Nell'anniversario dei 750 anni
dell'approvazione della Regola francescana, celebrata il 16 aprile 1959,
nell'Arcibasilica di San Giovanni in Laterano, Papa Giovanni concluse
la sua prolusione, (vedi il testo integrale) lasciandosi andare, commosso, ai ricordi dei tempi giovanili, quando quartodiccenne si fece terziario francescano nel Convento di Baccanello sull'Adda :
Diletti figli! LasciateCi aggiungere una speciale parola del cuore a quanti qui
presenti appartengono all'esercito pacifico dei Terziari Lai cali di San
Francesco. Ego sum Ioseph, frater vester. Con tenerezza amiamo dirvelo. Lo siamo
da quando giovanetto quattordicenne appena, il 1 marzo 1896, vi fummo ascritti
regolarmente, per il ministero del Canonico Luigi Isacchi, Nostro Padre
Spirituale, quale Direttore che egli era nel Seminario di Bergamo: ed amiamo
benedire il Signore per questa grazia che Ci accordò con felice sincronia coll'atto
di iniziarCi, giusto in quell'anno, e in quei mesi, alla vita ecclesiastica con
la Sacra Tonsura.
Angelo Roncalli piccolo seminarista |
Oh ? la gioia serena ed innocente di quella coincidenza: Terziario Francescano e
chierico avviato al sacerdozio; preso dunque per gli stessi funicoli della
semplicità, ancora inconscia e felice, che Ci doveva accompagnare sino
all'altare benedetto: che Ci doveva poi dare tutto nella vita.
Gli occhi Nostri per altro, sino dall'infanzia, furono familiari alla visione
più semplice del conventino regolare dei Frati Minori di Baccanello, che nella
distesa campagna Lombarda, dove eravamo nati e cresciuti, era la prima
costruzione tutta religiosa che incontravamo: chiesa, modesto romitorio,
campanile, e, intorno intorno, umili fratelli che si spandevano fra i campi e i
modesti casolari per la cerca, diffondendo quell'aria di semplicità tutta
ingenua, che rendeva così simpatico San Francesco e i figli suoi.
Ci sia concesso di dire che dopo un lungo curriculum per le vie del mondo, e
avendo accostato tante nobilissime produzioni di quello spirito presso uomini
dotti, illustri e santi, che onorarono gli Ordini Francescani e la Chiesa di
Cristo nel nome del Padre Serafico di Assisi, niente fu mai così dolce e
delizioso alla Nostra anima, come il tornare a Baccanello, a quella innocenza, a
quella mitezza, a quella santa poesia della vita cristiana, maturata nel
sacerdozio, e nel servizio della Santa Chiesa e delle anime.
É fra quei ricordi che l'umile Terziario
Francescano, divenuto Papa nella successione di Innocenzo III, di Nicolò IV, e
giù sino a Papa Leone XIII, e senza nulla perdere della primitiva semplicità,
anzi gustandone più che mai la dolcezza, è fra quei ricordi — diciamo — che la
scorsa domenica in San Pietro gustava una ebbrezza spirituale ineffabile
nell'esaltare il nuovo Santo della Chiesa del Signore: San Carlo da Sezze,
modestissimo fratello laico dei Frati Minori, a cui la grazia, la purezza, la
semplicità, la ispirazione maturarono una corona così fulgida di doni celesti
quaggiù e di gloria sovrumana ad incanto nostro, a nostro esempio, a nostra
protezione. t al conventino ancora agreste, ma tanto caro di Baccanello, ad
evocazione di rimembranze dolcissime di tutta la Nostra vita, che vogliamo
inviare quale dono Papale il reliquiario prezioso, che l'Ordine Serafico si è
compiaciuto di offrirCi a ricordo perenne del glorioso avvenimento.
Come il grande Patriarca Francesco, così il suo ultimo frate minore glorificato,
San Carlo da Sezze, pauper et humilis, coelum dives ingreditur, nymnis
coelestibus honoratur, alleluia, alleluia.
Diletti fratelli in San Francesco, a Noi, a voi e a tutti ripetiamo il grande
ammonimento che di là ci viene: questa è la grande Regula che celebriamo :
questa è la via che conduce alla vita, alla benedizione, alla gloria.
Alleluia, alleluia.
Papa Giovanni XXIII
CONVENTO DEI FRATI MINORI DI LOMBARDIA A BACCANELLO - Convento affettuosamente caro ad Angelo Roncalli, che durante i periodi estivi
prima di diventare papa Giovanni XXIII amava passare nel Convento dei Frati minori S. Maria Assunta - Baccanello di Calusco d'Adda, giornate di
ritiro. Il convento conserva intatti alcuni suoi preziosi ricordi: la
cella dove dimorava e il reliquiario di san Carlo da Sezze donato dallo
stesso Pontefice il 12 aprile 1959.