Tutta la
nostra vita dovrebbe essere una meditazione
della nostra ultima e più importante decisione: la scelta fra la vita e
la morte. Noi tutti dobbiamo morire. Ma le disposizioni con le quali
affrontiamo la morte fanno di essa una scelta tra la morte e la vita.
Se durante la
vita, abbiamo scelto la vita, allora nella morte passeremo dalla morte alla
vita. La vita è una cosa spirituale e le cose dello spirito sono silenziose. Se
lo spirito che ha mantenuto acceso nei nostri corpi la fiamma della vita fisica
ha cura di alimentarsi con l’olio che si trova soltanto nel silenzio della
carità di Dio, allora quando il corpo muore, lo spirito continua a bruciare il
medesimo olio con la sua stessa fiamma. Ma se invece ha consumato tutto il
tempo il vile olio della passione, dell’egoismo, dell’orgoglio, allora quando
viene la morte la fiamma dello spirito se ne va con la luce del corpo perché
nella lampada non vi è più olio.
Dobbiamo
imparare nel tempo della vita ad allestire le nostre lampade e a riempirle di
carità in silenzio, parlando e confessando talvolta la gloria di Dio per
accrescere la nostra carità, aumentando quella degli altri e insegnando loro
anche le vie della pace e del silenzio.
Se al momento
della morte, questa viene a noi come uno straniero indesiderato, ciò sarà anche
perché Cristo è stato sempre tale per noi. Perché quando viene la morte viene
anche Cristo, portandoci quella vita eterna che ci ha acquistato con la propria
morte. Perciò quelli che amano la vera vita pensano spesso alla propria morte.
E’ infatti il silenzio che fa della morte la nostra serva e persino la nostra
amica. Pensieri e preghiere che sorgono dal silenzioso pensiero della morte
sono come alberi che crescono vicino all’acqua. Sono pensieri forti che vincono
la paura della disgrazia perché hanno vinto passione e desiderio. Volgono il
volto dell’anima nostra, in un desiderio costante, verso il volto di Dio.
Quando dico che una vita di
silenzio è in vista di una espressione finale, non intendo dire che tutti dobbiamo proporci di morire con pii discorsi sul labbro.
Non è necessario
che le nostre ultime parole abbiano un significato particolare o drammatico
degno di essere annotato. Ogni buona morte, ogni morte che dalle incertezze di
questo mondo ci consegna alla inalterabile pace e al silenzio dell’amore di
Cristo, è di per sé un discorso e una conclusione. Essa dice, con o senza
parole, che è bene che la vita giunga al suo fine stabilito, che il corpo
ritorni alla polvere e lo spirito ascenda al padre, attraverso la misericordia
di nostro Signore Gesù Cristo.
Una morte
silenziosa può parlare con una pace più eloquente di una morte punteggiata di
vivide espressioni. Una morte solitaria, una morte tragica, possono tuttavia
aver molto più da dire sulla pace e sulla misericordia di Cristo di parecchie
altre morti più tranquille.
Perché
l’eloquenza della morte è l’eloquenza della povertà umana che giunge faccia a
faccia con le ricchezze della misericordia divina.
Più siamo consapevoli che la nostra povertà è estremamente
grande, più grande sarà il significato della nostra morte : e più grande ne
sarà la povertà.
Perché
i santi sono quelli che vollero essere i più poveri nella vita e che,
più di ogni altro, esultarono nella suprema povertà della morte.
Thomas Merton
Thomas Merton
da Nessun uomo è un isola, 1956
L’Autore: nato in Francia nel 1915 - + Bangkok 1968. In seguito ad un viaggio a Roma, nel 1934 si
converte al cattolicesimo e nel ’41 entra nella Trappa. La sua vicenda umana è
emblematica della sua generazione e i suoi approdi spirituali comunicano un
vigore ancor oggi pregnante . Autore di oltre 60 libri di poesie e prose
dedicati soprattutto all'ecumenismo e dialogo interreligioso, pace e dei
diritti civili. Negli anni '60, si schierò a sostegno del movimento
non-violento per i diritti civili, che definì "il
più grande esempio di fede cristiana attiva nella storia sociale degli Stati
Uniti".
************
Le fotografie di pagina sono di Andrea Borghi – nato in Toscana
nel 1943, di lui dice “posso fotografare solo ciò che mi fa battere il cuore”. Foreste e boschi dell’Appennino, La Verna –
poi, eremi e monasteri
camaldolesi ... antichi saperi … luci e silenzi tra natura e spiritualità. Collabora
con Airone, Oasis, Lo Specchio della
Stampa etc