“Ora, mentre si trovavano in quel luogo [Betlemme], si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,6-7).
Carissimi fratelli e sorelle, in
questo brano del Vangelo, Luca ci fa notare una grande verità: Gesù è nato
fuori della porta della città, è nato nell’emarginazione!
“Il Salvatore del mondo, Colui in vista del
quale tutte le cose sono state create, Colui che è stato crocifisso fuori della porta della città,
è anche nato fuori della porta della città” (Benedetto XVI).
Questo significa che Egli, fin
dalla nascita, non appartiene a quell’ambiente che, secondo il
mondo, è importante, è potente,
ma si presenta nel mondo come un essere (apparentemente) irrilevante, ponendosi ultimo fra
gli ultimi, il più povero fra i poveri. Sono, infatti, i poveri pastori, anime
semplici e piene di stupore, i primi testimoni della nascita di Gesù.
Questo, carissimi fratelli e
sorelle, è lo spunto che vorrei suggerire per questo Natale.
Gesù fin dall’inizio ha rivolto
lo sguardo verso gli ultimi, gli emarginati, i poveri, gli oppressi, facendosi
come loro. Ha chiaramente dimostrato che il suo messaggio evangelico è
indirizzato verso un’armonizzazione dell’umanità con la ricerca della pace,
della giustizia, dell’uguaglianza.
Questo deve farci riflettere e
comprendere che “fa parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito dei
criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e, con
questa luce, raggiungere la via giusta” (Benedetto XVI) che deve portarci, come
anche S. Francesco ci ha insegnato, ad aprire il nostro
cuore ed essere disponibili ad accogliere, dialogare e a infondere speranza a coloro che sono in
situazioni di difficoltà, di precarietà e di
bisogno. E’ questo, carissimi, l’augurio
che rivolgo a tutti voi per vivere con più slancio e vigore
evangelico il Natale di Nostro
Signore Gesù.
Buon Natale! Il Ministro
Regionale
Bruno Tomarelli