ANNO B / III domenica T.O. - Marco, 1,14-20 - Commento all Vangelo di Adelaide Rossi

3ª DEL TEMPO ORDINARIO
Gio 3,1-5.10; Sal 24 (25);
1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20 

Conclusione Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Giornata mondiale dei malati di lebbra

Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».  FF 307
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.


“Convertitevi e credete al Vangelo”. Ossia: Mutate profondamente la vostra vita e accettate Gesù Cristo, che è il Vangelo vivente.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò in Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo”.
Bisogna precisare una cosa. Primo, la conversione non riguarda solo i non credenti, o quelli che si dichiarano “laici”; tutti indistintamente abbiamo bisogno di convertirci; secondo, la conversione, intesa in senso evangelico, non è sinonimo di rinuncia, sforzo e tristezza, ma di libertà e di gioia; non è un movimento regressivo, ma progressivo.
Prima di Gesù, convertirsi significava sempre “tornare indietro”. Indicava l’atto di chi si accorge di “essere fuori strada”; allora ha un ripensamento, decide di cambiare atteggiamento e tornare all’osservanza della legge e di rientrare nell’alleanza con Dio. La conversione, in questo caso, ha un significato morale; consiste nel cambiare i costumi, nel riformare la propria vita.
Sulle labbra di Gesù, questo significato cambia. Convertirsi significa fa un balzo in avanti ed entrare nel Regno, affermare la salvezza che è venuta agli uomini gratuitamente, per libera e sovrana iniziativa di Dio.
Conversione e salvezza si sono scambiate di posto. Non più, prima la conversione e poi la salvezza, ma prima la salvezza, come offerta generosa e gratuita di Dio, e poi la conversione come risposta dell’uomo. In questo consiste il “lieto annuncio”, il carattere gioioso della conversione evangelica. Dio non aspetta che l’uomo faccia il primo passo, che cambi vita, che produca opere buone, quasi che la salvezza sia la ricompensa dovuta ai suoi sforzi. No, prima c’è la grazia, l’iniziativa di Dio. In questo, il cristianesimo si distingue da ogni altra religione o filosofia religiosa: non comincia con il dire agli uomini cosa devono fare per salvarsi, ma quello che Dio ha fatto per salvarli; pone il dono prima del dovere, la grazia prima del merito.
“Convertitevi e credete”: questa frase non significa due cose diverse e successive, ma la stessa azione fondamentale: Convertitevi, cioè credete!
Convertitevi credendo! La fede è la porta per cui si entra nel Regno.
Se ci fosse detto: la porta è l’innocenza, è l’osservanza esatta di tutti i comandamenti, è la pazienza, la purezza, uno potrebbe dire: non è per me; io non sono innocente…non ho tale virtù. Ma ti viene detto: la porta è la fede. A nessuno è impossibile credere, perché Dio ci ha creato liberi e intelligenti, proprio per renderci possibile l’atto di fede in lui.
La fede ha due facce: c’è la fede-assenso dell’intelletto, la fede-fiducia. In questo caso, si tratta di fede-appropriazione. Di un atto per cui uno si appropria, quasi di prepotenza, di una cosa. San Bernardo usa addirittura il Verbo usurpare: “Io, quello che mi manca lo usurpo dal costato di Cristo!”.
“Convertirsi e credere” significa proprio questo. Prima ancora di aver acquistato meriti, noi conseguiamo la salvezza, ci impossessiamo addirittura di un “regno”. “Convertitevi!”, non è una minaccia, un rimprovero; è un’offerta incredibile, un invito alla libertà e alla gioia. E’ la “buona notizia” di Gesù agli uomini di tutti i tempi. (Adelaide Rossi, ofs)


Altri spunti di riflessione:

- L’annunzio è per tutti gli uomini. La giustizia di Dio è vinta dalla misericordia. “Io sono misericordioso, dice il Signore” (Ger. 3, 12).

- Il contenuto del nostro annuncio comprende due articoli di fede: la certezza che Dio è vicino ed ha un progetto d’amore da attuare nella storia (il Regno è vicino) e la risposta di fede (credete al vangelo) e di vita (convertitevi!) che l’uomo deve offrire al suo Dio.

- Alla luce dell’annuncio si riesce ad identificare il vero senso della vita e dei valori che si succedono, che trasformano le scelte. E il nostro destino diventa grandioso.