Mancavano due giorni alla Pasqua
e alla festa degli Azzimi; i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo
di impadronirsi di Gesù con inganno e ucciderlo; infatti dicevano: «Non durante
la festa, perché non vi sia qualche tumulto di popolo». Gesù era a Betania, in
casa di Simone il lebbroso; mentre era sdraiato a mensa, venne una donna che
aveva un vaso di alabastro di profumo di nardo puro, molto prezioso; ruppe l'alabastro
e lo versò sul suo capo. Alcuni, irritati in se stessi, dicevano: «Perché si è
fatto questo spreco di profumo? Si poteva vendere questo profumo per più di
trecento denari, e darli ai poveri». E fremevano contro di lei. Ma Gesù disse: «Lasciatela stare! Perché le
date fastidio? Ha fatto un'opera bella
verso di me. Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far
loro del bene; ma me non mi avete per sempre. Lei ha fatto ciò che poteva; ha
anticipato di profumare il mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che in
tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha
fatto sarà raccontato, in memoria di lei».
Vangelo di Marco (14, 1-9.)
Così
oggi noi dobbiamo onorare il Maestro in visita nei poveri che ci ha lasciato in
eredità. Certo occorre non onorare questo Dio mammona dei nostri giorni che è
il Mercato, seguire le prescrizioni
delle sue leggi, per questo ogni giorno sacrifichiamo in olocausto centinaia di
poveri, oltre a sconquassare l’ecosistema, al mantenimento del nostro livello
di vita. Sembra che non ci sia alternativa ma oggi ci ritroviamo in un mondo
più piccolo e centinaia di poveri bussano alla nostra porta per entrare e
occorre aprire il cuore alla misericordia che è la giustizia sposata con la
carità, che tutto può.
Questa foto è del 1937. Comparve su una pubblicazione per il cinquantenario della Basilica: “… ogni settimana sono ben cinque quintali di pane che vengono distribuiti e portano su le mense più povere, mancanti molte volte di questo alimento necessario la benedizione del Santo dei miracoli”. E più sotto: "L’Opera del Pane di Sant’Antonio … porta il suo soccorso nelle famiglie più bisognose con la distribuzione di letti per un più decoroso e sano alloggio, di medicine e di viveri Aiuta a riscattare dal Monte di Pietà, oggetti … affitti per i poveri sfrattati … in tanti modi sovviene alle miserie di questa povera umanità e offre ogni anno un quantitativo di corredini per i neonati e le mamme povere, confezionati dalla paziente e amorosa cura delle Giovani Antoniane e delle zelanti Consorelle del Terz’Ordine”.
Un livello di vita ben più misero che oggi attendeva i romani del 1937! E a lato ancora un articolo del 1895 …stesso tenore … i poveri li avrete sempre con voi ! Si, è con l’aiuto di Dio, da francescani doc, sempre tra i poveri a combattere le miserie. Mentre “nuove povertà” s’affacciano – come denunciato anche dal Presidente della Cei, mons. Bagnasco – anche al nostro orizzonte di italiani. Che la solidarietà sia il profumo delle nostre preghiere !
Questa foto è del 1937. Comparve su una pubblicazione per il cinquantenario della Basilica: “… ogni settimana sono ben cinque quintali di pane che vengono distribuiti e portano su le mense più povere, mancanti molte volte di questo alimento necessario la benedizione del Santo dei miracoli”. E più sotto: "L’Opera del Pane di Sant’Antonio … porta il suo soccorso nelle famiglie più bisognose con la distribuzione di letti per un più decoroso e sano alloggio, di medicine e di viveri Aiuta a riscattare dal Monte di Pietà, oggetti … affitti per i poveri sfrattati … in tanti modi sovviene alle miserie di questa povera umanità e offre ogni anno un quantitativo di corredini per i neonati e le mamme povere, confezionati dalla paziente e amorosa cura delle Giovani Antoniane e delle zelanti Consorelle del Terz’Ordine”.
Un livello di vita ben più misero che oggi attendeva i romani del 1937! E a lato ancora un articolo del 1895 …stesso tenore … i poveri li avrete sempre con voi ! Si, è con l’aiuto di Dio, da francescani doc, sempre tra i poveri a combattere le miserie. Mentre “nuove povertà” s’affacciano – come denunciato anche dal Presidente della Cei, mons. Bagnasco – anche al nostro orizzonte di italiani. Che la solidarietà sia il profumo delle nostre preghiere !
Così si leggeva nel primo numero della “Voce di Sant’Antonio” del
1895:
L’Opera del pane di Sant’Antonio
fa perdovunque miracoli di carità verso i poverelli. E’ propriamente una grande
benedizione di Dio in questi tempi miseri e calamitosi a vantaggio delle classi
diseredate dell’umana società e dei nullatenenti. Iddio benedetto, per mezzo
del suo Santo più popolare ed amato, Antonio da Padova, riscalda il petto dei
cristiani e li spinge ad opere di beneficenza per sollevare i suoi figli più
derelitti ed al suo paterno cuore più cari e bene accetti. In ogni luogo ed in ogni
terra del bel paese ed altrove la cassetta miracolosa di Sant’Antonio dà del
pane per isfamare molte famiglie di operai ridotti al verde e all’indigenza. In
questa Roma in particolare, dove la miseria si fa sentire più via ed
insistente, oh! Quanti bimbi, quante povere madri, quanti bisognosi genitori,
ridotti sul lastrico pel lavoro cessato, o per imprevista malattia, trovarono
ristoro e sollievo dalla famosa cassetta! … E’ prova convincenissima, tra le
altre, il listino mensile delle offerte del pane di Sant’Antonio da dispensarsi
nella portineria del nostro Collegio in Via Merulana. Da tutte le città
d’Italia il nostro glorioso taumaturgo manda per i suoi diletti poverelli
romani del denaro per sovvenirli. Molti per grazie ricevute, e molti per grazie
da riceversi dalla potente intercessione di Lui.
Da allora, l’opera del pane di Sant’Antonio in via Merulana in Roma continua.