Fra’ Umile da Petralia ... e fra Innocenzo


Dopo aver effettuato qualche ricerca mi ricordai con sorpresa che la prima volta, un crocifisso del genere lo avevo contemplato ad Assisi. Tutta francescana la cura in cui si esalta l’estrema sofferenza di Dio incarnato comune ai crocefissi di fra’Innocenzo.

La seconda volta che vidi quel crocifisso fu circa sei mesi fa, nella località dove mi trovavo a trascorrere un breve periodo di ferie, Sant’Angelo di Brolo in provincia di Messina, il paese d’origine di mio padre, collocato in posizione strategica tra mare e montagna ed al centro di un itinerario storico artistico tutt’altro che trascurabile.
Fu là, nella chiesa appartenuta un tempo al convento di San Francesco, ormai abbandonato ed ora in fase di restauro, che m’imbattei nel commovente e drammatico crocifisso di Frate Innocenzo da Petralia. Ebbi allora la curiosa ma precisa sensazione di aver già visto una scultura quasi identica in qualche altro luogo. Mi colpì in particolare la triplice espressione che il volto di Gesù assumeva a secondo delle angolazioni da cui lo guardavo: al centro quasi sorridente, a sinistra sofferente, a destra con i lineamenti statici caratteristici del rigor mortis.
Dopo aver effettuato qualche ricerca mi ricordai con sorpresa che la prima volta, un crocifisso del genere lo avevo contemplato ad Assisi, all’interno del convento di San Damiano. Anche allora un frate che mi faceva da guida mi fece notare appunto la triplice espressione del volto, che pareva assumere il Cristo, a secondo del l’angolazione dello sguardo dell’osservatore...


Ma la mia ricerca era appena iniziata.... Dopo una breve occhiata sul Web mi accorsi che in altre chiese dell’Italia Meridionale erano venerati crocifissi identici, come in quel di Cutro (Crotone) dove l’opera, risalente al XVII sec. era attribuita invece allo scultore francescano. frate Umile da Petralia! Quest’ultimo come ebbi modo di apprendere, si chiamava in realtà Giovanni Francesco Pintorno, ed era nato a Petralia Soprana, feudo del Duca di Montalto, vicino Palermo, intorno al 1600. In una famiglia numerosa di ben 16 figli, Giovanni Francesco apprese sin da piccolo il mestiere del padre che era scultore ed artigiano. Maturata la vocazione religiosa, nel novembre del 1623, si fece Frate Francescano col nome di Fra’ Umile da Petralia Soprana. Secondo la tradizione egli dedicava le sue giornate alla preghiera, alla meditazione ed al digiuno, nonché ovviamente alla sua grande passione: la scultura , nell’ambito della quale amava più di ogni altra cosa raffigurare il Cristo in Croce. Pare abbia scolpito più d’una trentina di crocifissi, la maggior parte custoditi in chiese della Sicilia o del resto del Meridione, ma anche altrove. Divenne ben presto famoso per la sua bravura ed il suo valore, molte opere infatti gli venivano commissionate anche da altre zone dell’Italia e persino dall’Estero.
Il nostro Fra’ Innocenzo, invece, che pare fosse contemporaneo e conterraneo del suo più noto confratello francescano “Frate Umile da Petralia Soprana”, lavorò soprattutto nelle Marche e nell’Umbria dove realizzò numerosi Crocifissi, a grandezza naturale, altamente drammatici, come quelli di Loreto (Basilica Santa Casa), Assisi appunto (Convento di S.Damiano), Gubbio (Chiesa di S. Girolamo). Altri suoi Crocifissi si trovano a Pesaro, Fabriano, Ascoli Piceno, Senigallia, Cagli, Gradara, S. Lorenzo in Campo, Porretta Terme, , Furnari, Monreale. Due suoi Crocifissi si trovano perfino nell’isola di Malta (Cattedrale di Medina) – (Chiesa di Santa Maria di Gesù di La Valletta).
Frate Innocenzo da Petralia, di cui si sconoscono al momento il nome al secolo, la data di nascita e di morte, eseguì anche statue di Madonne, Santi, e pregevoli reliquiari. Famosa è la Madonna col Bambino
che si conserva oggi nella chiesa di Santa Caterina di Sambuca di Sicilia.
E’ davvero singolare che due scultori nati nello stesso paese, praticamente coetanei, divenuti entrambi religiosi francescani, entrambi utilizzassero la medesima (o quasi) tecnica sculturea. I loro pregevoli crocifissi lignei dalla possente drammaticità e bellezza, diedero luogo ad un vasto movimento artistico che andò ad accrescere il già sostanzioso numero delle loro splendide creazioni scultoree.


Tutta francescana è la cura con cui si esalta l’estrema sofferenza del Dio incarnato. La corona di spine ben piantata sul capo, il corpo nudo e martoriato da ferite ed ematomi, il capo chino verso destra, le ginocchia flesse verso sinistra, in modo che la linea anatomica contribuisse ad esaltare la tensione del corpo che quasi si avvinghia alla croce tra gli spasimi dell’agonia. Ben visibili e di grande e crudo realismo sono pure i solchi provocati dalle funi alle caviglie ed ai polsi, i lividi, le piaghe, l’abbondante fuoriuscita di sangue dal costato ed, almeno in un caso, ben documentato (quello della Basilica Santuario di Sant’Antonio in Afragola) i chiodi che non sono inseriti nel palmo delle mani, bensì nei polsi, cosa inconsueta per l’epoca, e particolare a mio parere di grandissimo interesse.
Non va dimenticato, inoltre, che i due artisti lavorarono anche in collaborazione come dimostra il Crocifisso custodito nella chiesa di Santa Maria di Gesù a Collesano (Palermo) la cui Croce è stata realizzata da Frate Innocenzo mentre il Crocifisso è stato prodotto dalla sgorbia di Frate Umile.
A questo punto è facile essere colti dal ragionevole dubbio che in realtà i due frati fossero la stessa persona. Infatti è spesso difficile anche per un cultore dell’arte cristiana riuscire a capire dove il primo inizi e l’altro continui o concluda. Ma gli storici che se ne sono occupati sembrano preferire l’ipotesi che si tratti di due differenti personaggi, magari appartenenti alla stessa scuola o l’uno maestro e l’altro allievo o viceversa. Quindi la questione rimane aperta e suscettibile di ulteriori chiarimenti.


Per chi, come me, sia curioso di saperne di più: Rosolino La Mattina Frate Innocenzo da Petralia. Scultore siciliano del XVII secolo tra leggenda e realtà. Frate Umile da Petralia - Editore Lussografica 2002

Crocefisso in S. Damiano - Assisi

Antonio Fasolo