Oggi
si sono svolti i funerali nella parrocchia di Santa Francesca Romana di
Chiara Corbella, mamma di 28 anni.
Colpita da tumore riununcia alle cure per portare felicemente a compimento la gravidanza: nasce Francesco, come il Santo d'Assisi, che ora ha un anno. In molti l'anno accostata per l'eroico epilogo della sua breve esistenza a Santa Gianna Beretta Molla. Certo si sentirà ancora parlare di lei.
Il cammino di Chiara è ispirato dal carisma francescano: con suo marito hanno fatto un cammino da fidanzati con l'aiuto di alcuni frati di Assisi , città dove si sono sposati: il suo funerali ha chiesto venisse celebrato dal frate che li ha seguiti.
Con il marito facevano parte della Comunità Maria di Rinnovamento Carismatico.
Così la ricorda Gianluigi De Plato su RomaSette: Il sottoscritto e molte altre famiglie sono testimoni oculari di tutte queste prove portate avanti con il sorriso e con un sereno e incomprensibile affidamento alla Provvidenza. Ho parlato più e più volte con Chiara ed Enrico di come in tutte queste prove mai si son lasciati sconvolgere, ma solo hanno accettato la volontà di Colui che non fa nulla per caso. E di come, sempre, hanno ripetuto la loro preghiera quotidiana di consacrazione a Maria terminante con “Totus tuus...”
Potrei raccontare molte altre cose... i mesi difficili di chemio e radioterapia, il rosario familiare del giovedì sera messo in piedi da varie famiglie a loro vicine, la consacrazione del loro figlio a Maria nella Porziuncola... Ora Chiara è nata in cielo. E in molti siamo testimoni di questa vita Santa".
Maria Assunta Lorusso della fraternità OFS di Santa Francesca Romana mi ha raccontato che l'ultimo saluto al cielo è stato commoventissimo, non si sapeva se ridere o se piangere, è stato un invito alla vita. Era presente il cardinal Vallini e centinaia di fedeli cui Chiara ha voluto donare una piantina, come simbolo della vita che continua.
Il marito, Enrico Petrillo, 33 anni fisioterapista, ha composto in questo periodo delle musiche - anche Chiara amava la musica - che sono state eseguite durante le esequie, ed ha letto una lettera di Chiara che dice - tra l'altro - guai a voi se un giorno direte a mio figlio, tua madre è morta per te. L'ha fatto nascere per amore, amore donato.
Su RomaSette - il supplemento per la diocesi di Roma de L'Avvenire - in edicola domani tornerà sulla testimonianza di Chiara Corbella con l'articolo: «Una santità nella Croce a misura di famiglia».
Colpita da tumore riununcia alle cure per portare felicemente a compimento la gravidanza: nasce Francesco, come il Santo d'Assisi, che ora ha un anno. In molti l'anno accostata per l'eroico epilogo della sua breve esistenza a Santa Gianna Beretta Molla. Certo si sentirà ancora parlare di lei.
Il cammino di Chiara è ispirato dal carisma francescano: con suo marito hanno fatto un cammino da fidanzati con l'aiuto di alcuni frati di Assisi , città dove si sono sposati: il suo funerali ha chiesto venisse celebrato dal frate che li ha seguiti.
Con il marito facevano parte della Comunità Maria di Rinnovamento Carismatico.
Così la ricorda Gianluigi De Plato su RomaSette: Il sottoscritto e molte altre famiglie sono testimoni oculari di tutte queste prove portate avanti con il sorriso e con un sereno e incomprensibile affidamento alla Provvidenza. Ho parlato più e più volte con Chiara ed Enrico di come in tutte queste prove mai si son lasciati sconvolgere, ma solo hanno accettato la volontà di Colui che non fa nulla per caso. E di come, sempre, hanno ripetuto la loro preghiera quotidiana di consacrazione a Maria terminante con “Totus tuus...”
Potrei raccontare molte altre cose... i mesi difficili di chemio e radioterapia, il rosario familiare del giovedì sera messo in piedi da varie famiglie a loro vicine, la consacrazione del loro figlio a Maria nella Porziuncola... Ora Chiara è nata in cielo. E in molti siamo testimoni di questa vita Santa".
Maria Assunta Lorusso della fraternità OFS di Santa Francesca Romana mi ha raccontato che l'ultimo saluto al cielo è stato commoventissimo, non si sapeva se ridere o se piangere, è stato un invito alla vita. Era presente il cardinal Vallini e centinaia di fedeli cui Chiara ha voluto donare una piantina, come simbolo della vita che continua.
Il marito, Enrico Petrillo, 33 anni fisioterapista, ha composto in questo periodo delle musiche - anche Chiara amava la musica - che sono state eseguite durante le esequie, ed ha letto una lettera di Chiara che dice - tra l'altro - guai a voi se un giorno direte a mio figlio, tua madre è morta per te. L'ha fatto nascere per amore, amore donato.
Su RomaSette - il supplemento per la diocesi di Roma de L'Avvenire - in edicola domani tornerà sulla testimonianza di Chiara Corbella con l'articolo: «Una santità nella Croce a misura di famiglia».
Marco Stocchi, ofs
UNA VITA PER LA VITA: COLPITA DA TUMORE RINUNCIA ALLE CURE
PER FAR NASCERE UN BIMBO SANO.
Gli diranno, quando sarà grande e
potrà capire, che sua madre è morta per farlo nascere; gli diranno pure di non
sentirsi in colpa perché questa sua scelta sua madre la fece senza esitazione,
e gli diranno pure che il coraggio di questa scelta nasceva da una fede chiara,
limpida e infinita.
Francesco ha compiuto da pochi giorni un anno e non sa che questa
mattina sua madre, Chiara Corbella, ai piedi dell’altare, nella chiesa di Santa
Francesca Romana, avrà l’estremo saluto del papà. Enrico Petrillo, che ha
atteso con la gioia di ogni padre la sua nascita, e degli amici che in tutti
questi mesi della lunga e difficile malattia hanno pregato per la sua
guarigione. Quando sarà più grande, Francesco, potrà vedere sua madre in un
video che, certo, gli conserveranno. Racconta commossa la storia difficile che
ha vissuto senza mai rassegnarsi o disperare. Sua madre, quando è volata in
cielo, aveva soltanto ventotto anni.
Chiara ed Enrico, il video - 13 giugno 2012
Lei ed Enrico si conobbero durante un viaggio a Medugorje. Da quel giorno si intendono, capiscono, si amano e vivono insieme un’intensa fede. Si sposano nel 2008 e presto assaporeranno la gioia dell’attesa. L’attesa di Maria, che verrà al mondo soltanto per mezz’ora. Quanti progetti per questa figlia! Le prime ecografie, però, mostrano una grave malformazione del feto. Maria ha una anencefalia, l’encefalo, cioè, non si è formato completamente. Se nasce, vivrà per poco. Chiara poteva abortire da subito, ma non lo fa, anzi vogliono Maria.
Che nasce può tenerla in braccio
soltanto per mezz’ora. Poi vola in cielo: c’è stato soltanto il tempo per
battezzarla. Ecco Chiara nel filmato che conserveranno per Francesco quando
potrà capire. E’ un incontro delle Acli di Roma in una chiesa della Capitale.
Le sta a fianco Enrico. Dice della gravidanza che non vuole interrompere.
Spesso la commozione prende il sopravvento, ma lei poi la tiene a bada. “Il
Signore – dice – mette la verità in ognuno di noi e non c’è possibilità dsi
fraintendere”.
Ricorda il momento che Maria viene alla luce e lei spiega: “Se avessi abortito, non penso che avrei ricordato quel giorno come un giorno di festa. Invece ricordo la gioia di quel giorno quando è nata” Questa gioia di essere mamma pensa di conservarla per tutta la vita. Aggiunge: “E alle mamme vorrei dire che conta il fatto di avere avuto il dono del figlio, non il tempo che ci è riservato di stare con lui”. Quella mezz’ora pensa di ricordarla per tuta la vita, che però sarà breve. Presto è di nuovo incinta. Aspettano Davide. Ma è ancora un’ecografia a dire che al bambino mancano le gambe. Nessun dubbio. Nascerà così. A questa malformazione del feto s’aggiunge un’altra grave anomalia. Nasce e vivrà per poche ore anche Davide. Il terzo, Francesco che è nato, è invece sano. L’ecografia questa volta non è una sentenza di morte.
Ricorda il momento che Maria viene alla luce e lei spiega: “Se avessi abortito, non penso che avrei ricordato quel giorno come un giorno di festa. Invece ricordo la gioia di quel giorno quando è nata” Questa gioia di essere mamma pensa di conservarla per tutta la vita. Aggiunge: “E alle mamme vorrei dire che conta il fatto di avere avuto il dono del figlio, non il tempo che ci è riservato di stare con lui”. Quella mezz’ora pensa di ricordarla per tuta la vita, che però sarà breve. Presto è di nuovo incinta. Aspettano Davide. Ma è ancora un’ecografia a dire che al bambino mancano le gambe. Nessun dubbio. Nascerà così. A questa malformazione del feto s’aggiunge un’altra grave anomalia. Nasce e vivrà per poche ore anche Davide. Il terzo, Francesco che è nato, è invece sano. L’ecografia questa volta non è una sentenza di morte.
IL RICORDO DELLE SUE PAROLE
STRAZIANTE E LUMINOSO: “IL SIGNORE METTE LA VERITA’ IN OGNUNO DI NOI E NON C’E’
LA POSSIBILITA’ DI FRAINTENDERE”.
LA DOMANDA DEGLI ULTIMI GIORNI:
“COME SARA’ IL PARADISO?”.
Chiara, che non ha mai esitato e
con la preghiera ha sempre scacciato ogni angoscia, sceglie: porterò avanti la
gravidanza. “Poi – si dice – penserò a me”. E Francesco nasce, quando subisce
un secondo intervento chirurgico e inizia quel viatico difficile e duro che
passa attraverso la chemioterapia per estirpare il cancro che, invece, si è
fatto strada nel suo corpo e non andrà mai via.
Un anno fa l’ultimo referto, quello che non lascia speranza. Ma lei di
speranza ne ha ancora e fa un gesto straordinario. Organizza un viaggio a Medugorje
per parenti e amici. Massimiliano Modesti è tra loro. Ricorda quei giorni:
“Fino all’ultimo ha avuto un pensiero per gli altri. E come se avesse voluto
prepararci alla sua fine. Ma con questo addio volle dirci che non lasciava una
soferenza, ma un messaggio di vita a chi sarebbe rimasto”. Lui dice che Chiara
negli ultimi giorni si poneva la domanda. “Come sarà il Paradiso?”. L’amico
pensa pure che lo abbia in qualche modo intravisto; pensa che avesse afferrato
tutto il suo splendore e avesse trovato così la forza di andarci senza paura.
Perché la paura, nella sua breve vita, Chiara non l’ha mai conosciuta.
Giovanno Ruggiero
da L’Avvenire, 19 giugno 2012
AGGIORNAMENTI
20 giugno 2011
IL NOSTRO AMORE SPECIALE
INTERVISTA a Enrico Petrillo concessa a Benedetta Capelli di Radio Vaticana.