Beato Angelico, Incontro di S. Francesco e San Domenico Museo di Stato a Berlino, 1429 |
Catechesi di Benedetto XVI del 2010
GLI ORDINI MENDICANTI
SAN FRANCESCO D'ASSISI
SAN DOMENICO DI GUZZMAN
SANTA CHIARA D'ASSISI
S. ANTONIO DA PADOVA
SAN BONAVENTURA - BIOGRAFO DI FRANCESCO
SAN BONAVENTURA - IL DIFENSORE DELLA DOTTRINA
SAN BONAVENTURA- IL TEOLOGO DEL BENE
SANT'ALBERTO MAGNO
SAN TOMMASO D'AQUINO - IL FILOSOFO
SAN TOMMASO D'AQUINO - IL TEOLOGO
SAN TOMMASO D'AQUINO - L'EDUCATORE
DUNS SCOTO
Inoltre, abbiamo pubblicato :
S. Domenico di Guzman e S. Francesco D'assisi
e il loro reciproco amore in Tommaso da Celano
La via della bellezza per incontrare Dio
Lo
splendore dell'architettura romanica e gotica, propria dell'età in cui
visse San Francesco, testimonia che "la via pulchritudinis, la via della
bellezza, è un percorso privilegiato e affascinante per avvicinarsi a
Dio". Lo ha detto Benedetto XVI nella catechesi svolta di mercoledì 18
novembre, nell'Aula Paolo VI, pocxhi giorni prima dell'incontro con gli
artisti (a quarant'anni da quello celebre di Paolo VI). Con gli
interventi su San Francesco, S. Antonio e San Bonaventura, il Papa ci ha
offerto quest'anno molti spunti di riflessione utili a noi francescani,
che il nostro notiziario SQUILLA ha ripropsto sulle sue pagine.
Arte ed esperienza spirituale
di Lucetta Scaraffia
La
bella catechesi del 18 novembre con cui Benedetto XVI ha introdotto il
tema dell'arte come preparazione dell'incontro con gli artisti non solo
ha il profondo significato di segnalare la via della bellezza come via
principe per il cammino spirituale, ma è anche una innovativa proposta
culturale. La sua ricostruzione delle funzioni e del significato
dell'architettura romanica e gotica, inserite nella cultura del tempo,
indica infatti una direzione di lettura delle opere d'arte oggi poco
praticata.
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L'IMMAGINE
La tavoletta dell'Incontro di san Francesco e san Domenico faceva parte della predella del trittico della Certosa, commissionato al Beato Angelico nel 1429 dalla compagnia di San Francesco di Santa Croce di Firenze. Il dipinto, a tempera, è custodito nel Museo di Stato a Berlino.
Il Beato Angelico in quest’opera rappresenta un momento importante della vita di san Francesco, soprattutto alla luce del ruolo dell'ordine francescano e di quello domenicano nella società del Trecento e Quattrocento. La scena sembra alludere a quanto avvienne alla fine dell'inconto tra i due santi, subito dopo che, interrogati dal vescovo di Ostia sull'opportunità di innalzare i frati dei rispettivi ordini a ranghi superiori, entrambi risposero sottolineando I'importanza di rimanere fedeli nel "seguire le orme dell'umiltà di Cristo" e ricusare qualsiasi carica ecclesiastica.
Dopo questo incontro, "l'uno pose le mani fra quelle dell'altro, raccomandandosi dolcemente a vicenda con fervore. Domenico disse a Francesco: 'Vorrei, fratello Francesco, che il tuo e il mio divenissero un Ordine solo, e che noi vivessimo nella Chiesa sotto la stessa regola' (Specchio di Perfezione,III,43).
L’intesa tra i due santi è espressa da Beato Angelico, sia nel seguire il racconto raffigurando I'intreccio delle loro mani, sia nell'incontro di sguardi ravvicinati tra san Francesco e san Domenico. L’espressione intensa della consentaneità rappresentata in questo modo, trae probabilmente origine dal modo simile in cui nel Trecento talvolta era raffigurata l'intesa tra la Madonna e il Bambino, i cui sguardi si avvicinavano fino quasi a determinare il toccarsi delle teste.
Il Beato Angelico in quest’opera rappresenta un momento importante della vita di san Francesco, soprattutto alla luce del ruolo dell'ordine francescano e di quello domenicano nella società del Trecento e Quattrocento. La scena sembra alludere a quanto avvienne alla fine dell'inconto tra i due santi, subito dopo che, interrogati dal vescovo di Ostia sull'opportunità di innalzare i frati dei rispettivi ordini a ranghi superiori, entrambi risposero sottolineando I'importanza di rimanere fedeli nel "seguire le orme dell'umiltà di Cristo" e ricusare qualsiasi carica ecclesiastica.
Dopo questo incontro, "l'uno pose le mani fra quelle dell'altro, raccomandandosi dolcemente a vicenda con fervore. Domenico disse a Francesco: 'Vorrei, fratello Francesco, che il tuo e il mio divenissero un Ordine solo, e che noi vivessimo nella Chiesa sotto la stessa regola' (Specchio di Perfezione,III,43).
L’intesa tra i due santi è espressa da Beato Angelico, sia nel seguire il racconto raffigurando I'intreccio delle loro mani, sia nell'incontro di sguardi ravvicinati tra san Francesco e san Domenico. L’espressione intensa della consentaneità rappresentata in questo modo, trae probabilmente origine dal modo simile in cui nel Trecento talvolta era raffigurata l'intesa tra la Madonna e il Bambino, i cui sguardi si avvicinavano fino quasi a determinare il toccarsi delle teste.