Bernardette e l'acqua

Le prime sette Apparizioni (11,14,18,19,20.21 e 23 febbraio 1858) corrispondono, per Bernardette, all’esperienza della felicità. E’ la gioia dell’incontro, del faccia a faccia, del cuore a cuore. Ma ecco che il 24 febbraio, giorno dell’ottava apparizione, tutto cambia. Per la prima volta Bernardette sperimenta la sofferenza durante l’apparizione. E’ così che Lucile Casterot, la più giovane sorella di sua madre, rimane talmente colpita vedendo il volto dolorante di Bernardette, che urla e sviene nel bel mezzo della Grotta. Il disordine provocato da questo sven imento pone bruscamente fine a questa ottava apparizione.

L’indomani 25 febbraio, è il giorno della nona delle diciotto apparizioni. Per la seconda volta Bernardette mostra un volto segnato dalla sofferenza. E soprattutto, quel giorno, Bernardette compie dei gesti incomprensibili. E’ così che, ad un certo momento, in ginocchio in fondo alla grotta, Bernardette scava il terreno con le dita. Presto si trova con del fango tra le mani con il quale s’imbratta il viso. Continuando a scavare nello stesso punto, Bernardette vede sgorgare acqua fangosa dalla quale beve alcune gocce, non senza averla sputata tre volte. Poi, sempre in ginocchio, Bernardette continua a scavare il suolo, sempre nello stesso punto. Scopre così un po’ di acqua pura, chiara, limpida. Immediatamente Bernardette usa quest’acqua per lavarsi il viso insudiciato dal fango. Poi, beve quest’acqua e fa così sparire il cattivo gusto dell’acqua fangosa.

“PENITENZA, PENITENZA, PENITENZA, PREGATE PER I PECCATORI”.

Di fatto Bernardette compie questi gesti nel corso di tre Apparizioni consecutive che la fanno soffrire: la nona, la decima e l’undicesima. Apparizioni nel corso delle quali Bernardette sente “la Signora” pronunciare per lei molte volte le stesse parole: “Vada alla sorgente, a bere ed a lavarsi”; “Penitenza, penitenza, penitenza, pregate per i peccatori”.

“Vorrebbe mangiare dell’erba in segno di penitenza per i peccatori?”. Quest’ultima parola dà un senso a questi gesti compiuti da Bernardette. Attraverso il fango, l’acqua fangosa e l’acqua pura, Bernardette vive intensamente il mistero pasquale.
Quando celebrava la Pasqua, in effetti, il popolo di Israele si ricordava, mangiando erbe amare, di essere stato schiavo in Egitto. Soltanto dopo aver ricordato la propria schiavitù il popolo celebrava la propria liberazione. E’ il Signore che lo ha fatto passare dalla schiavitù alla libertà, da una situazione di morte all’esperienza della vita. Attraverso il fango, l’acqua fangosa e l’acqua pura, Bernardette rappresenta la passione, la morte e la Resurrezione di Gesù Cristo.

Le parole “Penitenza, penitenza, penitenza, pregate per i peccatori” vogliono dire che attraverso i gesti concreti che essa compie, bisogna collocarsi al livello del cuore. “Penitenza”, in effetti, vuole dire “conversione”, vale a dire “mezzo giro”. Non è verso l’Egitto che occorre orientare la propria vita, ma verso la Terra promessa. Non è verso il peccato che bisogna tendere, ma verso la grazia. Non verso le tenebre che bisogna andare, ma verso il bene, verso la luce.

“IL DESIDERIO DELLA VERA VITA”.

La Pasqua del Signore rende questo passaggio possibile a tutti. E’ sufficiente riconoscersi sporchi, vale a dire peccatori, riconoscersi anche assetati di vita. Allora, come per Bernardette, la parola centrale del “Messaggio di Lourdes” diventa per tutti esperienza pasquale: “Vada alla sorgente a bere e a lavarsi”. Questa sorgente sempre zampillante che lava e disseta, purifica e spegne la sete … è il Cristo stesso. Ogni persona, a Lourdes, è invitata a sentire le parole di Bernardette. E’ chiamata a sentirle dapprima, poi a metterle in pratica. E’ la presa di coscienza del peccato che apre all’accoglienza della grazia. Il desiderio della vera vita apre all’accoglienza di Colui che è la Vita. Nel cuore di questa esperienza, per molti, c’è l’acqua …

P. Régis Marie de La Teyssonniere