P. Antonio Giacomello nato a Pianiga (VE)
nato il 16
dicembre 1932, ordinato sacerdote il 7 luglio 1957
morto a Grottammare (MC )
il 15 gennaio 2014.
Un frate piccolo e magrolino con una manciata di caramelle in mano ci
diede il benvenuto il primo giorno della nostra formazione da aspiranti
terziari. Erano i primi anni novanta ed insieme a Lidia mia moglie, avevamo
cominciato a frequentare la Fraternità di Via Merulana attratti dalla
spiritualità di S. Francesco.
Rideva con gusto il frate e ci scrutava con
tenerezza attraverso i suoi grandi occhiali
da miope, infilato in un saio dalle maniche forse troppo larghe ma nelle
quali sapeva nascondere e tirare fuori
di tutto.
“Una coppia di coniugi ?“ chiese, e alla risposta
affermativa, subito gli occhi gli
brillarono ed io capìì che ci aveva atteso da tempo. Da allora ci volle sempre
bene e non ebbe mai pudore di nasconderlo.
In verità frate Antonio Giacomello
amò moltissimo tutta la fraternità dell’Ofs della nostra Basilica, alla quale
si dedicò con cura e passione nel suo compito altissimo e ben compreso di
assistente spirituale. Sempre presente alle riunioni, attento alle necessità di
tutti, punto di riferimento per quanti erano nella difficoltà e nel dolore,
consigliere saggio, amico prudente, fratello e sacerdote carissimo.
Incoraggiava tutti , severo all’occorrenza senza timore di risparmiarsi quando
c’era di mezzo la cura delle anime.
Ciò
che amava davvero di più era la nostra realtà secolare.”Se l’Ofs vuole
riformarsi e tornare alle origini, deve guardare all’esempio luminoso delle
prime coppie di coniugi che entrarono nell’Ordine , come i beati Lucchese e
Bonadonna”. Fu questa la sua suggestione che mi spinse ad approfondire la
storia dell’Ordine. Amava la compagnia
dei santi. Lo vidi l’ultima volta stanco ed affaticato nel suo confessionale in
San Giovanni in Laterano, circondato da tantissimi santini che aveva
letteralmente appiccicato sulle pareti di legno della sua “postazione“.
Lo sentii di nuovo per telefono,
ai primi di dicembre quando già aveva dovuto lasciare il suo ministero di
penitenziere e si trovava nell’infermeria provinciale del convento di
Grottammare nelle Marche.
Sono certo che quando il Signore
gli ha aperto le porte del Paradiso lo ha preso sotto braccio e gli ha detto :
“ vieni servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone.”
Beato te Frate Antonio !!! Prega
ora per noi che combattiamo ancora
nell’arena di questa vita.
Antonio
Fasolo Ofs
Con grande affetto ricordo Padre
Antonio dal quale venni iniziato alla via del terziario secolare. Mi insegno il
significato profondo del “segno della Croce”. Gli sono per sempre grato e sarà
per sempre nel mio ricordo e nel mio cuore.
Il modo migliore di salutarlo
ogni giorno è di ringraziarlo e mettere in pratica le piccole o grandi cose che
ci ha insegnato.
Un saluto a tutti.
Un saluto a tutti.
Un abbraccio a P. Antonio.
Franco Tiberi, Ofs
Franco Tiberi, Ofs
E’ andato in cielo un santo.
Il 15 gennaio scorso è ritornato alla
casa del Padre il nostro amato P. Antonio Giacomello.
Per chi non l’ha conosciuto è stato per
alcuni anni il padre assistente della fraternità OFS di S.Antonio fino al
giugno 1999, quando è stato trasferito al convento all’interno della Basilica
di S.Giovanni in Laterano per svolgere il servizio di penitenziere.
Non potevo non parlare di lui e offrire
un ricordo anche ai confratelli e le consorelle che non l’hanno conosciuto.
Oltre che padre assistente della nostra
fraternità è stato il mio direttore spirituale e confessore per più di quindici
anni.
A quanti hanno avuto la grazia di conoscerlo
ha lasciato nei cuori e nella mente un ricordo indelebile.
Mi sembra ancora di vederlo quando nel
tempo libero curava con molto amore il giardino che prima c’era nel chiostro
del convento di S. Antonio (ora è fondamentalmente un posto per le macchine dei
frati del convento). Un frate piccolo ed esile che si confondeva tra le piante
e i fiori del giardino, il quale si ricomponeva il saio, da giardiniere “ritornava
a fare il frate”, quando gli chiedevi di confessare o quando era il suo turno
per celebrare la santa messa in basilica o quando ci faceva visita nei nostri
incontri di fraternità o durante il
consiglio, per offrirci suggerimenti, incoraggiamenti, la sua preziosa
esperienza di vita.
E’ stato sempre una presenza viva e
discreta per noi terziari di S. Antonio, acuto nelle osservazioni, ispirato
dallo Spirito Santo, una vita fatta di tanta preghiera e lode al Signore che
trovava sempre l’occasione di ringraziare anche parlando semplicemente delle bellezze
del creato come le piante e i fiori che curava, o quando ti invitava a leggere
dei passi della sacra scrittura (salmi o o il nuovo testamento) adatto al
dialogo o confessione che avevi avuto con lui; come è stato sempre puntuale e
costante il suo articolo mensile su Squilla Francescana.
Nutriva vivo interesse per la
fraternità, la curava come pochi assistenti ho visto fare, con quella umiltà,
semplicità, tenacia, gioia, anzi, letizia francescana, nonostante le prove che
attraversava, solo quelle che di lui avevi modo di conoscere ( disgrazie e
malattie di alcuni componenti della sua amata e numerosa famiglia veneta) o che
potevi intuire dal suo corpo e dal volto
sofferente, senza mai sentire da lui un lamento.
Ho avuto la grazia di conoscerlo più
approfonditamente nel lungo periodo che ha curato la mia anima nel percorso
spirituale e nella mia meta verso Gesù e il cielo.
Ringrazio Gesù per avermi donato un
confessore con un’anima così pura,una guida spirituale di cui sentirò sempre la
mancanza, ma di cui farò tesoro.
Anno dopo anno mi sono resa sempre più
conto di come la mia anima veniva nutrita da Padre Antonio: un direttore spirituale
discreto ma attento, fermo, e nello stesso tempo dolce, con una intelligenza
acuta e profonda, dalla vasta cultura spirituale e generale.
Il suo era amore genuino, puro verso
Gesù, la Madonna, la santa Chiesa e S. Francesco e il saio che indossava. Egli
era fermo quando si trattavo di difendere il Vangelo e la Chiesa, e nello
stesso tempo in grado di farti diventare un cristiano che segue Gesù con la
libertà dei figli di Dio.
Nei travagli del mio percorso spirituale
P. Antonio mi ha insegnato man mano, la libertà interiore nel seguire Gesù, a
essere meno seria con me stessa, come per esempio quando mi sentivo triste o arrabbiata perché
non proseguivo il cammino spirituale come avrei voluto, quando non mi sentivo a
posto con Gesù e mi sentivo indegna e giudicata da Lui. P. Antonio mi ha
insegnato a prendermi meno sul serio in questi momenti bui del cammino
spirituale e a scherzare con Gesù quando mi diceva: “ogni tanto fai
l’occhiolino a Gesù, perché Lui non ci
vuole seriosi, tristi e musoni, ma gioiosi e sereni”.
Giovanna Minutiello, Ofs
Non posso dimenticare l’incoraggiamento,
l’apprezzamento, che aveva nei miei confronti quando gli parlavo del mio stato
interiore e dello sforzo e desiderio di
amare e mettere al primo posto Gesù , e lui, con un’umiltà che non dimenticherò
mai, mi faceva intendere che veniva edificato dal mio racconto, che poteva
imparare da me (sembrava ammirato dalle mie parole)...lui! Che umiltà e amore
di Dio erano racchiusi in quel fraticello!
Man
mano che passavano gli anni in cui mi confessavo da lui, vedevo aumentare il
numero di “santini” che teneva attaccati con nastro adesivo, uno vicino
all’altro, all’ interno del suo confessionale (nella Basilica di San Giovanni
in Laterano), sul ripiano che serviva per appoggiare i libri. In base alle
difficoltà, al problema specifico o alla prova che sostenevi e che tu gli
raccontavi, o a una grazia che chiedevi da tempo, lui ti invitava a rivolgerti a
loro: a san Francesco e santa Chiara, a sant’ Antonio, a San Giuseppe, a santa
Teresa di Gesù bambino, alla coppia dei beati terziari francescani, ovvero i
santi Quattrocchi e ad altri santi. Li sentiva amici vivi e fedeli, realmente in sua compagnia,
e che suggeriva anche a te di farli diventare tuoi amici.
Grazie
Padre Antonio per l’amore, la misericoridia, la forza, con mi cui hai guidato
nel cammino cristiano e francescano.
Grazie
mio buon Gesù per questo dono gratuito, non meritato.