dal servo di Dio P. Ignazio Beschin
direttore della fraternità OFS S. Antonio
Molte sono le forme
di preghiera, che si sono sviluppate nella Chiesa, a partire dalla sua nascita,
specie tra le persone più umili.
All’inizio si recitavano in latino i 150 salmi della Bibbia, ricalcando la tradizione ebraica, come impegno quotidiano di preghiera. Con il passare dei secoli, e la scarsissima alfabetizzazione tra il popolo dei più semplici, e grazie anche ad una intelligente revisione, si sostituiscono i 150 salmi in latino, con le meditazioni tratte da Nuovo Testamento, intercalate da preghiere atte all’edificazione e santificazione della vita quotidiana, fungendo da completamento all’Ufficio divino recitato e cantato in latino, da monaci e monache.
All’inizio si recitavano in latino i 150 salmi della Bibbia, ricalcando la tradizione ebraica, come impegno quotidiano di preghiera. Con il passare dei secoli, e la scarsissima alfabetizzazione tra il popolo dei più semplici, e grazie anche ad una intelligente revisione, si sostituiscono i 150 salmi in latino, con le meditazioni tratte da Nuovo Testamento, intercalate da preghiere atte all’edificazione e santificazione della vita quotidiana, fungendo da completamento all’Ufficio divino recitato e cantato in latino, da monaci e monache.
In pratica, attorno
al XIII secolo, prende forma il pio ufficio del santo rosario, che consiste nel
recitare Avemaria e Paternostri contati sui 150 grani di una
corona, meditando la storia della salvezza dell’uomo.
Soltanto un paio di secoli dopo nasce il rosario francescano o più esattamente la “corona francescana”.
Soltanto un paio di secoli dopo nasce il rosario francescano o più esattamente la “corona francescana”.
La leggenda narra di
un giovane che provava grande gioia spirituale nell’intrecciare corone di fiori
selvatici e deporle ai piedi di una statua dell’Immacolata.
Quando costui decise di entrare nell’Ordine francescano si addolorò molto per non poter più intrecciare corone di fiori per l’Immacolata, tanto da pensare di abbandonare la sua vocazione. Fu allora che ebbe una visione della Santa Vergine che incoraggiò il novizio a perseverare e gli insegnò a meditare ogni giorno sette avvenimenti felici della sua vita come nuova forma di rosario.
Al posto della corona di fiori ora il giovane avrebbe potuto intrecciare un corona di preghiere a Lei molto più gradita.
Quando costui decise di entrare nell’Ordine francescano si addolorò molto per non poter più intrecciare corone di fiori per l’Immacolata, tanto da pensare di abbandonare la sua vocazione. Fu allora che ebbe una visione della Santa Vergine che incoraggiò il novizio a perseverare e gli insegnò a meditare ogni giorno sette avvenimenti felici della sua vita come nuova forma di rosario.
Al posto della corona di fiori ora il giovane avrebbe potuto intrecciare un corona di preghiere a Lei molto più gradita.
In poco tempo anche
altri frati seguirono questa nuova pratica tanto da diffondersi rapidamente in
tutto l’Ordine francescano, e riconosciuta ufficialmente nel 1422. Oltre a
questo riconoscimento, ai frati si attribuisce anche il merito di aver aggiunto
le parole finali dell’Ave Maria: santa
Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra
morte.
Preghiamo così la corona francescana:
Preghiamo così la corona francescana:
1.
L’Annunciazione dell’angelo Gabriele a
Maria
2.
La visita di Maria a santa Elisabetta
3.
La nascita di Gesù Cristo
4.
L’adorazione dei magi
5.
Il ritrovamento di Gesù bambino nel tempio
6.
L’incontro con Cristo dopo la resurrezione
7.
L’assunzione al cielo e l’incoronazione di
Maria
Dopo la settima decina si aggiungono due Ave Maria per un totale di 72, numero che onora, secondo la tradizione, gli anni di Maria vissuti sulla terra.
Alla fine si
recitano un Padre nostro e un Ave Maria secondo le intenzioni del
Santo Padre.
Anna Xerra, ofs