La nascita del Laboratorio Missionario
risale ai pieni anni Trenta, assieme a quello per i poveri, ed è strettamente
legata alla storia della Fraternità dell’Ofs Sant’Antonio, della Gioventù
Antoniana e in primis dell’Opera il Pane di S. Antonio.
Nel ripercorre le vicende P. Antonio
Lunardi nei suoi volumi: “La basilica di S. Antonio di Padova in via Merulana,
Roma. Cent’anni di vita 1887-1987” e “Fraternità dell’O.F.S. di S. Antonio di
Padova. Un novantennio di vita 1890-1981”, molte altre notizie si possono
ritrovare su numerosi numeri del periodico La
Voce di Sant’Antonio e Missioni
Francescane.
Riportiamo, giusto per dare un assaggio,
come riassume quei tempi P. Perin – anni dei quali fu protagonista di primo
piano - in occasione del cinquantenario della basilica (1887-1937): “L’Opera del Pane di Sant’Antonio aiuta
anche a riscattare dal Monte di Pietà, concorre al pagamento di affitti per gli
sfrattati.… Vengono portati letti per un più sano e decoroso alloggio, medicinali
e viveri … Terziarie Giovani Antoniane portano per i poveri tutto il loro
contributo fattivo, lavorando in modo particolare alla confezione di centinaia
e centinaia di piccoli corredi per neonati e indumenti per i bambini poveri … “.
“L’amore induce a trovare – scrive P.
Antonio Lunardi – anche nuove forme d’aiuto, ai poveri. Per questo la
Fraternità accoglie volentieri l’istituzione di un Laboratorio ‘permanente per
la confezione di lavori da inviarsi alle Missioni e per i poveri’ “. Fu proprio
P. Perin a lanciare l’idea nel luglio 1933, trovando il favore di tutto il
consiglio. Si cercano i locali adatti, arredi e macchinari, si redige un “ben
ponderato e studiato” regolamento, giungendo a essere operativo nel 1938.
“Costituito esclusivamente da Terziarie
francescane … “; il Laboratorio per i poveri ha per scopo di riunire sempre più
terziari – si legge nel regolamento: “per dare a esse una maggiore formazione
cristiana e francescana, tenerle occupate al lavoro per un tempo limitato”.
Accanto ad esso, nello stesso anno inizia le sue attività quello missionario.
Con queste parole il verbale esprime la soddisfazione del Ministro della Fraternità
OFS d’allora, Michele Meo “ … egli esprime la propria soddisfazione per aver
assistito all’inaugurazione della mostra dei lavori eseguiti nel laboratorio
missionario francescano, mostra veramente degna di ammirazione tanto per la
dovizia e bellezza dei lavori esposti, quanto per il gruppo delle lavoratrici
che lo hanno saputo portare a termine in sì breve spazio di tempo”.
Sono passati 75 anni da
quell’inaugurazione, e certo non si possono ripercorrere in poche righe una
storia così lunga e ricca di opere. I tempi sono cambiati, la composizione
sociale del centro storico e dell’Esquilino in particolare profondamente
mutata, la stessa fisionomia del “volontariato” – allora neanche esisteva
questo termine! – preso nuove forme proprie, come la Comunità di Sant’Egidio o
si è in qualche modo istituzionalizzata come la Caritas. La nostra Basilica di
Sant’Antonio non è più quell’opificio che contava della presenza di tanti frati
e laici come un tempo, eppure accanto alla
Mensa del povero ancora opera il Laboratorio Missionario. Esso dipende
dalla Segreteria Generale per le Missioni
e l’Evangelizzazione della Curia Generalizia.
volontariato
Mimmo, Antonietta e Francesca vi operano
accanto ad altre volontari/e e se qualcuno di noi volessero unirsi loro, può prendere
contatto Francesca (tel. 7001961).
I giorni di riunione sono il lunedì e il
mercoledì dalle 16 in poi, soprattutto, però, nei tempi a ridosso del Natale e
della Festa di Sant’Antonio, occasione per la quale, nei locali della Cripta sono
allestiti mercatini e pesche di beneficenza. Per la festa di Sant’Antonio, poi,
c’è il confezionamento dei “gigli” che sono donati come segno di ringraziamento
per i fedeli che vogliono contribuire a sostenere le Missioni Francescane nel
mondo.
marco stocchi, ofs
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Volontari ai Gigli della Festa di S. Antonio (2012) |