’anima e il suo percorso di conversione, evidenti invece agli occhi di Dio che ne prova misericordia.
Monica Cardarelli
quotidiano on line d'ispirazione cattolica
INTERVENTO DI JACQUES DALARUN
source: TDS
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TSD è l’emittente televisiva della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che
si rivolge anche alle diocesi limitrofe di Città di Castello, Fiesole,
Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. Nata nel 1980 come televisione
della parrocchia di San Domenico ad Arezzo, è oggi affidata alla
Fondazione TSD Comunicazioni che è stata costituita nel 1998 per lo
sviluppo delle attività di comunicazione della Chiesa locale. In Toscana
rappresenta l’emittente con il più alto livello di continuità negli
ascolti coprendo un bacino d’utenza potenziale di circa 400mila
spettatori.
In vista dello switch off della tv analogica e grazie all’intesa con alcune emittenti toscane, TSD ha conquistato il quinto posto nella graduatoria regionale stilata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ha ottenuto il canale 25 del digitale terrestre e la numerazione 85 per la sintonizzazione. È quindi ora una realtà solida, riconosciuta e proiettata verso il futuro.
In vista dello switch off della tv analogica e grazie all’intesa con alcune emittenti toscane, TSD ha conquistato il quinto posto nella graduatoria regionale stilata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ha ottenuto il canale 25 del digitale terrestre e la numerazione 85 per la sintonizzazione. È quindi ora una realtà solida, riconosciuta e proiettata verso il futuro.