"Tutti saremo trasformati
dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore"
(1 Cor 15, 51-58)
La preghiera è
una realtà potente nella vita di un cristiano. La preghiera è trasformante.
Quando i cristiani comprendono il valore e l'efficacia della preghiera in
comune per l'unità di quanti credono in Cristo, essi cominciano ad essere
trasformati in ciò per cui stanno pregando.
Quest'anno i
cristiani in Polonia hanno offerto alla nostra meditazione la loro esperienza
di trasformazione e di preghiera. La trasformazione cui si riferiscono è
compresa nella sua profondità solo nella resurrezione di Gesù. Ogni cristiano
battezzato nella morte e resurrezione di Cristo comincia un cammino di
trasformazione. Morendo al peccato e alle forze del male, i battezzati cominciano
a vivere una vita di grazia.
Questa vita di
grazia permette loro di sperimentare concretamente la potenza della
resurrezione di Gesù, e l'apostolo Paolo li esorta: " ... siate saldi,
incrollabili. Impegnatevi sempre più nell'opera del Signore, sapendo che,
grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto".
Qual è, dunque,
l'opera del Signore?
Non è forse
l'edificazione del Regno di giustizia e di pace? Non è forse la vittoria sulle
forze del peccato e sulle tenebre per la potenza dell'amore e della luce della
verità?
Nella vittoria
Gesù Cristo nostro Signore, a tutti i cristiani è data la capacità di indossare
le armi della verità e dell'amore e di superare tutti gli ostacoli che
impediscono la testimonianza del Regno di Dio.
Nonostante ciò,
un ostacolo permane, e può impedirci di portare a termine il nostro compito. È
l'ostacolo della divisione e della mancanza di unità fra i cristiani.
Come può il
messaggio del vangelo risuonare autentico se non proclamiamo e non celebriamo
insieme la Parola che dà la vita?
Come può il
vangelo convincere il mondo della propria intrinseca verità, se noi, che siamo
gli annunciatori di
questo vangelo,
non viviamo la koinonia nel corpo di Cristo?
La preghiera per
l'unità, dunque, non è un accessorio opzionale della vita cristiana, ma, al
contrario, ne è il cuore.
L'ultimo comandamento
che il Signore ci ha lasciato prima di completare la sua offerta redentiva
sulla croce, è stato quello della comunione fra i suoi discepoli, della loro
unità come Lui e il Padre sono uno, perché il mondo creda. Era la sua volontà e
il suo comandamento per noi, perché realizzassimo quell'immagine in cui siamo
plasmati, quella comunione di amore che spira fra le Persone della Trinità e
che li rende Uno. Per questo motivo la realizzazione della preghiera di Gesù
per l'unità è una grande responsabilità di tutti i battezzati.
L'unità dei
cristiani è un dono di Dio; la preghiera ci prepara a ricevere questo dono e ad
essere trasformati in ciò per cui preghiamo.
(…) Lasciamo che
il nuovo anno ci trovi più aperti, come individui e come comunità, alla potenza
del mistero della morte salvifica di Cristo.
Chiesa Cattolica
+ Mons. Mansueto Bianchi
Vescovo di
Pistoia e Presidente,
Commissione
Episcopale per l'Ecumenismo e il Dialogo della CEI
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Pastore Massimo Aquilante
Pastore
Metodista, Presidente
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e di Malta
ed Esarcato per l'Europa Meridionale
+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso
d'Italia e di Malta ed Esarcato