PROFESSIONE NELL'OFS: IL DONO DELLO SPIRITO SANTO di Rosalvo Moto, ofs

Spirito Santo - opera di Jacopo Zucchi
Chiesa dello Spirito Santo in Sassia - Roma
La Professione dei Fratelli e delle Sorelle chiamati alla vita francescana nella fraternità secolare avviene nel corso di una celebrazione che segue in modo specifico il Rituale proprio dell’OFS.

Questa celebrazione rappresenta il momento iniziale della vita professata ed è contemporaneamente occasione di dialogo per una risposta all’opera di Dio.

La celebrazione della Professione ne è testimonianza in quanto opera di Dio ed evento salvifico: * è un momento in cui la Salvezza viene in aiuto a coloro che fanno la Professione, rendendoli in grado di promettere di condurre una vita secondo gli insegnamenti dei Vangeli e il modello francescano e producendo in loro particolari effetti di grazia. Questo conferisce loro delle caratteristiche specifiche che li contraddistinguono tra le persone di Dio.


Professione nell’OFS:
il dono dello Spirito Santo

La Grazia della Professione
Quando si fa la professione nell’OFS si dice “Poiché il Signore mi ha dato questa grazia, rinnovo le mie promesse battesimali e mi consacro al servizio del suo Regno.” (Rituale di Professione).

Questa dedica al servizio nel Regno può avvenire perché il Signore concede la grazia di consacrarsi alla causa del Regno.

La professione è sia una grazia sia un dono dello Spirito:” Lo Spirito Santo è la sorgente della vocazione dei Francescani Secolari”. (Cost. 11). “Spinti dallo Spirito si impegnano a raggiungere la perfezione della carità nel proprio stato secolare”. (Regola 2).

La Professione è un Atto della Chiesa
La Professione avviene attraverso l’opera di Dio. Questo succede perché Dio lavora attraverso Cristo, la cui umanità è un punto di incontro tra Dio e gli uomini, e oggi Cristo vive e lavora attraverso la Chiesa, che costituisce l’intero Corpo di Cristo, testa e membra.

Vale la pena rilevare il linguaggio utilizzato nelle Costituzioni, che definiscono la Professione come l’atto ecclesiale solenne (42.1), e nel Rituale, che dichiara che la Professione è un atto pubblico ed ecclesiale.

Professione e Fraternità

Abbiamo visto che la Professione è, per sua stessa natura, un’azione ecclesiale, un’azione di Cristo e della Chiesa. Ci si chiede quindi: “Come si rende visibile e come mostra l’opera di Cristo e della Chiesa?”

Con il termine “Chiesa” il Rituale intende un gruppo concreto, liturgico, formato dalla comunità e dalla fraternità, cioè la fraternità locale dell’Ordine Francescano Secolare.

Giacché, per sua stessa natura, la professione è un atto pubblico ed ecclesiale, dovrebbe essere celebrata alla presenza della fraternità. Questa scelta è da ricondurre alla realtà della fraternità locale: “È un segno visibile della Chiesa, comunità di amore”. (Regola 22, Rituale 2.14)

La Professione produce “l’inclusione nell’Ordine Francescano Secolare”, implicando così la piena integrazione nella famiglia francescana e tutto ciò che deriva dall’appartenere alla medesima famiglia spirituale.

I Ministeri nella celebrazione della Professione
L’opera della Fraternità-Chiesa celebrante si realizza attraverso diversi ministeri esercitati da persone che, all’interno dell’assemblea liturgica, sono chiamati a svolgere specifiche funzioni.

I Candidati
L’opera di Cristo e della Chiesa si esprime nelle persone dei candidati che cercano la Professione, in quanto promettono di condurre una vita evangelica. Chiedono di ricevere la Professione.

In effetti, sia il Battesimo sia la Confermazione sono presupposto essenziale per ricevere la Professione: si è chiamati a dare testimonianza del Regno di Dio, a costruire un mondo più misericordioso assieme alle persone di buona volontà e a coltivare lo spirito diservizio che è proprio dei Francescani Secolari (Rituale 1.14).

Il Ministero della Fraternità
La Professione è ricevuta dal Ministro della Fraternità locale (Cost. 42.3). La Chiesa, attraverso il sacerdote e il Ministro, che rappresentano entrambi la fraternità, riceve la professione (Rituale).

Il Ministro riceve la Professione e il sacerdote presiede il rito. Il Ministro della fraternità esercita un ministero liturgico vero e proprio.

Il sacerdote
Analogamente, il sacerdote che presiede la celebrazione è definito testimone della Chiesa e dell’Ordine. (Rituale).

Le nostre azioni liturgiche e sacramentali rendono visibile la realtà della Madre Chiesa, che è preoccupata per il destino dei suoi figli. Da questo derivano e trovano una giustificazione le domande che sono fatte a genitori e padrini al momento del Battesimo e a coloro che ricevono il sacramento della Confermazione, dell’Ordine e del Matrimonio.

In effetti, ciò che ne deriva e trova una giustificazione sono anche le domande fatte a coloro che cercano la Professione nell’Ordine Francescano Secolare.

La Professione nell’OFS deve essere confermata dalla Chiesa e questo è realizzato dal presbitero e da chiunque dichiari, dopo che i candidati hanno letto la formula della professione: Confermo la vostra promessa nel nome della Chiesa (Rituale 11.18).

Ne consegue che il sacerdote è il testimone che garantisce l’idoneità del candidato alla professione e la ratifica in nome della Chiesa.

Il dono dello Spirito nella celebrazione di una Professione
La funzione del sacerdote non è solo questa ma è, soprattutto, quella di benedire (atto che è propriamente una funzione liturgica) coloro che sono chiamati a seguire Cristo tramite l’esempio di Francesco d’ Assisi.

La Santificazione è opera del Padre, che si realizza con la mediazione del Ministro nel momento in cui dichiara: “La Fraternità accetta la vostra richiesta e si unisce a voi nella preghiera che lo Spirito Santo possa confermarvi nell’opera che Egli stesso ha iniziato”. Tutto ciò è dono dello Spirito.

Professione ed Eucarestia

Attraverso il sacerdote, la Chiesa associa le promesse della Professione al sacrificio dell’Eucarestia. Per questo motivo il rito della Professione è celebrato nel corso della messa.

Attraverso il ringraziamento al Padre (Eucarestia) in Cristo, oggi compiamo un nuovo ringraziamento. Chiamati a seguire Cristo, che si offre al Padre come sacrificio vivente per la vita del mondo, siamo costantemente invitati – nel modo più adatto alla nostra età – a unire l’offerta di Cristo alle nostre offerte.

Battesimo e Professione
Come affermato dalle Costituzioni Generali (42.1), la Professione è l’atto ecclesiale solenne con il quale il candidato, memore della chiamata ricevuta da Cristo, rinnova le promesse battesimali e afferma pubblicamente il proprio impegno a vivere il Vangelo nel mondo secondo l’esempio di Francesco e seguendo la Regola dell’OFS.

Memoriale del Battesimo
Viene di fatto affermato che la Professione, per sua stessa natura, è il rinnovamento della consacrazione e delle promesse battesimali e che, nel fare ciò, il candidato dichiara l’intenzione di rinnovare le promesse battesimali.

È come se si volesse affermare, per mezzo della Professione, il desiderio di richiamare alla mente la consacrazione e le promesse del Battesimo. Per questo motivo, la Professione nell’OFS è definita con certezza assoluta un “Memoriale del Battesimo”. Non si tratta tuttavia di una semplice memoria del Battesimo: è piuttosto l’atto del renderlo presente. Si può perfino dire che sia un’attualizzazione del Battesimo.
Rosalvo Moto, ofs