PAPA FRANCESCO / IL VANGELO DELLA FRATERNITA’, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE. Angelus del 1 gennaio, "Giornata mondiale per la Pace".




disegno di Vito Macri, pittore francescano
Bozzetto per un tondo in terracotta per la
Scuola elementare "San Francesco d'Assisi"
Roma (1990)

Nel corso del primo Angelus dell’anno 2014 il Santo Padre Francesco si è soffermato a lungo su questo tema, scelto per la celebrazione della 47^ Giornata Mondiale della Pace.

ANTEPRIMA DAL NUMERO DI FEBBRAIO
 DI SQUILLA FRANCESCANA


“Alla base c’è la convinzione che siamo tutti figli dell’unico Padre celeste, facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino. Da qui deriva per ciascuno la responsabilità di operare affinché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri.” 
E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore. Un padre e una madre godono e sanno di essere stati capiti dai figli non quando essi dicono «Ti voglio bene, papà», ma quando vedono che i figli si vogliono bene da veri fratelli. Così è per il Padre Celeste.


La globalizzazione, tuttavia -
continua il Santo Padre - se da una parte rivela la spinta interiore dei popoli che tendono verso la realizzazione di un’unica comunità umana, a causa del peccato che avvelena i cuori, non riesce a trasformarsi spontaneamente  in una società davvero più giusta e solidale, ovvero in una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Guerre , violenze, vendette, prepotenza, corruzione, sono i nemici che quotidianamente attentano alla realizzazione di questo progetto di pace. Cosi la facilità di comunicare in maniera così immediata e veloce e di spostarci rapidamente  da un punto all’altro del globo, paradossalmente, come ha affermato Benedetto XVI, ci fa sentire vicini, ma non ci rende fratelli .



Esemplare è il racconto biblico della vicenda di Caino ed Abele. Esso “insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono.”


Ci si può chiedere allora: l’uomo può costruire un mondo migliore e pacifico appoggiandosi sulle sue sole forze? 

Evidentemente no. Per questo Dio si è fatto uomo, e lo abbiamo celebrato da poco nel Natale, e la missione di Cristo è consistita, essenzialmente, in tre cose:
  • ·         nel rivelare che Dio è Padre e che noi siamo tutti fratelli
  • ·    nel redimere mediante la croce, cioè salvare, riportare alla dignità di figlio, l’uomo che si era perduto;
  • ·         nel riconsegnare tutte le cose e nel restituire l’uomo a Dio.
In particolare, la fraternità umana è rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua morte e risurrezione. La Croce è il “luogo” definitivo di fondazione della fraternità, che gli uomini non sono in grado di generare da soli... La risurrezione ci costituisce come umanità nuova, in piena comunione con la volontà di Dio, con il suo progetto, che comprende la piena realizzazione della vocazione alla fraternità.”

Nondimeno, come diceva Paolo VI, “non soltanto le persone, ma anche le Nazioni debbono incontrarsi in uno spirito di fraternità . Questo dovere riguarda in primo luogo i più favoriti. I loro obblighi sono radicati nella fraternità umana e soprannaturale e si presentano sotto un triplice aspetto: il dovere di solidarietà, che esige che le Nazioni ricche aiutino quelle meno progredite; il dovere di giustizia sociale, che richiede il ricomponimento in termini più corretti delle relazioni difettose tra popoli forti e popoli deboli; il dovere di carità universale, che implica la promozione di un mondo più umano per tutti, un mondo nel quale tutti abbiano qualcosa da dare e da ricevere, senza che il progresso degli uni costituisca un ostacolo allo sviluppo degli altri” (. Populorum progressio - 26 marzo 1967  ) . Ciò implica evidentemente la sostituzione della dinamiche di sfruttamento e di potere con quelle di amore e di servizio.
La mancanza di fraternità tra i popoli e gli uomini, aggiunge il Pontefice, è una causa importante della povertà, sia quella relazionale ,dovuta cioè alla carenza di solide relazioni familiari e comunitarie, sia in senso stretto della povertà intesa come carenza di beni.
Essa non può che essere guarita dalla fraternità che ci suggerisce di soccorrere i poveri e di condividere i beni, come insegna la perenne ed immutata dottrina sociale della Chiesa.

Altra  grave e profonda ferita inferta alla fraternità è  l’espe-rienza dilaniante della guerra, sia quella su vasta scala, sia quella che si esprime in micro conflitti territoriali, o in forme più subdole ma non meno devastanti come la corruzione e il crimine organizzato.
Solo il dialogo, il perdono e la riconciliazione possono ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza nel cuore degli uomini e delle nazioni".
Non bastano gli accordi internazionali, i vertici tra capi di stato, gli sforzi diplomatici nè le cosiddette “road map“, se nel cuore dell’uomo manca la conversione. Essa soltanto può mettere fine a tale sfacelo e far trionfare la fraternità.
Anche la cosiddetta crisi economica non potrà mai essere risolta se non andando alle sue radici che sono essenzialmente antropologiche e trovano la loro origine nel progressivo allontanamento dell’uomo da Dio e dal prossimo, laddove il feticismo del denaro e la dittatura di un tecnicismo ed di un’ economia senza volto hanno ridotto l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo. In tal senso, occorre richiamare a tutti quella necessaria destinazione universale dei beni che è uno dei principi-cardine della dottrina sociale della Chiesa. Parafrasando S.Paolo potremmo chiederci : “Chi ci libererà da questa realtà che conduce alla morte?

Risponde il Papa: “Ci libererà  Cristo, che è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita. “Ciò comporta costruire una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto all’umanità da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sé: «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
È questa la buona novella che richiede ad ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella.... Ogni attività deve essere, allora, contrassegnata da un atteggiamento di servizio alle persone, specialmente quelle più lontane e sconosciute. Il servizio è l’anima di quella fraternità che edifica la pace”.

Non possiamo non fare un’ ultima osservazione. Il tema scelto dal Papa per questa  giornata mondiale della pace, i concetti espressi, le considerazioni fatte, i punti toccati e le soluzioni proposte, ci sono molto familiari. Fanno infatti parte del patrimonio e dell’’eredità spirituale del carisma del Santo di Assisi e tradiscono l’approccio decisamente francescano al problema ed alle sue soluzioni. Non possiamo che rallegrarci di questo grande dono di Dio che per noi è Papa Francesco , senz’altro, oserei dire .  il più francescano dei pontefici che si sono succeduti sulla cattedra di Pietro negli ultimi anni.

Antonio Fasolo Ofs