CAMINANDO NEL VANGELO - 31^ Domenica del T.O. (Lc. 19, 1-10) - nel commento di Adelaide Rossi, ofs



Zaccheo è scorto da Gesù, chiamato, e richiesto di ospitalità. E’ un pubblicano, un uomo ritenuto non raccomandabile. La vocazione è subito conversione, impegno di vita nuova, riparazione del male compiuto. E’ il miracolo di Cristo, che si fa ospite del peccatore, e lascia dire le critiche di chi non ha capito il mistero della misericordia.

Gesù è giunto a Gerico. Non è la prima volta che vi si reca e questa volta, nell’avvicinarsi, ha anche guarito un cieco (cfr. Lc. 18, 35ss.). Questo spiega perché c’è tanta folla ad attenderlo. Zaccheo “capo dei pubblicani e ricco”, per vederlo meglio, sale su un albero, lungo il percorso del corteo. “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. In fretta scesa e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormorarono:  E’ andato ad alloggiare da un peccatore!”.

L’episodio serve a mettere in luce, ancora una volta, l’attenzione di Gesù per gli umili,  i reietti e i disprezzati. I concittadini disprezzavano Zaccheo, Perché compromesso con i soldi e con il potere e forse perché anche piccolo di statura; per essi Zaccheo era “un peccatore”. Gesù invece lo va a trovare in casa sua; lascia la folla di ammiratori che lo ha accolto a Gerico e va dal solo Zaccheo. Fa come il buon pastore che lascia le novantanove pecorelle, per cercare la centesima che si è smarrita.

Anche l’agire e le parole di Zaccheo contengono un insegnamento. Riguarda l’atteggiamento verso la ricchezze e verso i poveri. Da questo punto di vista l’episodio di Zaccheo va letto sullo sfondo di due brani che lo precedono, del ricco epulone e del giovane ricco. Il ricco epulone rifiutava al povero perfino le briciole che cadevano dalla sua mensa; Zaccheo dà la metà dei suoi bene ai poveri. L’attenzione, come si vede, è all’uso da fare delle ricchezze. Le ricchezze sono inique quando vengono accaparrate, sottraendole ai più deboli e vengono usate per il proprio lusso sfrenato; cessano di essere inique quando sono frutto del proprio lavoro e vengono fatte servire anche per gli altri e per la comunità.
Anche l’episodio del giovane ricco è istruttivo. Al giovane ricco Gesù dice di vendere tutto quello che ha e darlo ai poveri (Lc. 18, 22); con Zaccheo si accontenta della sua promessa di dare ai poveri la metà dei suoi beni. Zaccheo, in altre parole, rimane ricco.

Non è la ricchezza in sé che Gesù condanna senza appello, ma l’uso iniquo di essa. C’è salvezza anche per il ricco! Zaccheo è la prova di questo. Dio può compiere il miracolo di convertire e salvare un ricco senza, necessariamente, ridurlo allo stato di povertà. Una speranza questa che Gesù non negò mai, anzi alimentò, non disdegnando di frequentare anche alcuni ricchi e capi militari.
Certo, egli non blandì mai i ricchi e non cercò mai il loro favore. Tutt’altro! Zaccheo, prima di sentirsi dire: “Da oggi c’è salvezza per questa casa”, dovette prendere una decisione coraggiosa: dare ai poveri metà della sua ricchezza e dei beni accuulati, riparare le concussioni fatte nel suo lavoro, restituendo il quadruplo. In questo modo la vicenda di Zaccheo appare come lo specchio della conversione evangelica che è sempre e nello stesso tempo conversione a Dio e ai fratelli.

Adelaide Rossi, ofs