CORPUS DOMINI
(Lc. 9, 11b – 17)
Gesù
moltiplica pani e pesci, dopo il rendimento di grazie e dopo averli spezzati.
Questa moltiplicazione prelude già all’eucarestia, al rendimento di grazie
dell’ultima Cena e al ministero degli apostoli e della Chiesa.
Nella seconda lettura di questa domenica, san
Paolo ci presenta il più antico resoconto della istituzione dell’Eucarestia,
scritto non più di una ventina d’anni dopo il fatto.
Cosa possiamo scoprire di nuovo del mistero
eucaristico, servendoci cel concetto di memoriale: “Fate questo in memoria di
me”.
La memoria è una delle facoltà più misteriose e
più grandiose dello spirito umano. Tutte le cose viste, udite, pensate e fatte
fin dalla prima infanzia, sono
conservate in questo seno immenso, pronte a ridestarsi ad un richiamo esterno o
della stessa nostra volontà. Senza memoria perderemmo la nostra identità.
Il ricordo, al suo affacciarsi alla mente, ha il
potere di catalizzare tutto il nostro mondo interiore e convogliarlo verso il
suo oggetto, specie se questo non è un fatto, ma una persona viva.
Non solo l’individuo, ma anche il gruppo umano
– famiglia, clan, tribù, nazione- ha la sua memoria. La ricchezza di un popolo
non si misura tanto dalle riserve auree che conserva nelle sue casseforti,
quanto dalle memorie che conserva nella sua coscienza collettiva. E’ proprio il
condividere gli stessi ricordi che cementa l’unità del gruppo. Le feste civili
ricordano gli eventi più importanti della nostra storia recente e ai nostri
uomini più illustri sono dedicate vie, piazze, aeroporti…
Questi esempi portati da me circa la memoria ci
dovrebbe aiutare a capire meglio cos’è l’Eucarestia per il popolo cristiano.
Essa è un memoriale perché ricorda l’evento a cui ormai tutta l’umanità deve la
sua esistenza, come umanità redenta: la morte del Signore. Ma l’Eucarestia ha
qualcosa che la distingue da ogni altro memoriale. Essa è memoria e presenza
insieme, e presenza reale, non solo intenzionale; rende la persona
realmente presente, anche se nascosta sotto i segni del pane e del vino. E come
tutti i Memorial Day riportano in
vita i loro caduti, così il memoriale eucaristico, secondo la fede dei
cristiani, fa questo nei riguardi di Cristo.
Ma la memoria ha anche un pericolo insito in essa.
La memoria si può trasformare facilmente in sterile e paralizzante nostalgia.
Questo avviene quando la persona diviene prigioniera dei propri ricordi e
finisce per vivere nel passato. Il memoriale eucaristico non appartiene davvero
a questa specie di ricordi. Al contrario essa ci proietta in avanti; dopo la
consacrazione il popolo acclama: “Annunciamo la tua morte, Signore. Proclamiamo
la tua resurrezione. Nell’attesa della tua venuta”.
Un’antifona attribuita a
san Tommaso d’Aquino (O sacrum conviviun)
definisce l’Eucarestia il sacro convito in cui “si riceve Cristo, si celebra la
memoria della sua passione, l’anima si riempie di grazia e a noi viene dato il
pegno della gloria futura”.
Adelaide Rossi, ofs