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Marco Bartoli: Papa Giovanni XXIII disse parlando del Concilio, di cui in questi mesi si ricorda il cinquantennio d'indizione, una cosa molto bella: “siamo soltanto all’aurora!”.
Marco Bartoli: Papa Giovanni XXIII disse parlando del Concilio, di cui in questi mesi si ricorda il cinquantennio d'indizione, una cosa molto bella: “siamo soltanto all’aurora!”.
La speranza è una forza storica e Papa Francesco,
che riprende in mano il Concilio, da una grande speranza per noi, per la
famiglia francescana che ama la chiesa povera ed è una speranza per l’Europa,
per il mondo perché possa riproporre quei grandi ideali che sono il rispetto,
il dialogo, l’amicizia.
Giovanni XXIII avendo un tumore terminale,
nel periodo forte della guerra fredda dove l’incombenza di una guerra atomica
era reale disse “dissento dai profeti di sventura” aprendo per tutta risposta
la Chiesa a una primavera con il concilio Vaticano II.
Sembriamo tutti come i discepoli di Emmaus
che dicevano: noi speravamo.
Abbiamo sperato ma adesso è il tempo di non avere speranza. Tutto è finito con la morte in croce di Gesù. Non abbiamo più speranza!
Abbiamo sperato ma adesso è il tempo di non avere speranza. Tutto è finito con la morte in croce di Gesù. Non abbiamo più speranza!
Quando appare un pellegrino-Gesù lungo la strada tra i
discepoli, questi non lo riconobbero e Gesù gli parla allora delle scritture. Le scritture sono la direttrice che
riaccende la speranza in loro e la sera, quando Gesù voglia da solo
proseguire loro si aprono a un gesto di compassione e di misericordia: “rimani con noi, si fa sera”.
Questa compassione, riapre loro la speranza facendogli ardere il cuore fino a dire, quando Gesù scomparve: “Non ardevano forse i nostri cuori quando ci spiegava le scritture e quando si è fermato a mangiare con noi …”. Dare un gesto di compassione al pellegrino ci ridà la dimensione e la gioia della speranza!
La resurrezione alla Speranza nasce con la misericordia ad un pellegrino che si fa vicino.
Marcello Aurili