QUARESIMA 2014
CONVERTITEVI
E CREDETE AL VANGELO
La chiesa ogni anno si riunisce al Ministero di Gesù nel deserto
con i quaranta giorni della Quaresima” (CCC, 540).
“La tentazione di Cristo (che ha
avuto il suo momento sommo sulla Croce) manifesta quale sia la messianicità del
figlio di Dio, in opposizione quella propostagli da Satana e che gli uomini
desiderano attribuirgli. Per questo Cristo ha vinto il tentatore per noi: “Infatti, non abbiamo un sommo sacerdote che
sappia compatire le nostre infermità, essendo lui stesso provato in ogni cosa,
a somiglianza di noi, escluso il peccato” (Eb 4,15).
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2014
“La
povertà di Cristo è la più grande ricchezza “. Questa in sintesi il tema
scelto dal Papa come messaggio di riflessione per il tempo di quaresima che sta
per iniziare . Ancora una volta un messaggio caro alla spiritualità
francescana, direi il suo apice, la sua essenza più profonda esplicitata nella
scelta di Francesco di farsi povero in mezzo ai poveri per amore di Gesù.
«Conoscete
infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto
povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2
Cor 8,9). Papa Francesco prende spunto dalle parole di S. Paolo ai Corinti
per evidenziare lo stile di Dio il quale “non
si rivela con i mezzi della potenza e della ricchezza del mondo, ma con quelli
della debolezza e della povertà “.
Gesù si è spogliato delle sue
prerogative divine rivestendo la carne della nostra umanità non per amore della
povertà in se stessa ma perché la necessità dell’amore è quella di “condividere in tutto la sorte dell’amato
“. Compresa la miseria, la sofferenza e la morte. E’ questa la via che Dio ha
scelto per consolarci, salvarci ed infine liberarci dalla nostra miseria. A
cosa infatti ci avrebbe giovato un Dio solidale e misericordioso, ma incapace
di tirarci fuori dalla palude dei nostri peccati, sporcandosi egli stesso di
fango ? Non sarebbe stato questo piuttosto il Dio lontano dei filosofi o compassionevole del Buddha, altresì
incapace di salvarci?
“Che
cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? continua
il pontefice... è il suo farsi
carne,!!!... Il poterlo toccare , udire, incontrare, nei Sacramenti, nella
Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri!!.”
La scelta della povertà da parte di Cristo
ci suggerisce infatti che esiste una dimensione positiva della povertà, che
peraltro risuona nel Vangelo, che proclama beati i poveri. E’ evidente che in
questa dimensione della povertà c’è un aspetto di spoliazione e di rinuncia.
Altra cosa è invece la miseria che un cristiano ha il dovere di combattere.
Cerchiamo
quindi di sbarazzarci subito di una grande tentazione e di un enorme frainteso
in cui sono caduti spesso tanti nostri fratelli nel confondere i reali motivi
che spinsero S. Francesco a farsi povero. Come ben ha spiegato Padre Raniero Cantalamessa , predicatore della
casa pontificia, nella sua prima predica d’avvento dell’anno scorso, Francesco
“ non ha scelto la povertà e tanto meno
il pauperismo : ha scelto i poveri”.
“Il motivo profondo della sua conversione – ha soggiunto – non è di natura sociale, ma evangelica”. E del resto, Francesco “non andò di sua spontanea volontà dai lebbrosi”, ma vi fu condotto dal Signore. “Non ci si innamora di una virtù – ha avvertito padre Cantalamessa – fosse pure la povertà; ci si innamora di una persona”. Pertanto “Francesco non sposò la povertà e neppure i poveri; sposò Cristo e fu per amor suo che sposò, per così dire 'in seconde nozze' Madonna povertà”.
“Il motivo profondo della sua conversione – ha soggiunto – non è di natura sociale, ma evangelica”. E del resto, Francesco “non andò di sua spontanea volontà dai lebbrosi”, ma vi fu condotto dal Signore. “Non ci si innamora di una virtù – ha avvertito padre Cantalamessa – fosse pure la povertà; ci si innamora di una persona”. Pertanto “Francesco non sposò la povertà e neppure i poveri; sposò Cristo e fu per amor suo che sposò, per così dire 'in seconde nozze' Madonna povertà”.
Così sarà sempre nella santità cristiana. Alla base
dell’amore per la povertà e per i poveri, o vi è l’amore per Cristo, oppure i
poveri saranno in un modo o nell’altro strumentalizzati e la povertà diventerà
facilmente un fatto polemico contro la Chiesa, o una ostentazione di maggiore
perfezione rispetto ad altri nella Chiesa, come avvenne, purtroppo, anche tra
alcuni dei seguaci del Poverello”.
Ma torniamo ora al nostro discorso. Il messaggio quaresimale che oggi presentiamo si diffonde appunto su una distinzione importante tra povertà e miseria. Il cristiano deve essere povero ma non misero. Misero è il mondo in cui viviamo . Il Santo Padre nel suo discorso enumera tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La prima 'tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana… Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità'. La miseria morale 'consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato'. Questa 'forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore'".
Ma torniamo ora al nostro discorso. Il messaggio quaresimale che oggi presentiamo si diffonde appunto su una distinzione importante tra povertà e miseria. Il cristiano deve essere povero ma non misero. Misero è il mondo in cui viviamo . Il Santo Padre nel suo discorso enumera tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La prima 'tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana… Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità'. La miseria morale 'consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato'. Questa 'forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore'".
“Il
Vangelo è allora il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è
chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono
del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama
gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna.
Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di
misericordia e di speranza!”.
In questo tempo prezioso che Dio ci dona
per la nostra conversione teniamo dunque fisso lo sguardo verso Cristo povero e crocifisso e ricordiamo le parole del Papa : “La Quaresima è un tempo adatto per la
spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine
di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la
vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione
penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole.”
Antonio
Fasolo Ofs
IL BEATO FRANCESCO LODA LA POVERTA'
1974 16.
. Perché lo stesso Re dei re e
Signore dei signori, creatore del cielo e della terra, ha vagheggiato il
tuo volto e la tua bellezza. Mentre il re posava alla sua mensa, ricco
e glorioso nel suo regno, abbandonò la sua casa, lasciò la sua eredità: perché
onore e ricchezze sono nella sua casa. E in tal modo, scendendo dalla sua
sede regale, si degnò andare in cerca di te.
661 73.. ...Da parte mia ritengo
dignità regale e insigne nobiltà seguire quel Signore, che pur essendo ricco
si è fatto povero per noi ».
788 200.
Non poteva ripensare senza piangere in
quanta penuria si era trovata in quel giorno la Vergine poverella.
Una volta, mentre era seduto a pranzo,
un frate gli ricordò la povertà della beata Vergine e l'indigenza di Cristo suo
Figlio. Subito si alzò da mensa, scoppiò in singhiozzi di dolore, e col volto
bagnato di lacrime mangiò il resto del pane sulla nuda terra.
Per questo chiamava la povertà virtù
regale, perché rifulse con tanto splendore nel Re e nella Regina. Infatti ai
frati, che adunati a Capitolo gli avevano chiesto quale virtù rendesse una persona
più amica a Cristo: « Sappiate--rispose, quasi aprendo il segreto del suo
cuore--che la povertà è una via particolare di salvezza. Il suo frutto è
molteplice, ma solo da pochi è ben conosciuto ».
1127 - 7.
Difatti il Signore si compiace della povertà e
soprattutto di quella che consiste nel farsi medicanti volontari per Cristo. E
io, questa dignità regale che il Signore Gesù ha assunto per noi, facendosi
povero per arricchirci della sua miseria e costituire eredi e re del regno dei
cieli i veri poveri di spirito, non voglio scambiarla col feudo delle false
ricchezze, a voi concesse per un momento”.
1611
Voglio invece considerare, secondo Dio,
che questa è la più sublime nobiltà e regale dignità un gesto di onore verso
colui che, pur essendo Signore di tutto, volle per amore nostro farsi servo di
tutti; ed essendo ricco e glorioso nella sua maestà, venne povero e disprezzato
nella nostra misera condizione.