9 - La carità di Elisabetta e il suo ospedale a Marburg

CORSO FORMATIVO A TAPPE DEL CIOFS  IN OCCASIONE DELL’ VIII CENTENARIO DELLA NASCITA DI  SANTA ELISABETTA

Vangelo:
"Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri ... 

Poi viene e seguimi" (Mt. 19:21).

S. Elisabetta d'Ungheria
Convento Ofm di Pofi (Fr)
Dopo che a Elisabetta fu restituita una parte della dote o proprietà che suo marito le aveva lasciato, se ne servì per costruire un ospedale per i poveri a Marburg, ospedale che portò il nome di San Francesco. Il Papa Gregorio IX le mandò una reliquia del sangue di una stimmata del santo per la cappella dell’ospedale, e le concesse l’indulgenza in una Bolla datata Aprile 1229. Fu questa una della prime fondazioni dedicata al Poverello, da poco canonizzato.

Una volta costruito l’ospedale, stabilì un giorno per dare ai poveri riuniti nel cortile dell’ospedale ciò che a lei rimaneva dei suoi beni. Dopo aver distribuito tutto ciò che aveva, fece accendere il fuoco e servì pane ai poveri. Fu vista anche lavare ed ungere i loro piedi. I poveri, rifocillati fisicamente e confortati spiritualmente, cominciarono a cantare. Ed Elisabetta disse alle sue compagne: "Vedete, ve l’avevo detto, dobbiamo rendere felice la gente", e gioì con loro. Lei voleva eliminare le barriere sociali tra ricchi e poveri. 

A partire da questo momento, si offrì totalmente al servizio dei poveri di Dio. Lei stessa faceva il bagno ai malati, curava le loro ferite e preparava le medicine. Giocava con i bambini, anche con una piccola lebbrosa. Si occupava di donne povere incinte e dei loro bambini. Guadagnava denaro per se stessa e per le sue sorelle filando la lana.
Indossò un abito liso, con toppe sui gomiti e allungato con un tessuto di un altro colore. Disse alla sua compagna Ermengarda: "La vita delle sorelle nel mondo è molto disprezzata, e se ci fosse una vita ancora più disprezzata, l’avrei scelta”. 


Sapeva cosa voleva dire essere disprezzata dai ricchi, 
ma gioiva servendo i poveri.