Figlia di Alfonso de Sanchez Cepeda e
Beatrice Ahumado, Teresa nacque il 28 marzo 1515 adAvila, città della Spagna
centrale (vecchia Castiglia).
Proveniente da una famiglia agiata, sin
dalla più tenera età manifesta una particolare tendenza al misticismo.
All’età di 13 anni muore sua madre e tre
anni dopo (1531) entra, come educanda, nel monastero delle Agostiniane di
“santa Maria de Gracia” ad Avila. Qui oltre ad apprendere i soliti lavori
femminili, Teresa dedica molte ore del giorno alla preghiera e alla meditazione
centrata prevalentemente sulla passione di Cristo.
Dopo un anno e mezzo, Teresa si ammala
con febbri e contenzione nervosa a tal punto che il padre, preoccupato, se la
riprende in casa.
Riprendendosi in salute s’immerge nella
lettura dell’epistolario di San Gerolamo e quotidianamente si dedica all’“orazione
mentale” che, come chiarisce Teresa nella sua autobiografia, “non è altro che
‘un legame di amicizia’ consistente in ‘ un frequente e intimo colloquio con
Colui dal quale ci sentiamo amati’”. Nel frattempo confida al padre di volersi
fare suora. Questo suo desiderio viene posto in essere il 2 novembre 1535,
quando è accolta nel monastero carmelitano dell’Incarnazione ad Avila.
Dopo due anni di noviziato, precisamente
il 3 novembre 1937, Teresa fa la Professione solenne divenendo monaca
carmelitana. Vivendo in questo ambiente claustrale Teresa si sente a suo agio,
prende gusto alla vita monastica, ama il silenzio e la solitudine, le preghiere
in comune, le lunghe meditazioni e le penitenze anche fisiche.
Nell’anno seguente Teresa incomincia a
soffrire atroci turbe nervose che dalla psiche passano al fisico, comportandole
inappetenza e vomito. Purtroppo le cure mediche non riescono a guarirla, sicché
suo padre ha il permesso di riportarla a casa. Visto che le cure dei medici
sono inefficaci, il suo genitore ricorre alle cure di una “empirica” che con le
sue tisane mette in pericolo di vita Teresa sottoponendola altresì a un regime
di purghe.
Pur trovandosi in precarie condizioni di salute, Teresa ha la forza di leggere i “Moralia” di San Gregorio e il libro di Giobbe.
Pur trovandosi in precarie condizioni di salute, Teresa ha la forza di leggere i “Moralia” di San Gregorio e il libro di Giobbe.
Il 15 agosto 1539, giorno
dell’Assunzione, Teresa si aggrava a tal punto che le viene somministrato il
Sacramento dell’Estrema unzione e poco dopo la si reputa morta e ci si prepara
a seppellirla nel suo monastero; ma suo padre è dell’avviso che sua figlia non sarà
seppellita. Nel quarto giorno, infatti, Teresa riprende i sensi e parla di sé e
della sua opera futura. Lucidamente si può confessare e comunicarsi.
Pur rimanendo paralitica, potendo
muovere solo un dito della mano destra, esprime il desiderio di tornare al suo
monastero e il 28 marzo 1540, viene esaudita. Persistono in lei le nausee e la
febbre ed è ridotta a pelle e ossa.
In questo periodo, mentre soffre
pazientemente ogni dolore, nasce e cresce in lei la devozione a San Giuseppe e
che essa trasmetterà poi a tutto l’Ordine carmelitano. E’ a lui che attribuisce
la grazia (per non chiamarla miracolo) della propria guarigione. Dopo tre anni di
dolorosa paralisi si alza e cammina e dopo poco tempo si rimette completamente
in salute.
Nella vigilia del 1543, assistito dalla
figlia, muore serenamente il padre. Tornata al monastero, Teresa ha, a suo
dire, un periodo di crisi spirituale e di sbandamento, pur senza commettere
peccati gravi.
Negli anni 1554-1555 lei si “riconverte”
e, nel frattempo è soggetta a straordinarie grazie di natura mistica: locuzioni
interiori, estasi, voli di spirito e numerose visioni. Tra quest’ultime merita
di essere ricordata la celeberrima visione dell’angelo (forse
un cherubino) che conficca e sconficca un dardo infuocato nel cuore, visione
descritta da Teresa alla fine del capitolo XXIX della sua “Vita”.
Bernini - "Santa Teresa in estasi", Roma
E’ questo l’episodio che ha ispirato al
Bernini una delle più belle e sconvolgenti sculture della storia dell’arte: la “Santa
Teresa in estasi” la si può ammirare a tutt’oggi nella chiesa di Santa Maria
della Vittoria in Roma.
Teresa a volte riflettendo su questi
particolari è presa dal dubbio che essi potessero essere opera di Satana,
dubbio alimentato anche da alcuni confessori con i quali si è confidata.
Nel 1560, Teresa si incontra ad Avila
con un frate francescano di sessantun anni, che già da tempo aveva iniziato una
del proprio ordine portandolo a maggior povertà e penitenza secondo lo spirito
primitivo: quello che oggi chiamiamo San Pietro d’Alcantara. Costui ha con lei
lunghi colloqui, sostenendo tra l’altro che i suoi carismi sono di natura
divina e quindi tutti i dubbi sollevati dai precedenti confessori vengono
sciolti.
Pertanto Teresa si sente spiritualmente rassicurata
e, inoltre quello che San Pietro d’Alcantara aveva fatto con il suo rilassato
Ordine francescano, anche Teresa desidera farlo con quello del Carmelo.
Teresa concepisce la prima idea di
riforma partendo, sia pure con grande difficoltà, dalla fondazione di un nuovo
monastero carmelitano piccolo e povero, dove si possa vivere in pienezza la
regola primitiva. Ebbene il 24 agosto 1562 viene inaugurato il monastero di San
Giuseppe ad Avila il primo Carmelo Teresiano. Nell’arco di venti anni Teresa
fonda una lunga serie di monasteri riformati anche con l’aiuto di San Giovanni
della Croce.
Nella sua opera “Libro delle fondazioni”
Teresa racconta in modo particolare le vicende che hanno portato alla
fondazione dei suddetti monasteri.
Nonostante l’assorbente attività svolta
per le fondazioni dei monasteri, superando non poche difficoltà e
incomprensioni, Teresa giunge alto grado di vita mistica. Ne danno atto i suoi
scritti, oltre ai citati “Vita” e “Libro delle fondazioni”, ricordiamo “Il
cammino della per-fezione”, “Il castello interiore”, Le dimore”, le lettere e
le poesie. Le sue opere evidenziano una profonda dottrina teologica e
spirituale in gran parte attinta a Sant’Agostino e San Gregorio.
Il 20 settembre 1582, trovandosi di
passaggio ad Alba de Tormes cade gravemente ammalata; il 29 dello stesso mese
non lascia più il letto. Il 4 ottobre, dopo aver ricevuto il giorno precedente
il viatico, trascorre la giornata in serena agonia e alle 21,30 rende l’anima a
Dio. Proprio quell’anno il calendario gregoriano sostituisce quello giuliano e
perciò la data di sepoltura, avvenuta il giorno dopo è il 15 ottobre 1582.
Canonizzata il 12 marzo 1622 da papa Gregorio
XV, il 27 dicembre 1970 Santa Teresa d’Avila viene proclamata Dottore
universale della Chiesa.
Elvio Pettinella, ofs