LA FORZA DELL’ACQUA
NELLA LITURGIA

L'acqua è davvero una realtà polivalente: disseta, pulisce e purifica, ci rinfresca nei giorni di calura; è fonte di vita per i campi e dà origine alla forza idraulica. Nella liturgia della solenne notte e in altri riti liturgico sacramentali essa assume significato come acqua che purifica; segno di Cristo, acqua viva che spegne ogni sete e simbolo di vita e di morte.
Tralasciando tutti gli altri riti, nella Veglia pasquale,la notte battesimale per eccellenza, l'acqua, come linguaggio simbolico, raggiunge l'apice di solennità e di significato. Anche quando non ci sono battesimi, in quella notte in tutte le comunità cristiane si commemora il Battesimo, sacramento per mezzo del quale siamo radicalmente assunti e incorporati alla pasqua di Cristo, passaggio dalla morte alla vita. Le altre domeniche sono come il prolungamento e rinnovazione settimanale della domenica per eccellenza, la festa di Pasqua.
Il simbolo dell'acqua dunque si tiene presente innanzitutto per il sacramento del Battesimo (immersione o infusione). Poi si rivive tale ricordo battesimale attraverso: l'aspersione all'inizio della Messa domenicale (soprattutto nella cinquantina pasquale); il gesto di prendere l'acqua benedetta entrando in chiesa, le varie benedizioni in cui si asperge con l'acqua benedetta; il rito della Dedicazione della Chiesa dove si asperge il popolo e le pareti del tempio; l'aspersione dell'acqua è proposta più volte come gesto facoltativo anche nell'unzione degli infermi ed, infine, anche nella celebrazione delle Esequie. l'acqua, per noi cristiani, è un simbolo d’affetto con il quale Dio ha voluto purificarci, appagare la nostra sete e farci rinascere nel mistero della pasqua di Cristo.