pro defunti / NICOLA LISI, L'OBLATO VIMCENZO

Ogni fine anno si segnano le Sante Messe di suffragio: durante l’anno vengono celebrate delle Sante Messe in cui si ricordano alla misericordia del Padre i nostri cari confratelli defunti. In particolare ricordo quella dell’ultima domenica del mese. 
C’è il proponimento di fare anche un registro con nomi mese per mese da ricordare,  ma occorre trovare modi e tempi dato il  lungo lavoro da fare sui registri dei Professi. 

L’oblato Crescenzio

Crescenzio volle fare il campanaro di un monastero per la segreta fede che il suono delle campane non svanisse nello spazio, ma che invece vi scorresse intatto fino a raggiungere il Purgatorio per riconfortare le anime, preannunziando le preghiere dei loro congiunti rimasti sulla terra. Aveva preferito il monastero alla chiesa di una parrocchia perché le preghiere vi sono regolate a tempo, quindi la necessità, durante il giorno, di suonar più volte. Negl’intervalli o coglieva i fiori nell’orto o li accomodava nei vasi sugli altari.
Dopo molti anni di questo caritatevole servizio, il sensibile e puro oblato venne a morire. Durante la malattia che richiese cure impossibili a farsi in un monastero, fu trasportato all’ospedale di una grande città, dove per la lontananza delle chiese e il trambusto degli uomini non udiva nemmeno un tocco dei desiderati suoni.
Ma li ritrovò non appena l’anima poté svincolarsi dal corpo e muoversi senza esitare nella direzione di quelli: per un sentiero diritto e in salita, tra due file di vasi di fiori.
Innanzi si avviavano molte altre anime. Crescenzio volle raggiungere la più vicina e nonostante si sentisse in perfetta consolazione, ricordandosi della sua vita al monastero le chiese: È questa la strada per il Purgatorio? L’anima affortunata si volse, e facendo posto a colei che dalla domanda mostrava di non essersi meritati i rigori della penitenza rispose: No. Essa si parte dal Purgatorio, ma giunge diretta al Paradiso. È la via fatta dall’amore di un oblato, giù in terra, chiamato Crescenzio. Ma questi non palesò l’esser suo, le fece solo cenno di proseguire, volendo restare indietro con umiltà.
Nicola Lisi


Sorella Morte

“Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente, ricerchino le vie dell'unità e delle fraterne intese, attraverso il dialogo, fiduciosi nella presenza del germe divino che è nell'uomo e nella potenza trasformatrice dell'amore e del perdono - Messaggeri di perfetta letizia, in ogni circostanza, si sforzino di portare agli altri la gioia e la speranza - Innestati alla Risurrezione di Cristo, la quale dà il vero significato a Sorella Morte, tendano con serenità all'incontro definitivo con il Padre”. 
(Regola, II,19).