Preghiera per chi accudisce i malati

     di Paolo VI
Signore,
che sai essere mio dovere assistere gli ammalati, 
fa ch’io li serva non con le mani soltanto, 
ma anche con il cuore; fa ch’io li ami.
Amen

Signore,che hai avuto pietà per ogni umana sofferenza,
rendi forte il mio spirito, 
sicuro il mio braccio nel curare gli infermi, 
nel medicare i feriti,
nel sorreggere gli straziati e i morenti;
ma conserva sensibile l’animo mio al dolore altrui, 
gentile la mia parola, dolce il mio tratto, paziente la mia veglia.
Amen

Signore,che hai creato l’umana natura
composta di anima e di corpo,
infondimi rispetto per l’una e per l’altro,
insegni a consolare l’anima afflitta,
curando il corpo infermo.
Amen

Signore, che hai detto essere fatto a Te
il bene prodigato ai sofferenti,
dammi di vedere Te in essi ed essi in Te.
Amen

Signore,
che hai promesso di non lasciare senza premio 
nemmeno un bicchiere d’acqua dato per amore Tuo,
riserva la ricompensa 
che Tu solo puoi dare a questo mio lavoro 
ch’io voglio compiere con pietà e con amore.
Amen

E Tu, Maria,
consolatrice degli afflitti e salute degli infermi,
sii anche per me maestra sapiente e madre benigna.
Amen



ARTE E FEDE  - Jean Guitton Le Christ mourant au printemps entouré ges, acquerello, 1977. L’ultimo omaggio del filosofo all’amico Paolo VI Cristo in croce una speranza di resurrezione gioia eterna. In primo piano il Cristo Crocifisso, senza la croce con il corpo dipinto nel rosso vivo, colore della Passione: accanto a lui, in piedi, la figura più scura della madre. I due sembrano assorti in un dialogo di sguardi di straordinaria intensità. Attorno a loro uno esplosione di sgocciolature multicolori ad acquerello, che donano all’insieme un tono di festosa leggerezza. La dedica all ‘amico Paolo VI, stanco e provato sia fisicamente che nello spirito, conferisce peso e significato profondo all’insieme, una meditazione ass sulla morte e sulla vita in Cristo, in un forte messaggio di speranza: Cristo che muore in primavera condato dagli Angeli, nella vita che rinasce, nei. geli, presenze luminose e coloratissime.
tratto da "Piccolo Raggio"