il "Metodo" Sara Letardi


CONSIGLI DI UNA MAMMA PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL SONNO: UN LIBRO SENZA LACRIME AGGIUNTE, SULLA NANNA DEI BAMBINI. L’HA SCRITTO LA NOSTRA CONSORELLA SARA LETARDI, ESPERTA IN FISICA DEI BIOSISTEMI, DIVENTATA …. ESPERTA MAMMA!

… IL MIO BAMBINO
NON MI DORME


Sara Letardi, sposata e madre di tre figli, vive a Roma. Si è laureata in Fisica con una tesi in fisica dei biosistemi e per diversi anni ha lavorato presso enti di ricerca, pubblicando diversi articoli su riviste specializzate. Dopo la nascita dei suoi figli ha iniziato ad interessarsi a tematiche legate all'allattamento, alla crescita dei bambini e, in particolare, ai problemi relativi alla gestione del sonno infantile.

Il mio bambino non mi dorme, Bonomi Edizioni, è un libro nato dall'esperienza pratica di una mamma lavoratrice che, dopo molte notti insonni, si è messa alla ricerca di spunti e consigli per trovare un equilibrio tra il suo sonno e quello dei bambini. Ma non solo: in copertina, un bollino annuncia che si tratta di un volume "Senza lacrime aggiunte". Che significa? Leggi l'intervista con Sara Letardi

Come è nata l’idea del libro?
Il libro è nato da un'esperienza personale. Il mio secondo bambino si risvegliava molto spesso durante la notte ed io non riuscivo più a gestire la situazione. Così mi sono messa alla ricerca di spunti e consigli che mi potessero aiutare a trovare un equilibrio tra il suo sonno e il nostro, bilanciando le sue esigenze con le nostre, restando però in linea con le nostre scelte educative (allattamento a richiesta, risposta al pianto del bambino, sonno condiviso).
Il libro ha un taglio molto pratico, da manuale: hai seguito personalmente i metodi che suggerisci?
Nel libro sono proposti numerosi consigli che ho raccolto durante le mie ricerche per aiutare mio figlio a riposare bene. Ho seguito personalmente alcuni dei consigli illustrati mentre per altri mi sono basata sui racconti dei genitori e sulle loro esperienze. Poiché ogni bambino è unico, avere a disposizione una varietà di consigli può aiutare i genitori a “trovare quello giusto”.

Cosa significa il bollino “senza lacrime aggiunte”?
“Senza lacrime aggiunte” vuol dire che nel libro si prendono le distanze dai metodi basati sul “lasciar piangere”. Il bambino usa il pianto per comunicare, non rispondere al suo pianto vuol dire interrompere una relazione. La domanda da porsi è sempre la stessa: lasciando piangere un bambino gli si insegna a contare sulle proprie forze o a non contare più sulla mamma e il papà?

Tra mamme ci si scambiano spesso consigli .. e altrettanto spesso non si seguono o si fa il contrario pensando che “il nostro caso” sarà diverso: che né pensi? Che responso ha avuto il tuo libro, e il tuo metodo?
Penso che sia giusto che ogni mamma rielabori quanto legge in un libro o sente dalle amiche per riadattarlo alla propria situazione. Non possono esistere ricette universali, ogni coppia mamma-bambino ha delle caratteristiche uniche e particolari di cui non si può non tenere conto. Per questo, quello che ho cercato di trasmettere nel libro, non è tanto un “metodo” o una ricetta, ma un modo per elaborare una propria strategia per risolvere (o limitare) i problemi legati al sonno.
Il responso delle mamme è molto positivo, mi scrivono che il libro piace! Io credo che si sentano sollevate quando scoprono come tante aspettative sul sonno siano non solo irrealistiche ma anche infondate e che possono seguire con più serenità il proprio istinto. Inoltre mi scrivono che hanno trovato molti spunti per aiutare i bambini a riposare meglio... 

Quali sono le tue, personali, tecniche di conciliazione lavoro-famiglia?
Sarebbe bello poter rispondere a questa domanda!!! Purtroppo non ho tecniche... mi improvviso giorno per giorno... certo, sul lato pratico posso contare sull'aiuto del marito, dei nonni e della nostra baby-sitter, ma ogni giorno è una sfida, un incastro. Hai presente Tetris? Da piccola qualche volta ci giocavo, mi piaceva far combaciare tutti i mattoncini... ora che sono “grande” il gioco è un po' cambiato nella forma ma la sostanza è la stessa: si tratta di far combaciare tanti piccoli pezzi. E qualche volta, se un pezzo non si incastra, bisogna saperci rinunciare. Nella mia esperienza personale, inoltre, come “antidoto” alla lontananza sono stati fondamentali l'allattamento prolungato (una mamma che lavora non ha la necessità di svezzare proprio figlio e, anzi, poppare è un modo dolcissimo che i bambini hanno per dirci “Bentornata, mamma!”) e il sonno condiviso (perché cosi bambini potevano recuperare di notte il contatto e la vicinanza con noi genitori).

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PRESENTAZIONE E VIDEO INTERVISTA PER BONOMI EDITORE