Dove nasce l'attuale disorientamento della famiglia e dei suoi membri
L'amore imperfetto
di Claudio Risé
Si moltiplicano le riflessioni su l'amore imperfetto. Il recente
seminario della Pontificia Commissione per la Famiglia su "L'amore
imperfetto. La madre e il padre nell'educazione dei figli", così come i
recenti libri della psicologa Grazia Attili o quelli della
neuropsichiatra Mariolina Ceriotti accettano di lasciarsi provocare
dall'imperfezione dell'amore, sia quello che abbiamo ricevuto che quello
che siamo chiamati a dare.
L'attuale disorientamento della famiglia e dei suoi membri non nasce
solo al suo interno. Così il suo superamento non è ottenibile solo con
una dettagliata descrizione delle dinamiche familiari: esse rimandano a
una ferita più profonda. La madre, il padre, i figli di cui si parla a proposito dell'amore
imperfetto vengono oggi invasi dal modello di cultura dominante nei loro
affetti e vissuti attraverso controlli e proposte pervasive e
storicamente inedite.
Per convincersene (oltre a seguire le notizie)
basta guardare - come ha fatto Michel Foucault - alla straordinaria
moltiplicazione dei dispositivi giudiziari e amministrativi, che da
allora hanno ulteriormente dilagato in ogni ambito dell'esperienza
umana. I rapporti tra i genitori e quelli coi loro figli vengono oggi
sottoposti a dettagliati interventi di regolazione e omologazione da
parte di autorità nazionali e sovranazionali, oltre che del sistema di
comunicazione globale in cui siamo costantemente immersi.
Insieme a questo assedio pubblico alla vita della famiglia si è
sviluppata la sua distanza nei confronti di Dio. L'imperfezione
nell'amore è fortemente legata a quella trasformazione profonda nel
rapporto con l'altro chiamata "processo di secolarizzazione", durante il
quale il rapporto con l'altro inteso come Dio è stato gradualmente
emarginato dalla vita dell'uomo, fino a venire considerato
un'eventualità privata, senza rilevanza per la vita pubblica.
Come ha
osservato Romano Guardini, nella secolarizzazione l'incontro col mondo
"sembra essersi trasformato in un rapporto di mera oggettualità. Il
mondo diventa oggetto". In questa ottica anche le madri, i padri, i
figli, i rapporti tra di loro, diventano oggetti da osservare. Le
scienze (e la stessa psicologia) quando guardano all'uomo coi metodi
oggettivanti delle scienze naturali, faticano ad accettarne il mistero.
Diventano allora più rari e difficili, nota ancora Guardini,
"l'atteggiamento del dischiudersi, dell'ascolto attento e
dell'immergersi".
L'allontanamento dell'esperienza religiosa e le sue conseguenze sul
rapporto con l'altro, la visione oggettivante delle tecnoscienze e
l'indebolimento del soggetto umano, l'indifferenza al senso nel
linguaggio preoccupato solo di ricostruire le cause, condizionano e
determinano lo scenario in cui si muovono gli attori della famiglia di
oggi: la madre, il padre, i figli, e la qualità dell'amore che in essa
si realizza (o non si realizza).