Franz Jägerstätter, membro del Terz’Ordine di San Francesco d'Assisi, è stato un profeta lungimirante nel riconoscere la barbarie del nazionalsocialismo che voleva strappare Dio dal cuore degli uomini e alimentava il razzismo, l'ideologia della guerra e la deificazione dello Stato.
1.
(2007) - Franz Jägerstätter, contadino austriaco nato a St Radegund nel 1907 da una famiglia di poveri contadini. Franz lavora fin da giovane per poter contribuire al bene della famiglia, prima come contadino e poi come minatore.
Scrivendo a un cugino sottolinea l'importanza di una formazione civile e religiosa. "Già a scuola abbiamo imparato che l'uomo ha un intelletto e una libera volontà; ed in particolare dipende dalla nostra libera volontà se vogliamo diventare felici o infelici. Tu sai anche che , se vuoi tirar su un alberello per farlo diventare forte e bello, bisogna dargli un buon sostegno, affinchè il vento non lo possa piegare o spezzare".
Giovane vivace, avventuroso, dinamico trova nel matrimonio con Franziska Schwaininger un momento decisivo e fortunato di maturazione religiosa e civile.
Dal 1940 inizia il periodo militare con un duro addestramento. Periodo che lo porterà a una scelta coraggiosa.
Thomas Merton in un suo libro sintetizza così la vicenda: "il 9 agosto 1943 il contadino austriaco Franz Jägerstätter fu giustiziato dalle autorità militari tedesche quale "nemico dello stato" perché aveva ripetutamente rifiutato di prestare il giuramento militare e di combattere in quella che egli dichiarava essere una "guerra ingiusta".
Cattolico, obiettore di coscienza con la sua vita ha voluto controbattere ogni argomento "cristiano" a favore della guerra e della violenza. Fu trattato da ribelle, disubbidiente all'autorità legale, da traditore della patria. Fu accusato di essere egoista, ostinato, di non considerare la sua famiglia e di trascurare il proprio dovere verso i figli, di ricusare la propria fede, di non praticare la virtù cristiana e l'apostolato del buon esempio. Il contadino non si arrese a nessuno di questi argomenti.
Franz Jägerstätter anzi rispose:
"Il giudizio lasciamolo a Dio, noi non abbiamo né il diritto di condannare
nè quello di assolvere. Io non sono del parere dei molti che ritengono che il
singolo soldato non è responsabile di tutto ciò che succede e addossano la
responsabilità a uno solo, Hitler. Io devo fare la mia parte!".
Sappiamo che il vero problema sollevato dalla vicenda di Franz Jägerstätter non è solo quello del diritto individuale del cattolico all'obiezione di coscienza, ma è il problema della missione della chiesa (ieri e ancora più oggi): "di protesta e di profezia nella più grave crisi spirituale che l'uomo abbia mai conosciuto", come ci ricorda Thomas Merton.
(2013) SPECIALE PAX CHRISTI ENGLAND NEL 70 ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI FRANZ JAEGERSTAETTER / LINK
Sappiamo che il vero problema sollevato dalla vicenda di Franz Jägerstätter non è solo quello del diritto individuale del cattolico all'obiezione di coscienza, ma è il problema della missione della chiesa (ieri e ancora più oggi): "di protesta e di profezia nella più grave crisi spirituale che l'uomo abbia mai conosciuto", come ci ricorda Thomas Merton.
Pax Cristi Italia
2.
H. ARENDT : RESPONSABILITA’
E
GIUDIZIO SOTTO LA DITTATURA
(…) la domanda da rivolgere a quanti parteciparono e obbedirono agli ordini non e' tanto "Perché hai obbedito?", quanto "Perché hai dato il tuo sostegno?".L'importanza di questa piccola sfumatura semantica non sfuggirà a coloro che conoscono lo strano e potente influsso che semplici "parole" possono esercitare sulla mente degli uomini - uomini che sono sempre in primo luogo animali parlanti.
Ne trarremmo tutti un gran profitto se riuscissimo a eliminare per sempre il dannoso termine "obbedienza" dal nostro vocabolario politico e morale. Se riuscissimo a farlo, potremmo forse riacquistare un po' di fiducia in noi stessi e magari pure un po'd'orgoglio.
Potremmo insomma riacquistare in parte ciò che un tempo chiamavamo la nostra dignità di esseri umani - che non e' magari dignità del genere umano nel suo insieme, ma e' comunque dignità dell'essere umano.
Hannah Arendt, in Responsabilità e giudizio, Einaudi, Torino
2004, p. 40.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualità e in difesa dei diritti umani; morì a New York nel 1975.
3.
Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 Flossenbürg, 9 aprile 1945) è stato un teologo luterano tedesco protagonista della resistenza al Nazismo. |
Pochissimi cattolici e protestanti ebbero il coraggio, in contrapposizione alle loro gerarchie, di rifiutare il servizio militare nell'esercito di Hitler.
Come si può apprendere dal libro di Erna Putz, teologa cattolica, quest'uomo dovette lottare non solo contro i nazisti ma anche contro il clero del suo tempo fece di tutto per mettere a tacere gli appelli della sua coscienza.
"Ancora dopo la fine della guerra, il vescovo della diocesi di Jagerstatter, J. C. Fliesser, commentando i motivi per cui aveva impedito la pubblicazione di un articolo in cui si esaltava il comportamento del suo correligionario affermava: 'Considero veri eroi quei giovani, teologi, sacerdoti e padri cattolici che, nell'eroico adempimento del loro dovere e nella convinzione profondamente radicata di fare la volontà di Dio, ognuno all'interno del proprio ruolo, hanno lottato e sono caduti per questo, come un tempo i soldati cristiani nell'esercito dell' imperatore pagano. O i veri eroi sono i testimoni di Geova e gli avventisti che 'coerentemente' hanno preferito morire nei campi di concentramento piuttosto che impugnare le armi? Tanto di rispetto per una coscienza che è innocentemente errata; troverà misericordia presso Dio (...) Per costui, come per la stragrande maggioranza del clero delle chi veri eroi erano quanti avevano sacrificato la propria vita nella guerra di Hitler, non coloro che, come Jagerstatter, avevano seguito gli stimoli di una coscienza "innocentemente errata' ".
Estratto da "Franz Jagerstatter. Un contadino contro Hitler"
di Erna Putz, p. 193, Berti Editrice. 2000.
a cura di Marco Stocchi, ofs