17 luglio 2013 - CI HA LASCIATO VINCENZO CERAMI / Con Pier Paolo Pasolini iniziò la sua carriera cinematografica con "Uccellacci ed uccellini". Poi, con "Vangelo secondo San Matteo" ...


Vincenzo Cerami
e Pier Paolo Pasolini.





Nasce a Roma il 2 novembre del '40 da genitori siciliani e per il suo compleanno la madre lo portava tutti gli anni al cimitero, non certo per una sua lugubre inclinazione... Andava a far visita al fratellino perso pochi anni prima la sua nascita e di cui portava il nome: Vincenzo, appunto. Ma la vita è bella per il piccolo Cerami, che si ammala di difterite che per un periodo lo rende cieco. E' ormai alle medie quando i postumi della malattia lo rendono muto: Vincenzo non risponde alle domande fino a quando, grazie ad un tema assegnatogli da un professore, si sblocca e torna a parlare.
Quel professore si chiamava Pier Paolo Pasolini.
( vedi link)

Fu una folgorazione. La svolta. La rinascita per il malaticcio, introverso e timido ragazzo.
Pasolini resta il suo punto di riferimento tanto da diventarne prima aiuto-volontario in "Il Vangelo secondo Matteo" e successivamente aiuto-regista in "Uccellacci ed uccellini". Sposò Graziella Chiarcossi, cugina del grande regista e scrittore.



La storia di "Frate Ciccillo" e del giovane frate Ninetto
(min. 3,30)
(ms)

Ricordo di Vincenzo Cerami

Il laico che cercava

di Gianfranco Ravasi 
Devo confessare che, sotto le volte del Pantheon lo scorso primo luglio, ho atteso che si compisse una sorta di piccolo prodigio. Sapevo che da qualche tempo Vincenzo Cerami era gravemente ammalato, ma speravo lo stesso di intravedere il suo volto tra coloro che in quel pomeriggio stavano partecipando a un evento suggestivo e significativo. Dovevo, infatti, consegnare ufficialmente le nomine dei nuovi membri della più antica Accademia pontificia, quella di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, riconosciuta da Paolo iii nel 1542. Tra costoro Benedetto xvi aveva cooptato anche Cerami, noto al grande pubblico soprattutto per una delle sue tante fisionomie artistiche, quella di sceneggiatore cinematografico: aveva col regista Benigni approntato nel 1997 il copione de La vita è bella, affrontando la sfida di narrare visivamente in modo lieve un tema "indicibile" e pesante come quello dei lager nazisti.
Come è noto, lungo questa via artistica aveva incrociato altri registi importanti, a partire da Pier Paolo Pasolini nell'indimenticabile Uccellacci e uccellini. Ma l'arcobaleno della sua creatività era passato anche attraverso il romanzo, il racconto, la poesia, il teatro, la critica cinematografica. Anzi, proprio quest'ultimo suo impegno mi aveva messo in sospetto sul suo stato di salute (non avevo notizie indirette perché i nostri erano stati sempre e solo contatti personali): da molte settimane, infatti, non trovavo più la sua firma nelle recensioni filmiche sul supplemento letterario de "Il sole 24 ore". Ovviamente ora il mio non vuole essere un profilo bio-bibliografico, ma un ricordo quasi intimo, sostenuto dai dialoghi, dagli incontri, dalle condivisioni ideali che abbiamo avuto.
Sì, perché la mia conoscenza esplicita con Cerami, pur essendo recente, aveva acquistato subito i colori di una vera e propria amicizia. Certo, ricordo ancora la lontana ma forte emozione che provai da ancor giovane prete quando nel 1976 lessi il suo famoso Un borghese piccolo piccolo, un testo livido e tragico, illuminato dallo sforzo di sciogliere la disperazione e la violenza in un tentativo estremo di comprensione. Mai, però, avrei pensato che le nostre strade così diverse si sarebbero incrociate proprio nella città di Cerami, a Roma, quando, divenuto presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, pensai anche a lui, scrittore certamente "laico", per l'incontro degli artisti delle varie discipline e delle diverse ideologie con Benedetto xvi il 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina.
L'Osservatore Romano 19 luglio 2013