Quando Papa Francesco,
lo scorso 12 dicembre, ha incontrato una delegazione dell’Esercito della
salvezza, ha esordito con queste parole:
“La vostra visita è uno dei buoni frutti
dei contatti più frequenti e proficui che si sono sviluppati negli anni recenti
tra l’Esercito della Salvezza e il Pontificio Consiglio per la promozione
dell’Unità dei Cristiani; contatti tra i quali va ricordata una serie di
conversazioni teologiche volte a promuovere una migliore conoscenza reciproca,
il mutuo rispetto ed una regolare collaborazione”.
Riguardo le discordanze tra cattolici e
salvazionisti in merito a teologia ed ecclesiologia, il Papa ha detto che ciò
non deve “ostacolare la testimonianza del nostro amore condiviso per Dio e per
il prossimo, un amore che è in grado di ispirare energici sforzi nell’impegno
di ripristinare la dignità di coloro che vivono ai margini della società".
I numerosi campi di intervento dell’Esercito
della Salvezza sono stati illustrati dal Maggiore Pedro Neves nella riunione
preparatoria dell’incontro in fraternità: “Il 70% dei volontari per le strade
di Roma sono cattolici”, ci ha detto, segno che esiste un ecumenismo cristiano
che tutti ci unisce nell’andare incontro alle “periferie esistenziali” della
nostra città.
La riunione ha visto partecipi Marco,
Cesare con la moglie Aurora e Silvia C. e in due ore piene di profiquo
confronto. L’incontro è avvenuto nell’aula della preghiera su cui campeggia un
affresco raffigurante il Buon samaritano. La delegazione, prima di congedarsi, ha
incontrato il Generale Tursi.
TESTO DEL DISCORSO
DEL SANTO PADRE PRANCESCO
Cari amici,
rivolgo il mio cordiale benvenuto a voi, dirigenti dell’Esercito
della Salvezza, che conosco bene per la sua missione di evangelizzazione
e di volontariato. La vostra visita è uno dei buoni frutti dei contatti
più frequenti e proficui che si sono sviluppati negli anni recenti tra
l’Esercito della Salvezza e il Pontificio Consiglio per la promozione
dell’Unità dei Cristiani; contatti tra i quali va ricordata una serie di
conversazioni teologiche volte a promuovere una migliore conoscenza
reciproca, il mutuo rispetto ed una regolare collaborazione. E ringrazio
un’altra volta per questo libro delle conversazioni. Mi auguro di cuore
che cattolici e salvazionisti continuino a rendere una testimonianza
comune di Cristo e del Vangelo in un mondo che ha tanto bisogno di
sperimentare la misericordia di Dio. Ne ha bisogno!
Cattolici e salvazionisti, insieme ad altri cristiani, riconoscono
che i bisognosi hanno un posto speciale nel cuore di Dio, tanto che il
Signore Gesù Cristo si è fatto povero per noi (cfr 2 Cor 8,9). Di
conseguenza, essi si incontrano frequentemente nelle stesse periferie
umane e la mia viva speranza è che la fede comune nel nostro Salvatore
Gesù Cristo, l’unico mediatore tra Dio e l’uomo (cfr 1 Tim 2,5), diventi sempre più fondamento solido di amicizia e di collaborazione tra noi.
«La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che
prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che
fruttificano e festeggiano ... La comunità evangelizzatrice sperimenta
che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv
4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere
l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare
agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio
inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato
l’infinita misericordia del Padre» (Esort. ap Evangelii gaudium, 24).
Prego affinché nel mondo di oggi tutti i discepoli di Cristo offrano
il loro contributo con la stessa convinzione e lo stesso dinamismo che
l’Esercito della Salvezza dimostra nel suo devoto e apprezzato servizio.
Le differenze tra cattolici e salvazionisti su questioni teologiche ed
ecclesiologiche non devono ostacolare la testimonianza del nostro amore
condiviso per Dio e per il prossimo, un amore che è in grado di ispirare
energici sforzi nell’impegno di ripristinare la dignità di coloro che
vivono ai margini della società.
Io avrei bisogno del translator… E adesso voglio ricordare un
aneddoto; ringraziare voi, e ricordare un aneddoto. Quando io avevo
quattro anni – era nell’anno 1940, nessuno di voi era nato! – andavo per
strada con la mia nonna. In quel tempo, l’idea era che tutti i
protestanti andavano all’inferno. Dall’altra parte del marciapiedi
venivano due donne dell’Esercito della Salvezza, con quel cappello che
avevate voi … Lei lo ha usato? E io ricordo come se fosse oggi, io ho
detto a mia nonna: “Quelle, chi sono? Monache, suore?”. E mia nonna ha
detto: “No. Sono protestanti, ma sono buone”. E così la mia nonna, per
la vostra buona testimonianza, mi ha aperto la porta all’ecumenismo. La
prima predica ecumenica che ho avuto è stata davanti a voi. Thank you very much.
Cari amici, rivolgo a Dio la mia preghiera per il lavoro che
l’Esercito della Salvezza porta avanti: possano tante persone in
difficoltà continuare a contare sulla vostra azione, che permette alla
luce di Cristo di splendere negli angoli più bui della loro vita.
Possiate voi e i vostri fratelli e sorelle salvazionisti essere colmi
dei doni dello Spirito Santo - di sapienza, discernimento, fortezza,
pace… - per testimoniare il Regno del Signore nel nostro mondo
sofferente. E confido che anche voi vorrete pregare per me: ne ho
bisogno. Grazie.