Bisogna
essere perseveranti nella preghiera e non lasciarsi deprimere. Se alla fine anche
un giudice iniquo si lascia indurre a fare giustizia di fronte a una richiesta
incessante, a maggior ragione si lascerà indurre Dio. Occorre però la fede. Al
riguardo ci impensierisce quanto Gesù ci chiede: “Il Figlio dell’uomo, quando
verrà, troverà la fede?”
Il Vangelo comincia così: “In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre senza
stancarsi mai”. La parabola è quella della vedova importuna: Alla domanda:
“Quante volte si deve pregare?”, Gesù risponde: “Sempre!". La preghiera, come
l’amore, non sopporta il calcolo delle volte. Ci richiede forse quante volte al
giorno una mamma ama il suo bambino, o un amico il suo amico? Si può amare con
gradi diversi di consapevolezza, ma non a intervalli più o meno regolari. Così
è anche della preghiera.
Questo ideale di preghiera continua si è
realizzato,in forme diverse, sia in Oriente che in Occidente.
La spiritualità orientale l’ha praticato con la cosiddetta preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo,abbi pietà di me!”. La spiritualità occidentale ha formulato il principio di una preghiera continua, ma in modo più duttile, tanto da poter essere proposto a tutti e non solo a quelli che fanno professione esplicita di vita monastica.
Sant’Agostino dice che l’essenza della preghiera è il desiderio. Se continuo è il desiderio di Dio continua è pure la preghiera, mentre se manca il desiderio interiore, si può gridare quanto si vuole, per Dio si è muti. Ora questo desiderio segreto di Dio, fatto di ricordo, di desiderio infinito, di nostalgia di Dio, può rimanere vivo, anche mentre si è costretti a fare altre cose: “Pregare a lungo non equivale a stare a lungo in ginocchio o a mani giunte o dire molte parole. Consiste piuttosto nel suscitare un continuo e devoto impulso del cuore verso colui che invochiamo”.
La spiritualità orientale l’ha praticato con la cosiddetta preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo,abbi pietà di me!”. La spiritualità occidentale ha formulato il principio di una preghiera continua, ma in modo più duttile, tanto da poter essere proposto a tutti e non solo a quelli che fanno professione esplicita di vita monastica.
Sant’Agostino dice che l’essenza della preghiera è il desiderio. Se continuo è il desiderio di Dio continua è pure la preghiera, mentre se manca il desiderio interiore, si può gridare quanto si vuole, per Dio si è muti. Ora questo desiderio segreto di Dio, fatto di ricordo, di desiderio infinito, di nostalgia di Dio, può rimanere vivo, anche mentre si è costretti a fare altre cose: “Pregare a lungo non equivale a stare a lungo in ginocchio o a mani giunte o dire molte parole. Consiste piuttosto nel suscitare un continuo e devoto impulso del cuore verso colui che invochiamo”.
Gesù ci ha dato lui stesso l’esempio della
preghiera incessante. Di lui si dice nei Vangeli che pregava di giorno, sul far
della sera, al mattino presto e che passava a volte l’intera notte in
preghiera. La preghiera era il tessuto connettivo di tutta la sua vita.
Ma l’esempio di Cristo ci dice anche un’altra cosa
importante. E’ illusorio pensare di
poter pregare sempre, fare della preghiera una specie di respiro costante
dell’anima anche in mezzo alle attività quotidiane, se non si attende alla
preghiera, liberi da ogni altra occupazione. Quel Gesù che vediamo pregare
sempre, tre volte al giorno, è lo stesso che, come ogni altro ebreo del suo
tempo, ( al sorgere del sole, nel pomeriggio durante i sacrifici nel tempio, e
al tramonto) si fermava, si voltava verso il tempio di Gerusalemme e recitava
le preghiere di rito, tra cui lo Shema
Israel, Ascolta Israele. Il sabato partecipava anch’egli, con i discepoli,
al culto nella sinagoga e diversi episodi evangelici avvengono proprio in
questo contesto.
La Chiesa ha fissato anch’essa un giorno speciale da dedicare al culto e la preghiera, la domenica. Sappiamo tutti cosa è diventata, purtroppo, la domenica nella nostra società; lo sport, e in particolare il calcio,da fattore di svago e di distensione, è diventato qualcosa che spesso avvelena la domenica. Dobbiamo fare il possibile perché questo giorno torni ad essere, come era nelle intenzioni di Dio nel comandare il riposo festivo, un giorno di serena gioia che rinsalda la nostra comunione con Dio e tra noi, nella famiglia e nella società.
Adelaide Rossi, ofs