1 gennaio 2010
“SE VUOI COLTIVARE
LA PACE,
CUSTODISCI IL CREATO".
In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2009 la Comunità di Sant'Egidio, insieme ad altre Associazioni, Movimenti e Comunità, vuole far giungere il suo sostegno alle parole del Papa e alla sua sollecitudine per la pace nel mondo, ancora tanto diviso e segnato da guerre, ingiustizie, povertà e violenze.
Tra queste comunità da alcuni anni è presente anche l'OFS.
Significa partire da Castel Sant’Angelo, dopo un primo momento di riflessione, per guadagnare in corteo il colonnato di piazza San Pietro per l’Angelus con il Santo Padre. Un capodanno alternativo per iniziare un anno di impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato
Il tema scelto dal papa intende sollecitare una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace. Tale stretto e intimo legame è, infatti, sempre più messo in discussione dai numerosi problemi che riguardano l’ambiente naturale dell’uomo, come l’uso delle risorse, i cambiamenti climatici, l’applicazione e l’uso della biotecnologie, la crescita demografica. Se la famiglia umana non saprà far fronte a queste nuove sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali e della solidarietà internazionale, si corre il rischio di seminare violenza tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future.
Seguendo le preziose indicazioni contenute ai numeri 48-51 della Lettera Enciclica Caritas in Veritate, il messaggio papale sottolinea l’urgenza che la tutela dell’ambiente deve costituire una sfida per l’umanità intera : si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti, impedendo che si possa fare impunemente uso delle diverse categorie di esseri come si vuole.
È una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell’ordine universale stabilito dal Creatore.
È una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell’ordine universale stabilito dal Creatore.
Se si intende coltivare il bene della pace, si deve favorire, infatti, una rinnovata consapevolezza dell’interdipendenza che lega tra loro tutti gli abitanti della terra. Tale consapevolezza concorrerà ad eliminare diverse cause di disastri ecologici e garantirà una tempestiva capacità di risposta quando tali disastri colpiscono popoli e territori. a questione ecologica non deve essere affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila: essa deve tradursi, soprattutto, in una forte motivazione per coltivare la pace.
Al centro del Messaggio c'è un'immagine biblica: quella del giardino della creazione, affidato da Dio all'uomo e alla donna perché lo custodiscano e lo coltivino.
La natura non ha quindi alcun primato sull'uomo, né questi è una particella della natura. Né a sua volta l'uomo può arrogarsi il diritto di depredare la natura invece di prenderne cura.
Il giusto rapporto tra l'essere umano e la terra è quello mirabilmente raffigurato in quel capolavoro di Piero della Francesca del 1472 di cui sopra è riprodotto un particolare.
Il paesaggio che fa da sfondo è coltivato, ordinato e luminoso, come nobilmente "illuminata" di perle è la donna in primo piano, la sposa di quel Federico da Montefeltro che ha il dominio su quelle terre.
Il paesaggio che fa da sfondo è coltivato, ordinato e luminoso, come nobilmente "illuminata" di perle è la donna in primo piano, la sposa di quel Federico da Montefeltro che ha il dominio su quelle terre.
Un concetto essenziale del messaggio di papa Benedetto è proprio questo. Tra l'ecologia della natura e l'ecologia dell'uomo c'è identità di destino. La cura del creato deve fare tutt'uno con la cura della "inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione".
Tutto si tiene: cura della natura, rispetto della dignità dell'uomo e pace tra i popoli.
Dove scoppiano l'odio e la violenza, anche la natura geme. Un paesaggio devastato e una città inabitabile sono il prodotto di un'umanità che ha fatto il deserto nella propria anima.
Dove scoppiano l'odio e la violenza, anche la natura geme. Un paesaggio devastato e una città inabitabile sono il prodotto di un'umanità che ha fatto il deserto nella propria anima.