IL PICCOLO BERGOGLIO, SUA NONNA E QUEI STRANI CAPPELLINI. Un aneddoto ecumenico.



Quando si pensa all’Esercito della Salvezza, il pensiero corre va istintivamente alle decine di film in cui si vedono lungo le strade delle città americane, le bande di suonatori o di cori, spesso in ambientazioni natalizie, che invitano la gente a cambiare vita, combattere il materialismo e così via.
Si ricordano questi film anche per la divisa e le donne dagli strani cappellini d’antan.

PAPA FRANCESCO E
LA NONNA “TEOLOGA”

Durante il recente incontro con una delegazione dell’Esercito della salvezza, Papa Francesco ha raccontato un episodio personale, risalente alla sua infanza che è stato come un imprinting spirituale alla sua sensibilità profondamente ecumenica:

"Quando io avevo quattro anni - era nell’anno 1940, nessuno di voi era nato, eh? - andavo per strada con la mia nonna. In quel tempo, l’idea era che tutti i protestanti andavano all’Inferno. Ma, dall’altra parte del marciapiedi venivano due donne dell’Esercito della Salvezza, con quel cappello che avevate voi … Lei lo ha usato? E io ricordo come se fosse oggi, io ho detto a mia nonna: 'Quelle, chi sono? Monache, suore?'. E mia nonna ha detto: 'No. Sono protestanti. Ma sono buone'. E così, la mia nonna per la testimonianza vostra, mi ha aperto la porta all’ecumenismo: la prima predica ecumenica che ho avuto è stata davanti a voi. Thank you very much".

Per inciso, questo andare a portare la Parola di Dio per le strade non vi ricorda una modalità tipica dei francescani?

A disegnare le divise maschili e i cappellini femminili fu Catherine Mumford moglie del fondatore del “Salvation Army” il pastore metodista William Booth. Si sposarono nel 1865, ed ella le fu sempre accanto, inizialmente curando la corrispon-denza, poi sempre più attivamente divenendo una delle colonne della nuova organizzazione. Fin da giovane era sensibile al problema dell’alcolismo.
Era convinta assertrice della parità tra uomini e donne e non di poco conto è stato il contributo dell’Esercito della salvezza nella lotta per i diritti delle donne.

E i famosi “cappellini”? 
“Sino a pochi anni fa – si legge nel sito dell’Esercito della salvezza di Roma - le donne hanno continuato ad indossare una versione ridotta del cappellino stile vittoriano ma oggi la gran parte dei paesi hanno adottato il cappellino a forma di bombetta, che è anche molto meno costoso. Portare l’uniforme è una scelta libera”. Portarlo è un modo, come per noi cattolici, di esprimere esteriormente il proprio modus vivendi, più intime convinzioni e scelte di vita.

marco stocchi, ofs